Nightmare Cinema, Joe Dante e Mick Garris al Lucca Film Festival: "In futuro potrebbe diventare una serie tv"

L'intervento di Joe Dante e Mick Garris al Lucca Film Festival in occasione della presentazione di Nightmare Cinema

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Joe Dante e Mick Garris, dopo aver ricevuto il premio alla carriera, hanno presentato al Lucca Film Festival ed Europa Cinema 2019 il film antologico Nightmare Cinema, che oggi arriva nelle sale americane.

I cinque episodi che compongono il lungometraggio sono legati tra loro tramite una misteriosa sala cinematografica, di proprietà del Proiezionista (Mickey Rourke), dove cinque sconosciuti assistono sul grande schermo a film in cui prendono vita nel mondo della finizione le loro paure più profonde e i segreti non confessati: da un killer che dà la caccia a un gruppo di giovani che stavano trascorrendo delle giornate in pieno relax tra i boschi a una madre che sta perdendo il controllo sul mondo che la circonda, passando per una possessione demoniaca che scatena caos e morte in un istituto cattolico, un giovane che vive un'esperienza in grado di metterlo in connessione con l'aldilà e un intervento chirurgico dai risvolti inquietanti e inaspettati.

L'interessante progetto propone così alcuni approcci molto diversi agli incubi delle persone comuni, permettendo ai filmmaker coinvolti nel progetto di avere una libertà assoluta per quanto riguarda la narrazione e lo stile con cui realizzare gli episodi del film.

Garris e Dante, amici e collaboratori da molti anni, hanno svelato qualche curiosità su come è stato realizzato Nightmare Cinema, offrendo anche la loro opinione sui cambiamenti avvenuti nel mondo del cinema e della televisione.

L'idea del nuovo progetto è nata nella mente di Garris dopo aver realizzato la serie Masters of Horror, dando spazio al suo desiderio di realizzare qualcosa di internazionale e dare la possibilità ai filmmaker coinvolti di lavorare senza censure o limiti, proteggendoli dalle dinamiche abitualmente esistenti nel mondo degli studios e dei network americani. Il regista e produttore ha raccontato:

Ero davvero ambizioso, volevo realizzare un episodio in ogni nazione diversa, in base ai singoli registi... Era troppo ambizioso per chiunque, quindi ho deciso di fare un paio di cambiamenti e mantenere comunque un approccio internazionale. La versione che vedete ora è quella che ha ottenuto l'approvazione dopo anni, pur mantenendo la filosofia alla base ovvero di proteggere gli autori di ogni episodio nel realizzare la propria visione. Abbiamo realizzato il film, pur mantenendo la speranza che l'idea possa diventare una serie. Ero reduce dall'opportunità di collaborare con eroi e maestri del calibro di Joe Dante, John Carpenter, Tony Cooper e Dario Argento ed è fantastico poter dare loro la libertà creativa. Joe è stato una presenza cruciale in Masters of Horror e lo è anche in Nightmare Cinema.

Proprio il regista di capolavori come Gremlins e La seconda guerra civile americana ha ricordato come abbia incontrato per la prima volta Garris nel 1979, all'epoca impegnato a curare la promozione del suo film L'ululato. La loro collaborazione ha portato anche alla realizzazione di una puntata di Masters of Horror che Dante apprezzava molto:

Si è trattato di un progetto brillante, sono rimasto sorpreso quando non si è più realizzata la serie perché era un grande successo ed era fantastica a livello estetico, molti registi volevano farne parte. Nightmare Cinema mi è quindi sembrato l'estensione naturale di quel progetto. Quando Mick me ne ha parlato e mi ha chiesto se ero interessato, perché la mia presenza avrebbe potuto contribuire a dare il via libera alla produzione, ho pensato: 'Certo!'. Sapevo che avrei avuto la massima libertà a livello concettuale e visivo, l'unico limite era il budget a disposizione.

Tra i protagonisti del film c'è, per ovvi motivi, anche la sala cinematografica dove i protagonisti entrano, ritrovandosi ad assistere da spettatori alle proprie paure. I cambiamenti in corso nel mondo della televisione e del cinema, con la sempre più capillare presenza delle piattaforme di streaming, ha portato i due registi a riflettere sull'importanza dell'esperienza condivisa dagli spettatori.
Dante ha spiegato:

Non siamo puristi del cinema, ma pensiamo entrambi che i film vengano apprezzati nel migliore dei modi nelle sale e sicuramente per il lungometraggio era un'idea più brillante piuttosto che una stanza con un set televisivo abbandonato! C'è una magia nell'andare in sala e inoltre possono succedere molte cose potenzialmente spaventose perché è buio, non si sa chi ha accanto, cosa potrebbe accadere. Sembrava una metafora molto adatta a quello che volevamo raccontare. A Pasadena c'è poi un cinema che da tempo è chiuso, location perfetta per girare e non ce ne sono più molti così, ora sono prevalentemente multisala, non hanno questa struttura architettonica classica affascinante.

