Nightmare Before Christmas: la fatica di realizzare un classico senza tempo
Ripercorriamo, con il documentario Netflix "I film della nostra infanzia: le feste", la creazione di Nightmare Before Christmas
Le origini
Tutto iniziò nei laboratori Disney, nella mente di Tim Burton. Il giovane animatore era un outsider rispetto allo stile caldo e accogliente a cui i "cartoni animati" erano abituati. Un po' insofferente lavorava nel programma dei giovani animatori della casa di Topolino ma, nel tempo libero, disegnava personaggi molto lontani dalla sensibilità ottimista e “family friendly” che gli era imposta. Nel 1980 conobbe Henry Selick, un artista che, come lui, faticava a disegnare "personaggi teneri dagli occhi grandi". I due si misero quindi. all’opera su alcuni bozzetti realizzati anni prima da Tim Burton, che sarebbero successivamente diventati Nightmare Before Christmas.
Nightmare Before Christmas subì così un lunghissimo stop che servì però a Tim Burton per imporsi come uno dei registi più forti al box office di quegli anni e a costruire il team che porterà successivamente in vita Jack Skeleton.
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Nel frattempo Tim Burton stava scalando Hollywood con il cult Beetlejuice - Spiritello porcello e il successo globale di Batman. Diventato il regista del momento, aveva guadagnato totale libertà creativa per il secondo capitolo delle avventure del Crociato di Gotham ed era quotatissimo negli studios. Ma ancora un suo desiderio era inespresso: quel Nightmare Before Christmas su cui tanto aveva lavorato nei primi anni della sua carriera. Andò quindi dalla Disney per ricomprare i diritti dei suoi bozzetti. In cambio ricevette la proposta di dirigere il film, in un regime di totale libertà creativa. Una proposta troppo succosa da rifiutare. Ma Burton era impegnatissimo, schiacciato dall’imponente produzione di Batman - Il ritorno.
Si riparte con Nightmare Before Christmas
Decise quindi di delegare la realizzazione a Rick Heinrichs, il quale a sua volta contattò Henry Selick. In poco tempo reclutarono il team produttivo, tra cui lo sceneggiatore Michael McDowell, e fondarono la Skellington Productions. La sede della neonata casa di produzione era nella Bay Area di San Francisco. Volevano che la Disney, situata in California, stesse il più lontano possibile per non avere interferenze creative. In risposta venne mandata sul set la produttrice esecutiva Kathleen Gavin la quale iniziò a fare pressioni al team per rispettare il delicato equilibrio tra tempo e budget.
Ma la sceneggiatura tardava. Michael McDowell era a un punto morto. Mentre scriveva stava combattendo i demoni della cocaina con grande difficoltà. Si decise allora di iniziare a lavorare dalle canzoni, affidando a Elfman il compito di caratterizzare i personaggi con i testi dei brani. Il musicista prestò anche la voce a Jack Skeleton temporaneamente, in attesa di trovare un doppiatore. Sebbene il personaggio verrà poi doppiato da Chris Sarandon, Elfman si affezionò così tanto a Jack da restare la voce nei cantati.
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Nel frattempo Tim Burton supervisionava la produzione da lontano, imponendo poche semplici regole: vietati gli angoli retti e solo colori grigi e arancioni per il paese di Halloween.
Come avere l'ok?
Per convincere la Disney della validità del film usarono alcune strategie. La prima scena mostrata fu la canzone Cos’è, che manteneva un tono più allineato a quello dell’animazione dell’epoca e rassicurò gli executive. Quando il film sforò il budget la produttrice Kathleen Gavin organizzò un test screening che ebbe successo e convinse la dirigenza ad implementare l’esborso di denaro.
Ma non tutto filò liscio. Selick e Burton si scontrarono sulla visione rispetto al finale, tanto che quest’ultimo, in un moto d’ira, tirò un calcio al muro sfondando la parete.
Caroline Thompson, scrittrice di Edward mani di forbice, nonché al tempo ragazza di Elfman era entrata come sceneggiatrice al posto di McDowell. È sua la caratterizzazione di Sally che all’epoca era ancora una femme fatale dalle fattezze di pin-up.
Una volta concluso, Nightmare Before Christmas terrorizzò i bambini delle proiezioni di prova. Venne così riposizionato. Passò alla Touchstone, l’etichetta Disney per un pubblico più adulto e venne rinominato Tim Burton's The Nightmare Before Christmas. Il cambiamento destò molti malumori nella produzione che, giornalmente, aveva portato in vita la visione del regista, ben più celebre, ma comunque distante durante la realizzazione.
Iniziò così la vera controversia sulla paternità di questo classico dell’animazione. Il documentario lascia la risposta allo spettatore, alle emozioni di ciascuno che può rivedere il gotico burtoniano o l’inquietante stile di Selick. O forse, il merito di questo insuccesso all’uscita, diventato poi negli anni un cult imprescindibile, è di Elfman e di Thompson che con la loro arte hanno dato un’ulteriore dimensione a questa inquietante, ma adorabile, visione.
I film della nostra infanzia è disponibile su Netflix