The Milionaire: iniziano gli attacchi

Spettatori indiani inferociti e piccoli attori non pagati. Come consuetudine nella corsa all'Oscar, si fa di tutto per attaccare i favoriti. Ma il film merita veramente queste accuse?

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Chi ha letto la mia recensione di The Milionaire, sa bene che è uno dei titoli che ho più detestato nel 2008 è stata proprio la pellicola di Danny Boyle. Le ragioni sono tante (potete leggerle direttamente lì) ed è inutile tornarci sopra. Capita però che in questi giorni si parli del film per ragioni decisamente poco cinematografiche e che sono frutto invece chiaramente dell'aspra competizione per gli Oscar. Infatti, sono uscite fuori un paio di polemiche francamente poco corrette.

La prima, grazie a pubblicazioni come il Los Angeles Times, Slate e Time, riguarda il soggetto della pellicola. Si parla di 'poverty porn', insomma di bieco sfruttamento della pietà per situazioni difficili, così come degli stereotipi sull'India portati avanti dalla pellicola. In teoria, si parla di cose anche condivisibili. Pensate, per esempio, se un regista straniero fosse arrivato nelle zone in cui è stato girato Gomorra, avesse creato una storia di camorra spettacolare e l'avesse conclusa con... delle persone che mangiano voracemente spaghetti e suonano il mandolino (insomma, l'equivalente dell'insensata sequenza finale di The Millionaire, che non c'entra nulla col film, se non per dirci che gli indiani al cinema devono per forza ballare). Quello che però non è corretto è creare polemiche francamente inesistenti, come se citare 3-4 persone a articolo debba rappresentare l'opinione nazionale indiana. E dove si gioca francamente sporco è sugli incassi del film, che vengono presentati come modesti per il numero di posti occupati (il 25% di venerdì). E' un punto di vista allucinante, considerando che nessun film viene giudicato per dati del genere e peraltro (anche se non conosco molto le abitudini indiane a riguardo) anche i cinema italiani non sono pieni di venerdì. La cosa paradossale è che lo stesso Time, nel suo articolo, prima cita il dato 'negativo' riportato sopra e poi dichiara che i 2,2 milioni conquistati nel primo weekend sono il miglior risultato per qualsiasi film della Fox in quel Paese e il terzo per un'uscita americana. A casa mia, semplicemente, si chiama successo.

Ancora più paradossale la polemica sui bambini poveri, ripresa soprattutto dalla stampa italiana, con titoli devastanti e spiegazioni poco convinte. Semplicemente, si dice che i ragazzini protagonisti della pellicola "hanno intascato tra le 500 e le 1.000 sterline per un anno di lavoro". Messa così, ci sarebbe da chiamare il telefono azzurro. Tuttavia, sull'anno di lavoro, qualsiasi giornalista che capisca un po' di cinema dovrebbe sapere che in un anno si girano due episodi de Il Signore degli Anelli e quindi che i ragazzi abbiano lavorato 365 giorni è ridicolo. Semplicemente, possiamo pensare che le riprese siano andate avanti e indietro per un periodo vicino a un anno, ma che ovviamente le scene con i ragazzini siano state effettuate complessivamente in (a dir tanto) un mese. Detto questo, è scorretto parlare di salari, perché come ha fatto notare la produzione, ai ragazzini verranno pagate tutte le spese primarie (soprattutto quelle fondamentali legate all'istruzione) fino al compimento dei 18 anni (spesa tutt'altro che piccola). Insomma, è ovvio che i genitori vogliano speculare sul successo della pellicola, ma dei bravi giornalisti non ci dovrebbero cascare. E soprattutto, non è che se un film ha successo deve dividere i profitti con gli attori, cosa che succede solo per interpreti come Will Smith e Jim Carrey (e per accordi antecedenti).

Ora, è vero che The Millionaire ha un po' giocato sul concetto di favola e di 'piccolo film che riesce a battere tutti'. Penso al continuo ripetere che la pellicola ha rischiato di non avere una distribuzione negli Stati Uniti per la chiusura del ramo indipendente della Warner. Ma qualcuno pensa veramente che il regista di Trainspotting e di 28 giorni, grandi successi anche negli Usa, non avrebbe visto il suo film distribuito? Quindi sì, di sentimentalismo legato a The Millionaire ce n'è a iosa. Ma io vorrei che perdesse agli Oscar perché viene ritenuto una pellicola inferiore agli altri partecipanti. Non perché 'si dice' che non piace agli indiani o che non paga i giovani attori...

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