Natalia Aspesi e Badtaste

Ritrovarsi ad avere un articolo dedicato su Repubblica è sicuramente interessante per un sito indipendente di cinema. Ma le motivazioni dietro alla scelta di Natalia Aspesi sono molto curiose...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Ne avevamo già parlato ieri nell'editoriale di Andrea, ma riteniamo importante puntualizzare alcuni concetti sull'articolo che Natalia Aspesi ha deciso di dedicarci nelle pagine di Repubblica di ieri e che vi riproponiamo per i più distratti, in versione scansionata o nel testo qui sotto:

NUOVO CINEMA INFERNO

La settimana prossima comincia la 65° Mostra del cinema di Venezia che si annuncia di un cinegusto così sopraffino, così colto, da preoccupare anche i meno frivoli studiosi del ramo. Si temono soprattutto sberleffi da parte di quei cinefili arroccati in numerosi siti appassionati di enormi eroi volanti in maschera, tra i quali il più simpaticamente settario pare essere BadTaste.it, che occupandosi del “nuovo gusto del cinema”, che da se stesso definisce cattivo, potrebbe inscenare al Lido, con i suoi molti appassionati seguaci, forti manifestazioni di dissenso verso il cinema della realtà, e i suoi film sul potere e la guerra in cui non intervengono né Batman né il principe Caspian a sistemare le cose. Svillaneggiata dal sito per non aver capito niente del capolavoro mondiale Il Cavaliere oscuro, “secondo incasso dopo Guerre stellari”, me ne sono appassionata, per la ricchezza delle informazioni che sforna a getto continuo, anche nel più raffinato spazio “Superbad”. Notizie shock ultima ora: “Harry Potter 6 rimandato a luglio 2009!” “Orde di fan inferociti si organizzano per boicottare X-men origins, Wolverine, perché la Fox sta boicottando Watchmen…”.

Certo, è un po' strano sentirsi dare dei settari dalla Aspesi. Insomma, noi parliamo di Batman e del Principe Caspian, pellicole che riempiono le sale. Lei va a Venezia a vedere film "sulla guerra e sul potere", certo non prodotti di massa (beninteso, non per questo meno belli, anzi spesso molto più soddisfacenti di tanti blockbuster strapieni solo di effetti speciali e poco altro).

Insomma, andrebbe benissimo se ci desse dei popolari, dei grossolani, se vuole degli zotici e dei cafoni che parlano (spesso criticandoli nelle recensioni, ma vabbeh) di film per il grande pubblico, mentre lei è quella colta e raffinata, ma "settari"? Boh. Sarebbe comunque troppo facile far notare che, mentre noi ci occupavamo (tra le tante cose) di autori come John Sayles, di documentari come Taxi to the Dark Side o di bellissime pellicole inedite nel nostro Paese (Little Children o The Orphanage, tanto per fare due nomi), la Aspesi sfruttava il suo straordinario talento al servizio della Posta del cuore del Venerdì di Repubblica. Ma saremmo superbad a farlo e non è il caso. Così come non è il caso di far notare che, solo il mese scorso, la rivista XL, costola di Repubblica, ci dedicava un trafiletto simpatico e molto elogiativo. Per la proprietà transitiva, potremmo dire che Repubblica con la mano destra (la Aspesi) critica involontariamente quello che elogia la sinistra (XL). E che dire dell'elenco-presa per i fondelli che la Aspesi fa delle nostre "notizie shock" (dimenticando ovviamente che anche Repubblica ha dedicato ampio spazio alle vicende di Harry Potter rimandato)? Si potrebbe far notare che nella stessa edizione del quotidiano in cui la Aspesi parlava di noi, si titolava "Jean Reno ricoverato per infarto", notizia che noi personalmente abbiamo smentito seguendo gli aggiornamenti che arrivavano. Per non parlare delle notizie "sulla guerra e il potere" di cui è piena Repubblica online questa mattina, tra cui "Una Venere a Villa Certosa - Berlusconi ospita Naomi", "Sophie nuda, proposta indecente - Playboy offre un milione di dollari", "Rihanna a passo di carica - la calzatura è stile gladiatore", "Spagna, servizio recupero crediti - l'esattore arriva in frac" o "Usa la canna da pesca di Barbie - cattura un pescegatto record". Insomma, il suo tono da "noi facciamo informazione seria, questi parlano di cavolate" francamente sembra tipico di qualche giornalista-intellettuale che fa ancora finta che la versione online della sua testata sia Le Monde e non stia andando sempre più verso Novella 2000.

Per capire però certi retroscena importanti bisogna fare un passo indietro, tornando al Festival di Cannes del 2001. In quell'occasione, la Aspesi parlò del Signore degli Anelli, di cui venivano presentati una ventina di minuti in anteprima, e sostenne che il libro era "un'opera un po' naziskin". Assieme all'ottimo Francesco Alò, organizzammo delle proteste internettiane per questa gravissima (e infondata) accusa della giornalista, che ovviamente si basava soltanto sul favore riscosso dal romanzo presso i gruppi di destra degli anni settanta in Italia e non certo sulla storia personale dello scrittore, che vide un figlio impegnato nella seconda guerra mondiale contro i nazisti (quelli veri, non gli uruk-hai), tanto per capire l'assurdità dell'affermazione. La Aspesi smise per questo di parlare di una materia che chiaramente non conosceva? No, anzi si lamentò che i fan ce l'avessero con lei perché non amava Il Signore degli Anelli. Insomma, faceva confusione tra le critiche ad un suo grave errore (che ometteva di segnalare nei suoi pezzi successivi, figuriamoci scusarsi) e tra presunte (ed inesistenti) critiche al suo pieno diritto di non amare il film (ma chi lo metteva in discussione?).

