I migliori film di luglio 2023 visti al cinema e in streaming

Ecco una carrellata dei migliori film che abbiamo visto al cinema e in streaming nel mese di luglio 2023

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Ecco i migliori film di luglio 2023 che abbiamo visto al cinema o in streaming

Molto di quello che vediamo e raccontiamo con una recensione si perde. Alcune volte sono i film piccoli a non ricevere l’attenzione che meriterebbero, altre volte sono i migliori. Abbiamo così deciso di fare un piccolo riassunto ogni mese del meglio tra ciò che abbiamo visto. Senza distinzioni. Film usciti in sala, usciti in noleggio, usciti su una piattaforma in streaming come anche quelli visti ai festival e che non sono ancora usciti.

L’idea è quella di ricapitolare tutte le nostre segnalazioni scremando verso l’alto solo quello che pensiamo non vada perso, non debba sfuggire e meriti una visione. Ci saranno i film più noti e pubblicizzati come anche, con una certa preferenza, quelli che meno noti e dotati di una cassa di risonanza meno forte, che quando lo meritano hanno più bisogno di un riflettore su di sé per farsi notare. Nel complesso i migliori film di luglio 2023 secondo noi.

Paradise

In un futuro distopico ma per nulla lontano da noi, un’azienda tedesca chiamata Aeon ha sviluppato una tecnologia per trasferire anni di vita da un essere umano all’altro. Una scoperta che ha del miracoloso e che, messa a legge, permette ad Aeon di controllare e quindi comprare le vite di tutti. Praticamente la manifestazione corporea (esattamente nel fisico umano) del capitalismo più estremo. Questa è solo la parte del world-building incredibile di Paradise, un thriller fantascientifico come raramente se ne vedono: ben messo in scena, scritto magnificamente e diretto con l’intelligenza di chi sa che deve portare a casa un ottimo film popolare e non uno d’autore.

LA RECENSIONE


Piggy

La premessa è esattamente quella di un teen movie qualunque, ma Piggy ben presto si rivela molto più cupo di quanto sembri: dal momento in cui Sara viene bullizzata in piscina e un uomo misterioso appare, il film con una velocità e uno stile da fuoriclasse compie una curva a gomito verso il thriller e poi verso l’horror, in un’escalation di tensione e colpi di scena da lasciare senza fiato.

LA RECENSIONE

Mission Impossible: Dead Reckoning - Parte Uno

Questa amarezza autunnale bellissima che sta nella musica, sta nelle dissolvenze e sta in certi incisi di espressioni o in momenti di debolezza è il contrappunto di tutto quello che accadrà. La sorpresa allora è che questa coerenza non contrasta con alcune delle sequenze d’azione più divertenti (nel senso stretto: capaci di mescolare risate e dinamismo) della saga. Quella dell’inseguimento in auto a Roma è un gioiello che mescola The Italian Job, una 500 che si muove come quella di Lupin disegnata da Miyazaki in Il castello di Cagliostro e giochi di rapidità, stupore e manette da Jackie Chan. Quella del volo in moto che poi diventa una lunga parte su un treno a vapore, ha una chiusa inventiva ed originalissima.

LA RECENSIONE

Hanno clonato Tyrone

Hanno clonato Tyrone non è un film solo di scrittura: funziona visivamente e sfrutta molte delle caratteristiche stereotipiche della cultura afroamericana (dal pollo fritto, alla musica, fino alla moda, le funzioni religiose cantate e il taglio dei capelli) per mostrare come i suoi personaggi siano controllati, ragiona a partire dai consumi per raccontare il controllo. In una scena particolarmente efficace un fast food intero scoppia a ridere, e gli avventori sono tutti afroamericani.

LA RECENSIONE

Come pecore in mezzo ai lupi

È semplicemente tutto corretto in Come pecore in mezzo ai lupi, la sceneggiatura non sbaglia niente e mette anche a segno un paio di momenti imprevisti e cruciali. Nulla però è imprevisto quanto il fatto che questo ottimo film di genere sia anche un esordio. Lyda Patitucci dopo diversi anni come regista di seconda unità a Groenlandia (che produce anche questo suo esordio) in film come Il primo re, Veloce come il vento e Smetto quando voglio (più qualche lavoro televisivo), dimostra una tigna e una capacità di mantenere la coerenza del testo, aumentandolo, trasformandolo e dandogli una concretezza molto francese (dalla color correction allo stile recitativo fino alla scelta degli ambienti) che il cinema italiano di solito non conosce. Nello stesso preciso punto in cui i film italiani muoiono, falliscono, deludono e mostrano miseria intellettuale e di audacia, Come pecore in mezzo ai lupi tiene la schiena dritta. E il risultato si vede.

LA RECENSIONE


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