Miyazaki e l'Italia
I risultati di Ponyo sulla scogliera, che non raggiungerà il milione di euro nel nostro Paese, confermano le difficoltà di Miyazaki nel nostro Paese. Ma quali possono essere le cause?
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Purtroppo, anche negli anni seguenti le cose non hanno funzionato. La città incantata è stato distribuito da Mikado, una società indipendente che ovviamente non poteva avere interesse ad 'affossare' Miyazaki, tanto che gli ha permesso di ottenere il suo miglior risultato di sempre in Italia... ossia, meno di un milione di euro. Ecco allora che, per il film successivo, Il castello errante di Howl, arriva la Lucky Red. Risultato? Poco più di 500.000 euro. I dati di Ponyo sulla scogliera sono invece storia recentissima, ma non certo 'nuova'. La pellicola ha infatti ottenuto 660.000 euro dopo il terzo weekend di programmazione e non raggiungerà il milione.
Prendiamo la recensione di Fabio Ferzetti sul Messaggero, che conferma che, quando è in palla, Ferzetti può tranquillamente aspirare al titolo di miglior critico d'Italia. E' infatti un articolo che chiarisce tanti riferimenti importanti e che sicuramente è un piacere da leggere per gli appassionati. Ma che idea dà a chi magari (e sono ovviamente tanti) il cinema di Miyazaki non lo conosce? Si parla di 'risonanze psicanalitiche", di "Bachelard" (ammetto, ho dovuto controllare su Wikipedia chi fosse), di arte giapponese, di "amore carnale" (qui il rischio di fraintendere è grosso) e di pesci-spermatozoi (e qui le famiglie sono scappate).
E Ferzetti non è l'unico che ha affrontato in questo modo Miyazaki. Anche un critico come Mereghetti ha spesso parlato di cose come "teatro kabuki" (vere, per carità). E se pensiamo al recente caso Wall-E (che a sentire certi quotidianisti era quasi un pamphlet rivoluzionario ed ermetico e non un intelligente e godibilissimo prodotto di animazione), vediamo che questo atteggiamento non è nuovo (così come non sono inediti i risultati). Questa, ovviamente, non è una critica all'operato di certi giornalisti, che peraltro in queste occasioni offrono spesso il meglio della loro scrittura. Ma da un punto di vista commerciale, non mi sentirei di dire che fanno il bene del film. Cosa che, ovviamente, non è la loro funzione. Ma forse un modo per lanciare meglio le pellicole che amiamo (di Miyazaki e non solo) bisognerebbe trovarlo...