Monte Gelato, l'opera in VR che ci ha lasciato a bocca aperta | Venezia 78
Presentata nella sezione VR Expanded di Venezia, Monte Gelato, di Davide Rapp, è un viaggio commovente nella filologia del cinema
Monte Gelato monta insieme clip di tutti questi film per ricostruire la morfologia del luogo, cioè per creare una visione finale a 360 gradi di tutta quella zona assemblando scene diverse di film diversi.
Ma la componente di realtà virtuale, cioè l’esplorazione e la ricostruzione della morfologia di un luogo tramite le immagini dei film che vi sono stati girati, è solo una parte della fruizione. Perché lungo i 28 minuti di durata diventa chiaro che il viaggio è anche attraverso la stupefacente varietà produttiva del cinema italiano. A Monte Gelato sono stati girati western, film di fantascienza, di cappa e spada medievale, fantasy, erotici, drammatici, di Franco e Ciccio, Superfantozzi ma anche Sbirulino. Ci sono passati Walter Chiari, Nino Manfredi, Mariangela Melato e Ugo Tognazzi, solo per fare i primi esempi, ma anche una marea di forzuti del cinema (con in testa Steve Reeves), Giuliano Gemma, Nino D'Angelo e poi tantissimi attori stranieri che venivano a girare in Italia.
Non è difficile commuoversi se si hanno a cuore le cose di cinema. In Monte Gelato c’è la storia del doppiaggio, della recitazione, della fotografia e della scenografia della seconda metà del ‘900 italiano. Soprattutto in Monte Gelato c’è la ricostruzione filologica di un sommerso cinematografico che intuiamo dalle diverse risoluzioni, diverse qualità dei reperti (alcuni con il logo del canale televisivo che li ha trasmessi).
Quello di Davide Rapp è uno studio che si trasforma in opera e che inondando il fruitore di informazioni solleva dentro di lui domande, considerazioni, nostalgie, richiami e desideri.