Netflix: Monty Python And The Holy Grail, perché "il morso dell'alce può essere molto fastidioso"

Arriva su Netflix Monty Python And The Holy Grail, secondo film del gruppo comico inglese e primo loro successo cinematografico. Era il lontano 1974

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Chi?

(rigorosamente in ordine alfabetico conoscendo i rispettivi ego)

Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin. Autori e attori comici. Non proprio di primo acchito: uno si vedeva più come principe del foro (Cleese), un altro medico (Chapman), un altro ancora addirittura storico accademico (Jones) o addirittura regista (Gilliam). Tutti nati tra il 1939 e il 1943. Si conoscono per vie traverse (tre hanno studiato a Cambridge, due a Oxford, uno è statunitense) e grazie a un dirigente visionario della BBC (Barry Took) vengono messi un po' casualmente in una stanza alla fine dei '60 per provare ad ideare uno show tv settimanale di 30 minuti a base di sketch in studio, qualche sequenza in pellicola girata in esterni e interventi animati non meglio specificati. Nasce Monty Python's Flying Circus ovvero il Circo Volante gestito da un impresario sospetto, invisibile, irreperibile e quindi probabilmente truffaldino di nome Montgomery Python, per gli amici Monty (forte l'influenza dei Beatles e nello specifico del loro ottavo album del 1967 intitolato Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band). Le prime puntate del Flying Circus sono un disastro. Ascolti bassi e pochissime risate in studio da parte del pubblico (tranne il fratello di Terry Jones; praticamente si sente solo lui). La BBC vuole cancellarlo. Poi gli ascolti crescono leggermente prima di diventare buoni, ottimi, infine addirittura strabilianti. Il programma si fa di culto intercettando soprattutto la fascia dei più giovani. 45 puntate dal 1969 al 1974. Quattro stagioni di tredici slot da 30 minuti ciascuno tranne la quarta che ne prevede solo 6 anche perché uno di loro (Cleese) ha lasciato lo show.

Cosa?

Monty Python And The Holy Grail (1975; manteniamo il titolo originale rispetto al più ambiguo Monty Python inizialmente scelto per la discutibile edizione italiana da noi in sala il 7 maggio del 1976) è il secondo tentativo cinematografico del gruppo. È uno strano fantasy ispirato al ciclo arturiano in cui la trama principale vede Re Artù (Chapman) cercare di trovare il Sacro Graal dopo che Dio gli ha ordinato di farlo apparendogli in cielo. Lo accompagneranno Lancillotto (Cleese), Bedivere (Jones), Robin (Idle), Galahad (Palin) e il suo fido scudiero Patsy (Gilliam). Ci sono maghi, castelli, streghe, monaci penitenti, enigmi, indovini, mostri pericolosissimi (specie un coniglietto) e armature assai pesanti. Ogni tanto intervengono le animazioni di Gilliam nonché clamorosi anacronismi come la presenza di uno storico moderno (orrendamente trucidato) e di un marxista ante litteram di nome Dennis. Tutti i Python figurano come autori e attori. Alla regia esordiscono due di loro: Terry Jones e Terry Gilliam. È la prima volta che il gruppo prende in mano ufficialmente la direzione visiva di una loro opera visto che precedentemente avevano sempre collaborato con il regista scozzese Ian MacNaughton lasciando a lui il compito di dirigere anche se Terry Jones aveva preso via via sempre più il controllo in studio, sul set e al montaggio.

Quando?

Si gira dalla fine di aprile fino a metà giugno del 1974. La pellicola uscirà nelle sale Usa e Uk nella primavera del 1975.  È un momento cruciale nella Storia per la cosiddetta commedia surreale (termine che preferiamo a demenziale) visto che Woody Allen zitto zitto ne ha sfornate già sei, o meglio cinque, dal suo esordio ufficiale del 1966 e Mel Brooks ha appena trionfato al botteghino con Mezzogiorno e Mezzo Di Fuoco, uscito in Usa il 7 febbraio 1974 aprendo la strada a questo nuovo tipo di risata più anarchica, grafica e quindi anche violenta ed oscena rispetto ai padri nobili Chaplin, Keaton e Marx Bros. L'ultima trasmissione dell'ultima puntata della quarta, e conclusiva, stagione del Flying Circus risale al 5 dicembre del 1974.

