Monster Hunter: World, 8 milioni di copie vendute e una Capcom in stato di grazia
Capcom ha vinto la sua grande scommessa con Monster Hunter: World e non ha certo intenzione di fermarsi
L’ultima iterazione del franchise è stata quasi una scommessa. Per la prima volta, infatti, un titolo della serie è stato pubblicato simultaneamente in tutti i mercati, mentre c’è sempre stato un distacco di svariati mesi tra l’uscita in Giappone e quella in Occidente, con episodi che addirittura non hanno mai lasciato i lidi del Sol Levante. Ma la scommessa più importante, quella sulla quale cui vale la pena soffermarsi, è stata quella di voler allargare il bacino d’utenza del videogiocatore medio di Monster Hunter, anche questa superata con successo.
[caption id="attachment_188067" align="alignnone" width="1280"] Il Teostra è uno degli ultimi mostri aggiunti in Monster Hunter: World[/caption]
Il fascino della caccia a mostri giganteschi è stato sicuramente importante per i giocatori, che hanno premiato Monster Hunter: World in modo più che generoso. Aiuta anche un comparto tecnico solido, una mole di contenuti che, sebbene neanche lontanamente paragonabile a quella degli ultimi episodi, è stata supportata efficacemente con aggiornamenti ed eventi arrivati col tempo.
Un lavoro notevole quello di Capcom, che ha saputo confezionare un titolo solido, al quale si possono imputare oggettivamente pochi difetti. Una compagnia in stato di grazia, che sembra finalmente uscita da quel tunnel di banalità in cui si era affossata, insieme ad altre software house giapponesi, negli ultimi anni. Prima era infatti arrivato Resident Evil 7 biohazard, capitolo della serie che è stato capace quasi a sorpresa di segnare un nuovo inizio per la serie horror, il 28 agosto prossimo verrà pubblicato Monster Hunter Generations Ultimate su Nintendo Switch, che probabilmente darà un altro scossone importante alla popolarità del brand.
[caption id="attachment_188068" align="alignnone" width="1280"] Nessuno si aspettava un Resident Evil 2 così[/caption]
È in arrivo Devil May Cry 5 che, senza disconoscere il buon lavoro fatto da Ninja Theory con DmC: Devil May Cry, è una chiara dichiarazione di intenti sulla volontà della software house riguardo uno dei suoi franchise più rappresentativi, quella di riprenderne direttamente le redini. Tornando nel mondo dei non morti, Resident Evil 2 sembrerebbe un remake dalla portata incredibile. Il reveal avvenuto durante l’E3 2018 (momento più importante della conferenza Sony, senza troppi dubbi) ha mostrato un lavoro mastodontico.
Sembrano lontani quindi i tempi del lancio disastroso di Street Fighter V, che oggi con l’Arcade Edition continua a dominare la scena eSport dei picchiaduro (a proposito, Street Fighter 30th Anniversary Collection è stato un altro successo inaspettato) e del totale fallimento di Marvel vs. Capcom: Infinite, che non ha saputo affatto imporsi nella scena competitiva né come produzione commerciale. E lo scorso febbraio Kirk Black, Vice Presidente dello Sviluppo Prodotti di Capcom, aveva lasciato intuire che l’azienda stesse cercando di sviluppare nuove IP, oltre ad una piattaforma eSport proprietaria.
Dal 2017 ad oggi abbiamo visto un ritorno molto importante del mondo del Giappone videoludico sulla scena mondiale, con produzioni smaccatamente nipponiche come Persona 5 e Nier:Automata tra le altre, in grado di catalizzare l’attenzione di tutto il mondo, e Capcom è uno dei player che fa parte di questa nuova epoca d’oro dello sviluppo giapponese, senza dubbio.