Nightmare 3 – I guerrieri del sogno non è solo un ritorno alla forma

Nightmare 3 – I guerrieri del sogno corregge il tiro dopo il 2, ma ha anche parecchie idee interessanti e originali

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Quella di Nightmare è una di quelle saghe per le quali vale senza discussione il principio per cui il primo, l’originale, il capostipite è e sempre sarà il migliore di tutti. È un principio con poche, eccelse eccezioni (pensate ad Aliens, che per qualcuno non solo se la gioca con il primo ma lo sorpassa pure), e che è sostanzialmente sempre valido se si parla di grandi franchise horror. Da Halloween a Venerdì 13 a Non aprite quella porta, la regola per cui l’originale non si batte è infallibile. Neanche Nightmare 3 – I guerrieri del sogno riesce a infrangerla, ma è uno di quelli che ci va più vicino.

Nightmare 3 – I guerrieri della notte è una correzione di rotta

Diretto da un Chuck Russell allora al suo debutto (parliamo di quello che poi diresse Blob – Fluido mortale, ma anche The Mask con Jim Carrey), Nightmare 3 – I guerrieri del sogno è la più classica delle correzioni di rotta. Pur con il suo fascino obliquo, Nightmare 2 – La rivincita aveva deluso i fan dell’originale soprattutto perché infrangeva le sue stesse regole, e stravolgeva il canone stabilito nel primo capitolo. Il terzo, scritto e riscritto tra gli altri dallo stesso Wes Craven e da quel mago delle sceneggiature che è Frank Darabont, fa un grosso passo indietro, e torna a presentarci il Freddy Krueger che avevamo imparato a temere.

Questo significa basta incursioni nel mondo reale, si torna nel campo da gioco preferito dell’ex infanticida: tutte le cose interessanti di Nightmare 3 – I guerrieri del sogno succedono nel mondo del sogno, appunto, nel quale Freddy è onnipotente e libero di dare sfogo alla sua creatività, invece di doversi appoggiare a corpi umani e quindi limitati. Il Krueger del film è finalmente quello che ci piace, e questo dettaglio da solo basta a “fare” il film. Anche tutti i nuovi dettagli che scopriamo sul suo passato, sul suo destino e sulla sua trasformazione in mostro che infesta i sogni sono in linea con quanto raccontato nel primo Nightmare: è come se il secondo non fosse mai esistito.

Le nuove idee del terzo capitolo

Fortunatamente, però, Nightmare 3 – I guerrieri del sogno non è solo un remake del primo capitolo con nuovi adolescenti da massacrare. L’ambientazione è la più claustrofobica vista finora: a questo giro Freddy tormenta un gruppo di pazienti di un ospedale psichiatrico, tutti adolescenti, tutti perseguitati dal suo faccione bruciato e tutti in qualche modo collegati al suo succitato passato. Questo fa nascere nel film dinamiche completamente nuove, e anche lontane da quelle classiche dello slasher con adolescenti. Certo ci sono alcuni dei trope che ci si aspetta da un film così, ma tutti i rapporti interpersonali sono comunque filtrati dal luogo in cui si manifestano e dalla condizione, diciamo così, particolare dei personaggi.

L’ambientazione ospedaliera permette anche di creare gerarchie inusuali in un film con soli adolescenti, e stratificare l’ecosistema dei personaggi: Nightmare 3 – I guerrieri del sogno è il più corale dei primi tre capitoli, tanto che non si premura neanche di proporci una nuova final girl ma ci ripresenta un volto noto. Ci sono dottori e pazienti e inservienti, visioni diverse su come gestire la situazione e su quale sia la natura di questa situazione (tutti i medici partono dalla posizione condivisa che si tratti di un caso di psicosi collettiva e non una persecuzione a opera di una creatura malvagia che vive e uccide nei sogni), e un po’ di cabin fever che rende tutti più nervosi e suscettibili di quanto sarebbero se andassero al liceo invece che dalla psichiatra. Il fatto che Craven e compagnia siano riusciti ad amalgamare alla perfezione questa ambientazione con la struttura classica dello slasher è un mezzo miracolo.

I difetti di Nightmare 3 – I guerrieri della notte

Ovviamente non è tutto oro, altrimenti avremmo detto fin dall’inizio che il terzo capitolo di Nightmare è meglio del primo. Nightmare 3 – I guerrieri del sogno, per esempio, soffre un po’ per la sua stessa coralità: i personaggi oscillano tra “tanti” e “troppi”, e soprattutto verso la fine l’ago della bilancia pende nettamente verso la seconda opzione – non è facile arrivare a empatizzare con un cast così ampio in così poco tempo, e il risultato è che le morti si accumulano ma hanno un impatto emotivo più blando di quanto dovrebbero. C’è tanta creatività, tanto artigianato negli omicidi di Freddy Krueger, ma spesso manca la scintilla: si finisce per ammirare con la testa rimanendo però distaccati con la pancia e il cuore.

Se chiedete a noi, comunque, sono piccolezze: non è mai facile arrivare al terzo capitolo di una saga senza perdere un po’ di ritmo, e al contrario Nightmare 3 – I guerrieri del sogno quel ritmo lo ritrova, e forse l’unica cosa che gli manca davvero è l’effetto sorpresa. Che è un po’ il problema che avrà anche il quarto film della saga, quello che per molti è il vero erede del primo e l’unico che può aspirare a detronizzarlo. Sarà vero? Ne riparliamo tra una settimana.

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