Dove?

Per evitare le ristrettezze della produzione televisiva, il gruppo decide di girare molto in esterni tra i castelli della Scozia (soprattutto uno visto che mancano i soldi: Doune Castle). I costumi pesanti (lo storico del gruppo, Terry Jones, cerca la ricostruzione filologicamente più esatta dell'armatura del cavaliere medievale), il tempo inclemente e le location impervie (dirupi, boschi, picchi e anche burroni) fanno sì che la produzione del film sia molto faticosa e mal tollerata dai più schizzinosi del sestetto (ovvero John Cleese).

Perché?

Dopo il flop del primo tentativo di film E... Ora Qualcosa Di Completamente Diverso (1971; un the best of delle prime due stagioni del Flying Circus) per via di, parole di Michael Palin, "troppi uomini dietro delle scrivanie"... il gruppo decide che se i Monty Python riusciranno mai avere un futuro su grande schermo al di là del successo di culto dello show tv del Flying Circus, sarà per via di una maggiore forza visiva, più scene all'aria aperta e dimensione cinematografica (costumi, scenografie ed effetti speciali). I sei si trovano in un momento decisivo delle rispettive carriere: continuare i Monty Python rivedendosi ogni tanto per fare un film insieme (con quindi l'opportunità di condurre progetti in solitaria nel frattempo) o dichiarare, serenamente, la fine di questo particolare gruppo di comici in cui tutti sono leader ambiziosi con mille offerte, e tentazioni, centrifughe? I ritmi televisivi che li hanno visti praticamente convivere 24 ore su 24 per 5 lunghi anni dal 1969 al 1974 ("Eravamo una sorta di comune" ricorda con una certa nostalgia Terry Gilliam) non possono più essere sostenuti per via dell'età, rispettive vite private e insofferenze (si discuteva molto nel gruppo specie tra Jones e Cleese). Ma il marchio "Monty Python" ha già un valore economico pazzesco a metà anni '70 e i sei sono stati lestissimi a registrare a loro nome qualsiasi diritto di sfruttamento del brand, compresi album musicali e un merchandise che comincia a moltiplicarsi. Perché abbandonare quella miniera d'oro? Basta solo trovare il primo successo al botteghino che, nonostante un basso budget e un clima non proprio di grande fiducia reciproca durante le riprese, arriva proprio in occasione dell'uscita in sala di Monty Python And The Holy Grail. Non solo sono sopravvissuti alle tensioni e al pessimismo ma la scarsezza del budget ha prodotto una gag memorabile che sarà sempre di insegnamento per i futuri registi alle prese con produzioni miserrime: non avendo i soldi per pagare i destrieri di questi scalcinati cavalieri della Tavola Rotonda, i Python hanno l'idea di far battere delle noci di cocco dai rispettivi scudieri (ben visibili al pubblico mentre lo fanno) per simulare il rumore degli zoccoli. L'idea, come si direbbe oggi, è così folle da diventare virale.
Alla fine del 2004 Eric Idle "estrae" dal film il musical Spamalot, vincitore nel 2005 di tre Tony Award, campione di incassi, adattato per i palcoscenici italiani a fine 2017 grazie a Stefano Belisari e Sergio Conforti in arte Elio e Rocco Tanica.

Conclusioni

Tra le pochissime cose dei '70 citate in Ready Player One di Steven Spielberg troverete la Holy Hand Grenade custodita gelosamente dal protagonista Wade nei panni del suo avatar Parzival. Questa bomba a mano di provenienza sacra è solo una delle tante cose bizzarre e divertenti contenute in questo film del 1974 ora disponibile su Netflix. Che fare dopo questa insperata vittoria? Il gruppo si dà appuntamento per una prossima avventura cinematografica. Non c'è fretta. Basta trovare un soggetto che abbia a che fare con la religione.

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