Garris, dopo aver ammesso di essere consapevole del fatto che la maggior parte delle persone vedranno Nightmare Cinema nelle proprie case e su uno schermo tv, ha ribadito:

Andrebbe visto in sala e il lungometraggio è anche una metafora della morte del cinema tradizionale: si tratta di una vecchia sala infestata e abbandonata, e come dice il proiezionista interpretato da Mickey Rourke ci sono incubi risalenti a un centinaio di anni intrappolati in uno schermo che non dimentica mai. Horror e comedy sono generi che si apprezzano meglio vedendoli insieme agli altri: le risate e la paura sono contagiose, andrebbero condivise con gli altri nelle sale cinematografiche.

Tra le star del progetto c'è anche Mickey Rourke e Mick ha spiegato in che modo è stato coinvolto l'attore:

Uno dei nostri finanziatori, che fa parte della casa di produzione che ha sostenuto il film, è suo amico e ha suggerito di coinvolgerlo. Ha detto: 'Mickey è un mio amico, si tratta di un piccolo film indipendente a basso budget e penso sia possibile coinvolgerlo e ci aiuterebbe a vendere il lungometraggio a livello internazionale, essendo un attore di fama mondiale'. Non avevo niente da ridire, considerando che era così perfetto per la parte dell'inquietante proiezionista e l'idea ha funzionato davvero bene.

Dante ha invece regalato un divertente aneddoto:

Il mio episodio è dedicato alla chirurgia estestica e mi sono assicurato che Mickey non venisse introdotto fin dopo il mio episodio!

Il lungometraggio permette inoltre di mostrare cinque idee completamente diverse del significato che le persone attribuiscono al genere horror che, molto spesso, diventa uno specchio della società rappresentandone i timori e i problemi. L'idea di Dante si allinea proprio con questo concetto quasi sociologico:

In periodo di grande stress e tensione si producono molti film horror e attualmente siamo proprio nella stessa situazione, anche se abbiamo diversi tipi di fonte di stress rispetto al passato. Come risultato abbiamo più film di questo tipo, è un genere che non ha abitualmente la grande approvazione e il sostegno dei critici e dell'industria cinematografica, ma nel corso degli anni ha dimostrato di avere successo. Alle volte sembra che le cose stiano peggiorando invece che migliorare e le persone hanno bisogno di esprimere le proprie paure in modo sicuro, come in una sala dove, alla fine di un film, le loro paure sono esorcizzate.

Il regista ha poi spiegato in che modo ha affrontato il compito di girare uno degli episodi che compongono Nightmare Cinema:

Ho realizzato alcuni film antologici ed è sempre diverso: cambia l'interazione tra i diversi registi in base al progetto. In questo caso specifico non ero nemmeno del tutto consapevole dell'idea che avrebbe collegato i diversi episodi quando ho girato il mio. L'idea era di avere questi diversi racconti. Non avevamo grandi riferimenti, era quasi come degli episodi di una serie tv che vanno in onda separatamente, anche se sapevamo che sarebbero stati intrecciati in un unico film. Mick si è occupato di quell'elemento. Noi registi abbiamo fatto la nostra parte e poi lui ha integrato quello che mancava per realizzare il resto del film, girando le sequenze ambientate nella sala.

Garris ha invece chiarito come si sono unite le varie parti mantenendo comunque la totale libertà offerta agli autori:

Tutti i registi e gli sceneggiatori hanno sviluppato il proprio episodio in modo indipendente, senza alcun riferimento agli altri, e quando hanno concluso gli script abbiamo deciso l'ordine. Ognuno è stato girato in modo totalmente indipendente, anche se il concetto era presente e l'idea generale, e poi tutti si uniscono nella sala. Joe ha inoltre suggerito un cambiamento perché nel suo episodio c'era solo un volto pauroso, mentre in quello di Slade molti, decidendo quindi che il suo avrebbe dovuto essere presentato prima rispetto al lavoro del collega.

I progetti antologici, ora piuttosto popolari anche sul piccolo schermo, sembrano poter vivere una nuova fase all'insegna del successo. Il regista del recente Burying the Ex ha spiegato:

Più gli spettatori sono giovani meno attenzione hanno, quindi l'idea di vedere delle storie breve attira maggiormente rispetto a quelle lunghe. Il successo dei film antologici è sempre esistito ed è un genere tuttora popolare, anche tra i giovani che non conoscono i titoli del passato.

In questa ottica si può inoltre comprendere l'attenzione data ad alcuni progetti che hanno recentemente debuttato in streaming e in tv:

C'è in realtà un ritorno delle serie antologiche sugli schermi americani, tra cui anche Ai confini della realtà, c'è una rinascita dell'idea alla base di un progetto di questo tipo che prevede la partecipazione di registi diversi, di solito alle prese con generi come horror o fantascienza. Love, Death & Robots di Netflix è uno degli esempi più interessanti per quanto riguarda i progetti recenti che riescono ad attirare l'attenzione e possono sfruttare la possibilità di non avere una durata unica grazie al fatto che vengono trasmessi via cavo o in streaming, ogni storia può essere di 20 o 40 minuti. Show come Black Mirror hanno avuto un incredibile successo e per questo penso che nel futuro ci sarà un'espansione del genere, ci saranno più progetti antologici.

