Mixed by Erry e l’arte italiana di sapersi arrangiare

Mixed by Erry sembra una leggenda di paese, di quelle che si raccontano al bar sulla persona al centro della piazza che tutti conoscono

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In Mixed by Erry c’è una sequenza madre che riguarda il festival di Sanremo. Ci sono dei giovani senza lavoro che cercano un modo di sbarcare il lunario. Sono dei fratelli che vivono nel quartiere di Forcella. Quel luogo è un mondo a parte, ed è fatto a misura loro. Come una batteria alimenta le loro intuizioni. C’è un’idea forte che gli porta tantissime lire che da contare, popolarità e belle macchine e insieme anche qualche pericolo. È bello tifare per questi criminali che hanno problemi sia con la giustizia che con la criminalità rivale. Riescono a cavarsela a modo loro, mentre chi dovrebbe vigilare fatica ad accorgersi di quello che avviene sotto il naso. Le istituzioni sono sempre troppo lente.

In Mixed by Erry c’è l’Italia e ci sono gli italiani come amano raccontarli all’estero e come, sotto sotto, amiamo raccontarci anche noi. Dei personaggi di paese. Con piccole vite che diventano leggendarie. 

Sydney Sibilia è bravissimo a fare questo: a scrivere dei personaggi veri (questi e quelli dell’Isola delle Rose) o verosimili (Smetto quando voglio) e a farne una caricatura affettuosa. Non una parodia, ma proprio un modo di scrittura che ne ingigantisce alcuni tratti evitando ogni intento satirico. I suoi film sono come i racconti nei bar di paese quando si parla dello “strano” della piazza. Un’individuo bizzarro, dai caratteri molto accesi, che tutti conoscono più che di persona per quello che ha fatto o che si dice di lui. Ha una vita che è una leggenda metropolitana, solo che è autentica. Così assurda che non ci si crede. 

Prima, con L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, questi soggetti erano degli amici che hanno costruito un’isola a largo di Rimini, fuori dalle acque territoriali, e hanno fondato una micronazione. Adesso è un gruppetto che ha creato un’etichetta indipendente, o meglio pirata, capace di diventare la numero uno in Italia.

L’hanno fatto per barcamenarsi in un territorio senza intrattenimento né occasioni per i giovani. Tutto il resto della loro carriera sarà comunque uno sforzo per continuare a cavarsela, a uscire vincitori a modo loro. Contro lo stato e contro la normalità. Think different. 

Mixed by Erry: l’algoritmo umano

Sydney Sibilia ha un modo di girare che trascina. Il ritmo viene prima di ogni cosa. Piuttosto che interromperlo mette cliché funzionali: un bacio interrotto da qualcuno che bussa alla porta, le statistiche che mostrano in modo chiarissimo quello che richiederebbe un dialogo in più, le reazioni cartoonesche all’arrivo di un personaggio solo per far capire quali siano i suoi tratti da tenere presente.

È un regista che alleggerisce consapevolmente le sue opere. Abbassa la serietà del racconto, il suo realismo, per ottenere il massimo effetto nella messa in scena. Si disinteressa di molte cose che sarebbero centrali in un qualsiasi film italiano (per dirne un paio: i dubbi che attraversano chi fa azioni criminali, l’analisi sociale delle condizioni che hanno portato a certe scelte). Ne guadagna l’intrattenimento. Si guarda Mixed by Erry e ci si sente trascinati in una performance che non chiede adesione e pazienza allo spettatore in attesa di venir ripagato. Al contrario è il film stesso che fa di tutto per piacere, per tenere alta l’attenzione, per essere seguito. All’americana insomma. Un’ansia di dire e di dare che spinge un po’ troppo i momenti su una nota costantemente alta, appiattendo la dinamica emotiva, ma che rende il film estremamente rivedibile.

Sibilia è molto furbo anche nel prendere un fatto del passato e a farlo risuonare, comicamente, nell’oggi. La nostalgia delle audiocassette si amplifica non appena diventa chiaro il rapporto tra le compilation fatte a mano di un tempo e quelle “fredde” degli algoritmi di oggi.

Il romanticismo della compilation

Mixed by Erry è anche un film d’amore. C’è una storia romantica, ma conta poco. È più concentrato sull’amore del gesto di registrazione. L’atto creativo di parlare attraverso le musiche. Mettere se stessi nei titoli musicali. Enrico "Erry" Frattasio più che un deejay è il più grande romantico d’Italia. Seduttore (ancora una volta un modo in cui ci piace raccontarci), seduce per gli altri senza mostrare il suo volto. 

Il suo nome è una garanzia. Tanto che il marchio dei tre fratelli viene a sua volta piratato. Il problema è quando il film si convince della stessa cosa in cui crede l’etichetta. Cioè che il diritto d’autore sia, in fondo, una cosa da grigi burocrati un po’ in ritardo sui tempi. La musica, l’espressione personale, le emozioni, vengono prima di tutto. I tre fratelli come Robin Hood della musica non funzionano.

Molto più centrato invece il modo in cui riprende i vicoli, i negozietti, le case. Un buco nero in cui la musica arrivava solo tramite radio. Sfuggiva nell’etere. Erry invece è una rete che la cattura. La ferma e la mette in audiocassetta. Un problema, una soluzione. 

Di questo parla Mixed by Erry: dell’arte di arrangiarsi, dell’entrare nelle crepe del sistema e trovare uno spazio in cui proliferare. Costruirsi la propria zona di comfort, lo spazio ideale in cui stare. E poi, incidentalmente, fare un sacco di soldi.

LEGGI - Smetto quando voglio: il (f)hack the system di Sydney Sibilia 

Mixed by Erry è su Netflix. Puoi seguire BadTaste anche su Twitch!

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