Moon Knight ha fatto incontrare Indiana Jones con Il seme della follia

Il colpo di scena della quarta puntata di Moon Knight dà anche nuove chiavi di lettura delle scelte visive della serie

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Spoiler Alert
Il quarto episodio di Moon Knight intitolato "La tomba” è Indiana Jones che incontra The Descent e si chiude come Il seme della follia. L’inizio, debolissimo, richiederà pazienza per essere rivalutato.  Immersi nella notte, Layla e Marc scappano dagli scagnozzi in un inseguimento tra le dune del deserto che sembra non sfruttare appieno l’illuminazione e si riduce a qualche fuoco d’artificio in un contesto di azione confuso.

I fratelli Coen in Non è un paese per vecchi hanno fatto scuola rispetto agli inseguimenti notturni: Llewelyn Moss (Josh Brolin) fuggiva da un pick-up che lo braccava nell’oscurità. Solo i fari illuminavano l’immagine come scie di luci pronte a inquadrare e a uccidere la vittima.

Le incertezze di Moon Knight

Nei fumetti di Moon Knight l’aspetto visivo, il contrasto tra i neri, i bianchi e l'uso dei colori, le geometrie portate all’estremo fino all’astrazione, sono lo strumento per mostrare follia, magia, e azione.

Qui purtroppo manca tutto questo nell’inizio della puntata. La regia si limita a descrivere quello che accade, senza mai sperimentare soluzioni nuove. È una piaga che sta toccando la serie ormai da più della metà della sua durata. Una discontinuità pesantissima tra i momenti in cui si lavora sull’atmosfera (sempre molto riusciti) e gli altri che portano avanti la trama (mai appassionanti).

Quando infatti l’episodio abbraccia appieno l'avventura archeologica (la scorsa settimana abbiamo citato Il mistero dei templari, ora siamo più in zona Indiana Jones) funziona fino a un certo punto. Perché i misteri delle tombe, a tratti quasi horror, pretendono una tensione mai veramente supportata dal rischio di conseguenze concrete. Dopo molte ore ancora si fa fatica a voler bene ai personaggi. 

Non aiuta il protagonista scisso in più personalità che non sempre riescono a realizzare le intenzioni con cui sono messe in scena. Nelle sequenze allo specchio è chiaro che cosa vogliano fare i registi, ma poche battute arrivano a segno. Incredibile a dirsi, stare così tanto dentro alla mente di Steven/Marc ha fatto paradossalmente perdere tanta introspezione. Non che le storie su carta fossero molto diverse ma, almeno, venivano compensate da un disegno che prendeva il sopravvento. Diventava così un’esperienza soprattutto visiva, coerente e costante su tutte le pagine. Così non è stato nel caso della serie. Fino ad ora.

Moon Knight 4

Una scossa visiva

Se infatti non si giova dell’oscurità nell’introduzione, quando si entra nelle tombe per recuperare la statuetta di Ammit ritorna l’horror fantasy. Una sequenza più corporea che mai, con viscere e mani dentro i cadaveri, servitori di divinità che trascinano nel buio anche se, in questo caso, le tenebre non riescono a inglobare le vittime. Un momento fantastico, perfettamente bilanciato tra l’esplorazione del mistero e il raccapricciante. Il finale de I predatori dell'arca perduta deve essere stato visto parecchie volte prima di girare questa sequenza. 

Ma il meglio di Moon Knight, di tutta la serie fino ad ora, ci viene riservato nei pochi minuti finali. È lì che ispirazione dei fumetti, recitazione e posta in gioco della storia sono finalmente sincronizzate. Viene in aiuto Il seme della follia di John Carpenter. Chi è il pazzo? Un visionario che ha contemplato l’esistenza di una realtà mistica e la cui mente ha ceduto o un imprigionato in una realtà diversa?

È tutto nella mente del paziente?

È questo un colpo di scena che dà incredibile valore a tutto quello che abbiamo visto fino ad ora. Sperando che non venga tradito nella prossima puntata, il twist giustificherebbe l’incoerenza che notavamo settimana scorsa di un cielo ribaltato senza che nessuno dei grandi scienziati Marvel se ne preoccupasse. Darebbe inoltre sostanza proprio a quell’intreccio di vite così poco appassionante e realizzerebbe appieno la dissociazione mentale, fino ad ora mai estrema come nella controparte cartacea.

Ma non è solo questo. Negli ultimi minuti ci viene data una chiave di lettura per comprendere le tante scelte che, poco sopra, abbiamo definito come discutibili e poco efficaci.

Guardiamo l’episodio nella sua interezza soffermandoci sulle inquadrature. Finalmente si ritrova un uso logico dei colori che ha una funzione ben precisa proprio rispetto a quella chiusura. Nella parte centrale, quella archeologica, i controluce rendono le figure umane come statuette votive, quasi più astratte delle scenografie in cui sono collocati. Harrow insegue come un fantasma, sempre più avanti per le informazioni che possiede, ma sempre un passo indietro nello spazio. Perché lui è a tutti gli effetti quasi un’ologramma, una proiezione concreta della fantasia. 

Dalle ombre alla luce

Moon Knight 1x4

Il meglio arriva però confrontando la scena finale con l’inizio. Nella confusa fuga iniziale la fonte di luce naturale è la luna piena. Il resto è fatto dai fari delle automobili o dai razzi segnalatori. Moon Knight, il cavaliere della luna, ha il costume che lo avvolge come una mummia, ma si ispira al cielo, non alla terra: il mantello, come il suo pugnale, sono mezzelune. Gli occhi così luminosi, parziale tradimento dei fumetti in cui sono sì bianchi ma non come lampadine, brillano della stessa luce che c’è nel cielo… o del neon del reparto psichiatrico.

Una mossa Kansas City dei registi che ci hanno fatto guardare a destra la luna indicando la direzione con il dito, per poi andare a sinistra dove c’è un altro tipo di luce. Ogni citazione ai film del passato potrebbe acquisire quindi un senso drammatico all’interno della storia (derivano dalle cassette viste sul vecchio televisore). E pure la distanza con il resto dell’MCU, i pochi collegamenti, potrebbero trovare una ragion d’essere grazie a questo colpo di teatro che restituisce un senso proprio a quelli che sembravano i difetti della serie. 

Il bianco acciecante dei corridoi, che anestetizza e pulisce gli spazi, è finalmente quel segno di creatività che tanto abbiamo aspettato. È uno yin e uno yang: un segno di armonia e di equilibrio in una serie che parla proprio dell’opposto. Ed è anche la creazione - finalmente - di un’energia cinetica che dalla dualità tra verità e fantasia fa nascere la forza di quello che stiamo vedendo. Il vero Moon Knight potrebbe essere iniziato ora.

Moon Knight è disponibile su Disney+.

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