Garris ha però sottolineato che esistono ancora degli ostacoli da superare a livello produttivo:

Bisogna dire che è difficile vendere un film antologico, è complicato ottenere l'approvazione degli studios o di una casa di produzione, anche per quanto riguarda le serie tv, ambito in cui si vogliono dei personaggi ricorrenti o una storia che leghi i vari elementi. Penso però che i giovani si abituino a quello che viene offerto, ovvero i franchise come The Conjuring 1, 2 e 3. Risulta più facile occuparsi del marketing e i progetti antologici sono difficili da vendere perché hanno tante storie diverse in contemporanea, e quindi abbiamo dovuto realizzarli in modo indipendente e con un budget limitato.

La situazione del settore potrebbe inoltre vivere dei cambiamenti dopo l'accordo stretto tra Disney e Fox e Dante ha chiarito il suo punto di vista:

Ci sono tante società che realizzano film e ora ce ne sarà una in meno. C'è la tendenza a consolidare tutto sotto il controllo di un'unica realtà, in ogni settore, e questo significa che avrà più controllo per quanto riguarda ciò che verrà offerto e che gli spettatori potranno vedere. Credo sia qualcosa di negativo, ma non vedo alternativa perché si tratta di affari e non ci saranno più molti interlocutori.

Mick pensa in particolare alle opportunità limitate dal punto di vista distributivo:

Credo ci saranno ancora molti film indipendenti, ma non verranno visti nelle sale cinematografiche. Non credo che verrà realizzato un film antologico horror da distribuire tradizionalmente perché tutti i progetti degli studios come i cinecomic, saghe horror, Star Wars, The Conjuring, i franchise, occuperanno le grandi sale. Si dovranno trovare altre realtà come Hulu, Amazon, Apple, Netflix. I progetti come i nostri saranno destinati a realtà alternative, ma è sempre meglio che non avere alcuno spazio.

Il mondo del cinema ha vissuto molti cambiamenti ed è in continua evoluzione, come ha ricordato anche Joe ricordando gli anni in cui ha mosso i primi passi nel settore:

Ho iniziato a lavorare con Roger Corman in un periodo in cui era indipendente, e in quegli anni era un po' l'outsider e fuorilegge di Hollywood. Non appena i suoi progetti hanno iniziato ad avere successo i grandi studios hanno cercato di limitarlo e copiare i suoi progetti, ma con un alto budget. Si è trattato di una situazione fantastica per poter imparare. Ha sfruttato il periodo della fine della "Hollywood classica". Credo che molti di noi che erano presenti in quegli anni si sentano davvero fortunati perché era la fine di un sistema che aveva però dato vita a film che ci hanno fatto sognare e spinto a diventare registi. Ora, alle volte, mi chiedo cosa possa spingere i giovani a diventare filmmaker, se lo stesso accadrà con i lungometraggi dedicati ai supereroi.

Il presente, invece, è all'insegna di un possibile cambiamento in positivo. Joe Dante ha sottolineato:

Jason Blum ha cambiato quasi da solo il modo di realizzare i film horror e inoltre è riuscito a migliorarne il profilo a farli considerare qualcosa di serio, ad attirare altre persone e a realizzarli a livello di qualità da Academy. L'intero profilo di chi realizza film horror è stato elevato. Nel corso degli anni molti registi famosi hanno realizzato horror, ma i critici non sembrano aver mai realmente apprezzato. Ci sarà sempre un bisogno di questo tipo di film che si evolvono con il passare del tempo. Credo che se il futuro diventerà come lo immagino io ci sarà spazio per ancora più progetti horror!

Mantenersi aggiornati ed evolversi è inoltre alla base del lavoro di Mick Garris:

Molti filmmaker raggiungono un certo livello di successo e si fermano in quella situazione. Io, invece, sono affascinato da quello che è nuovo, interessante, e andando ai festival posso vedere film di genere che propongono diverse prospettive. Si tratta di qualcosa che adoro. Voglio anticipare i tempi, non seguire l'onda. Voglio sapere in che modo cambia la tecnologia , quello che è importante nella società che ci circonda in modo da riflettere tramite le metafore proposte dai film horror. Come produttore mi entusiasmo per le persone che realizzano cose eccezionali, come recentemente Hereditary e Revenge, che mi spingono a realizzare film come Nightmare Cinema, e anche in veste di spettatore voglio essere continuamente sorpreso. Intervisto inoltre molte persone grazie al mio podcast settimanale, ho realizzato già una cinquantina di episodi, e imparo tantissimo dai filmmaker di ogni età, cresco moltissimo grazie a questa esperienza, la ritengo un'opportunità incredibile.

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