Nintendo Direct, tutto quello che non c’è stato forse anticipa quello che ci sarà | Speciale

Un Nintendo Direct ampiamente sotto le aspettative, ma che probabilmente anticipa le future mosse della Grande N

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Dopo tanti Mini Nintendo Direct, era finalmente tempo e ora di un evento dalla durata più distesa, oltre che dalla portata più ambiziosa, che riportasse in carreggiata l’offerta della Grande N, dopo un 2020 un po’ fiacco, vuoi per motivi fisiologici, vuoi perché la pandemia legata al COVID ha ovviamente mandato all’aria più di un piano.

A dirlo non siamo stati noi, né tanto meno il nostro animo da fanboy, in tremenda astinenza dei capolavori che solo l’azienda di Kyoto sa puntualmente regalarci. Parafrasando il suo breve discorso d’introduzione, a pronunciare simili parole è stato Shinya Takahashi General Manager di Nintendo, volto affabile che ha condotto l’evento andato online lo scorso 17 febbraio.

L’illusione di essere sul punto di assistere al più classico dei “bombardamenti” di annunci a raffica è durata venti minuti appena, giusto il tempo di vedere lo spettacolo arenarsi su produzioni di dubbio gusto (come il raccapricciante Stubbs the Zombie in Rebel Without a Pulse), su (in)evitabili remastered (Tales from the Borderlands) ed esperimenti già chiaramente destinati a fallire (Knockout City, a cui è stato offerto fin troppo tempo e spazio).

[caption id="attachment_222982" align="aligncenter" width="1000"]Project Triangle Strategy Project Triangle Strategy è stato uno dei pochi highlights di questo Nintendo Direct[/caption]

Il colpo di grazia, e non poteva essere altrimenti, lo ha dato Eiji Aonuma in persona, con una Kansas City in piena regola in cui prima accenna a Breath of the Wild 2 e poi si limita ad annunciare la remastered più scontata della storia, tra l’altro di uno dei The Legend of Zelda più brutti di sempre, con un trailer che non ha certo stupito sotto il profilo del rifacimento (e potenziamento) grafico.

I Bayonetta 3, i Metroid Prime 4, persino gli F-Zero auspicati da tanti, nelle ore che hanno preceduto il Nintendo Direct, non ci sono stati, né si ha mai avuto il sentore che stessero per fare la loro rocambolesca irruzione. Del resto, un evento che si conclude con un trailer di Splatoon 3, con tutto il rispetto per la splendida saga beninteso, vuole forse lanciare qualche segnale.

Già, che tipo di segnale?

[caption id="attachment_222931" align="aligncenter" width="1000"]Mario Golf Super Rush Sentita esaltazione anche per il nuovo Mario Golf[/caption]

Tutto quello che non c’è stato, potrebbe rimandare ed anticipare qualcosa che, presto o tardi, ci sarà di sicuro. Ci riferiamo ovviamente al già chiacchierato Nintendo Switch Pro, se non proprio a Nintendo Switch 2.

La console ibrida della Grande N, del resto, è ormai in giro da quattro anni, un periodo di tempo non così ampio certo, ma nemmeno ridottissimo. Inoltre, il silenzio assordante che circonda i tripla A già annunciati lascia presagire tempi di sviluppo dilatati non solo per il COVID, ma anche perché è in atto una possibile riprogettazione in vista di un hardware più performante.

Siamo ovviamente nell’ambito delle ipotesi fantasiose e fantastiche, ma non è poi così assurdo pensare che dopo il Lite, Nintendo stia lavorando ad una versione compatibile, ma più potente della sua console, capace di assecondare le esigenze di un pubblico che, dal 2017 ad oggi, nel mentre si è dotato di schermi 4K, anche sull’onda dell’acquisto di una PlayStation 5 e di una Xbox Series X.

Questo deludente Nintendo Direct, insomma, potrebbe aver indirettamente confermato che qualcosa bolle davvero in pentola, al di là dei rumor che circolano già da tempo.

Non ci resta che aspettare e sperare. Anche perché Bayonetta 3, Metroid Prime 4 e Breath of the Wild 2 ce li meritiamo.

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