La cosa curiosa è che probabilmente è successo lo stesso anche quest'anno. In questo articolo, dedicato alle enormi imprecisioni della stampa italiana nel trattare le vicende di cronaca giudiziaria/familiare dell'interprete di Batman, facevamo notare una frase della Aspesi che recitava così (e che non ci risulta sia mai stata corretta su Repubblica): "nella realtà l´attore Christian Bale ha pestato duramente mamma e sorella". Oltre che nell'articolo su Bad Taste, ho fatto notare la cosa in una mail pubblicata da Dagospia, particolare che probabilmente ci ha fatto conoscere dalla nostra beniamina, considerando l'enorme popolarità di quel sito tra gli addetti ai lavori del mondo dell'informazione. Ma cosa scrive invece la Aspesi nell'articolo che ha deciso di dedicarci ieri? Di essere stata "svillaneggiata dal sito per non aver capito niente del capolavoro mondiale Il Cavaliere Oscuro". Insomma, ci risiamo: noi facciamo delle critiche per degli errori che riteniamo gravi e concreti e la Aspesi parla di giudizi estetici sul film (peraltro, la passione dichiarata per il nostro sito non deve essere molto forte, considerando che non l'ha spinta a leggere la recensione sul Cavaliere oscuro, in cui dicevo nello strillo "non è il capolavoro sperato").

Siamo esagerati noi a prendercela tanto per certe cose? Forse sì, ma se la Aspesi ritiene di essere stata 'svillaneggiata' per delle critiche puntuali e precise, cosa dovrebbero dire due persone (di cui una morta e che non si può difendere) accusate ingiustamente di essere "naziskin" o di aver "pestato duramente mamma e sorella"?

Insomma, a questo punto probabilmente si possono fare due ipotesi (magari anche di più, i suggerimenti sono bene accetti, soprattutto da parte di Repubblica). Una è che la Aspesi abbia qualche strano problema nelle critiche ai suoi errori, che vengono trasformate dal suo cervello in critiche ai gusti personali. La seconda possibilità è che la Aspesi abbia problemi con il dissenso e quando capita, senta la necessità di sfogarsi sulle pagine di Repubblica con chi la contesta, modificando a piacimento le ragioni della contestazione per far sembrare i suoi critici come dei fanatici che l'accusano di cose assurde, ottimo sistema per farla apparire una vittima. Nel primo caso, ci si chiede come mai un quotidiano come Repubblica non le preferisca per gli articoli di cinema giornalisti "un po'" più attenti, di cui peraltro la loro redazione è piena (Roberto Nepoti, Paolo D'Agostini, Antonio Monda, Mario Sesti, ecc.). Nel secondo, il dubbio è se sia normale che un giornale così prestigioso e ben fatto venga utilizzato per risolvere questioni private, senza che nessuno controlli la veridicità delle sue affermazioni. Come detto, magari ci sono altre ipotesi e possiamo promettere che, anche se abbiamo problemi a distinguere la realtà dalla finzione perché pensiamo che Batman e Il Principe Caspian siano personaggi veramente esistenti che salveranno il nostro mondo dall'inquinamento e dalla crisi in Georgia, siamo pronti ad accettare il responso della realtà, qualsiasi esso sia.

Comunque, tranquillizziamo la Aspesi. Da Venezia avremo del materiale da parte di prestigiose firme come il già menzionato Alò e Boris Sollazzo (Liberazione, Il sole 24 ore, Film Tv), ma la redazione di Badtaste (che, a differenza di altri, non riceve sovvenzioni pubbliche, nonostante ormai faccia numeri ben superiori a tanti quotidiani 'prestigiosi', e quindi non si possa permettere costose trasferte esterne) rimarrà a lavorare normalmente sul sito e non sarà impegnata ad organizzare barricate di contestazione al Lido.

Ma, detto che nella sua battaglia per la realtà a Venezia non avrà contro Badtaste (se vuole, a Roma ci saremo nella mia umile presenza, le orde di fan invece prometto di tenerle incatenate in cantina a grugnire come loro solito, visto che sono incapaci di esprimersi in senso compiuto e andando oltre i monosillabi), in realtà (scusate il gioco di parole) i temibili avversari della sua lotta sono molto più duri ed importanti di noi: niente di meno che Marco Muller, il curatore della Mostra. Una persona che la Aspesi probabilmente definirebbe un "cinefilo arroccato", considerando che durante la sua gestione ha conferito il Leone d'Oro alla carriera a straordinari visionari (nonché nostri beniamini) come Hayao Miyazaki, David Lynch e Tim Burton. Siamo sicuri che nei prossimi giorni sulle pagine di Repubblica leggeremo una solenne presa in giro di questo stimato professionista che al cinema "della guerra e del potere" sembra preferire quello più astratto e sognatore quando si tratta di conferire un riconoscimento così prestigioso come è quello alla carriera. D'altronde, volete che una giornalista coraggiosa come la Aspesi non metta tutti sullo stesso piano nei suoi attacchi ironici, che si tratti di siti indipendenti o potenti curatori della Mostra del cinema di Venezia? Aspettiamo impazienti e siamo sicuri che, come suo solito, non deluderà noi fan dei suoi articoli...

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