Nightmare – Nuovo incubo, Freddy Krueger è di nuovo in formissima

Nightmare – Nuovo incubo rimette le cose a posto dopo un pessimo sesto capitolo, e anticipa anche tanto cinema horror a venire

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Se siete degli esegeti della saga di Nightmare, c’è un documentario uscito direttamente in home video nel 2010 e intitolato Never Sleep Again: The Elm Street Legacy che non potete non conoscere: concepito dal trio Thommy Hutson, Daniel Farrands e Andrew Kasch, già autori di un’operazione simile intitolata His Hame Was Jason (indovinate di che saga parla), è la cronistoria definitiva dell’intera saga, con l’esclusione del remake datato 2010. Se però siete appassionati in particolare di Nightmare – Nuovo incubo, il settimo capitolo e il primo diretto da Wes Craven dai tempi dell’originale, il nostro consiglio è di recuperarvi il commento audio dello stesso regista che trovate in tutte le edizioni home video del film: vi aiuterà a capire com’è stato concepito quello che, per buona parte del fandom e anche della critica, è uno dei migliori capitoli della saga.

Nightmare – Nuovo incubo e la rivincita di Wes

Nel succitato commento, Wes Craven racconta, senza dirlo esplicitamente ma facendolo intuire in maniera piuttosto chiara, come l’ispirazione per Nightmare – Nuovo incubo gli sia venuta dopo aver riguardato gli ultimi capitoli del franchise, il sesto in particolare. Come avevamo segnalato pure noi, il problema principale di quel film era che Freddy Krueger aveva smesso definitivamente di essere un’icona di terrore, per trasformarsi in un personaggio un po’ buffo e che piace ai bambini anche quando squarta i loro genitori.

Craven odiava questa deriva quasi comica e che potremmo definire “commerciale”, e decise quindi di tornare in pista, e di riciclare l’idea che aveva avuto (e che gli era stata bocciata) addirittura ai tempi di I guerrieri del sogno. O meglio, le idee: Nightmare – Nuovo incubo si regge infatti su due spunti fondamentali, che da un lato riportano il franchise nei territori originari, dall’altro gli fanno fare un salto nel futuro – quello stesso futuro che Craven tornerà a esplorare in un’altra saga di grande successo. Per quel che riguarda il primo punto, l’abbiamo già accennato sopra: Nightmare – Nuovo incubo fa di tutto per rendere Freddy Krueger di nuovo minaccioso e spaventoso, con un restyling quasi completo (pur mantenendo le caratteristiche fondamentali del personaggio) e un taglio netto al suo lato più buffo.

Wes Craven e il metacinema

Il secondo punto, invece, è poi la stessa idea che Craven recupererà e approfondirà due anni dopo in Scream: Nightmare – Nuovo incubo è un meta-horror, che riflette sulla storia del franchise e i cui protagonisti sono gli stessi attori (e produttori) che crearono la saga stessa. Cioè: torna Heather Langenkamp, ma invece di interpretare Nancy interpreta… Heather Langenkamp, diventata famosa per il ruolo di Nancy in Nightmare – Dal profondo della notte. Robert Englund interpreta Freddy, ma interpreta anche Robert Englund, che viene perseguitato dal suo stesso personaggio. John Saxon, il padre di Nancy nella finzione, interpreta John Saxon. Et cetera: avete capito il trucchetto.

In sostanza, quindi, Nightmare – Nuovo incubo è la storia di come un famosissimo franchise horror prenda vita e cominci a perseguitare i suoi stessi protagonisti; è la storia di un mostro immaginario che diventa reale. È talmente meta- che compare lo stesso Wes Craven, che addirittura spiega che la sua scelta di girare i film su Freddy Krueger è un modo per tenere a bada l’entità malvagia nel mondo reale (che poi è anch’essa finzione, ovviamente). È anche uno schiaffo a Nightmare 6 – La fine, la cui uscita, e la conseguente conclusione della saga, è indicata come il motivo per cui Freddy si è liberato dalla sua prigione ed è entrato nel mondo reale, e quindi la causa di tutti i problemi del film. È un approccio meta-cinematografico forse ancora più estremo di quello che poi Craven applicherà a Scream, e rende La fine il più cerebrale e concettualmente intricato dei film di Nightmare.

Freddy uccide, ma con meno fantasia

Detto quindi che Nightmare – Nuovo incubo è un colpo di genio a livello di scrittura, e riporta Freddy Krueger ai livelli di terrore che gli competono, bisogna anche chiedersi come mai sia ancora oggi il film della saga che ha incassato di meno al botteghino. È possibile che sul suo relativo insuccesso abbia influito la pessima accoglienza riservata al capitolo precedente, e in generale un po’ di “stanca” da parte del pubblico, che arrivato al settimo capitolo non aveva più la stessa voglia di star dietro alle avventure di Freddy.

Ma c’è anche un problemino di contenuti: Krueger uccide, e lo fa con la solita violenza e crudeltà, ma non con la stessa creatività che lo ha sempre contraddistinto. In Nightmare – Nuovo incubo le morti colpiscono nel segno perché coinvolgono personaggi conosciuti e amati, ma nel film mancano i momenti di totale locura che caratterizzavano i capitoli precedenti, e che funzionavano anche quando il resto stava scadendo nella commedia horror. Nel settimo film del franchise non c’è gente trasformata in pizza, per esempio, o in un pezzo di carta che viene fatto a pezzi, né mutazioni in scarafaggi giganti. In altre parole, il film è notevole, ma contiene alcuni degli omicidi più classici, se non addirittura banali, dell’intero franchise. Possibile che sia stato quello a decretarne l’insuccesso? In realtà è più probabile che la colpa sia di Tarantino: quando Nightmare – Nuovo incubo uscì in sala, venne schiacciato dal successo di Pulp Fiction. In compenso, è il capitolo della saga preferito da Robert Englund: non vi fidate di Freddy Krueger?

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