I migliori film di aprile 2023 visti al cinema e in streaming
La classifica dei migliori film di aprile 2023 usciti tra cinema e streaming: da As Bestas ad Air - La storia del grande salto
Ecco i migliori film di aprile 2023 che abbiamo visto al cinema o in streaming
L’idea è quella di ricapitolare tutte le nostre segnalazioni scremando verso l’alto solo quello che pensiamo non vada perso, non debba sfuggire e meriti una visione. Ci saranno i film più noti e pubblicizzati come anche, con una certa preferenza, quelli che meno noti e dotati di una cassa di risonanza meno forte, che quando lo meritano hanno più bisogno di un riflettore su di sé per farsi notare.
Air - La storia del grande salto
È uno script d’autore quello di Alex Convery (la sua prima sceneggiatura per il cinema) ma è un film commerciale quello che gira Affleck. Uno pieno di spiegazioni ben mascherate dentro botta e risposta recitati benissimo. Air, come già Argo, ha una sua maniera molto delicata di muoversi intorno alla commedia e di farci ridere di questi personaggi, specialmente di Phil Knight, lo strano manager della Nike interpretato da Affleck che si ritaglia forse la parte più strana e difficile del film. Questa storia di gente ordinaria con questioni ordinarie e vite ordinarie (che bella la confessione di Jason Bateman riguardo al poter perdere tutto) così dentro al loro tempo da voler rischiare il lavoro per aspirare alla grandezza. Che poi vuol dire al guadagno. Guadagno che non gli ridarà la figlia, non gli riempirà una vita vuota passata a guardare VHS e li lascerà soli al tavolo a mangiare (come desiderano!).
Leila e i suoi fratelli
L’impresa eccezionale di questo film infatti è usare le disavventure di una famiglia sfortunata per illustrare un mondo in cui denaro e dignità sono la stessa cosa, e questa famiglia che non ha né il primo né la seconda (per quanto li cerchi disperatamente sacrificando tutto) è così condizionata dalla mentalità del suo paese da riuscire a trasformare ogni occasione in tragedia. Prima di un finale in precipitare parteciperanno tutti ad un matrimonio ballando in una doccia di banconote e riconoscimenti mentre non hanno niente, un trionfo di falsità e un’immagine potentissima che Roustayi stampa prima che tutti degeneri e il film vada verso un gran finale. Ad emergere da lì in poi sarà un odio generazionale, quello di Leila, che suona duro a noi ma è un sacrilegio per la mentalità iraniana.
La cospirazione del Cairo
Come le serie tv non tutto ha il medesimo livello di ricercatezza, Boy From Heaven sa sconfinare nel sempliciotto a tratti, tuttavia in questa sua trama da Un profeta con l’università al posto della prigione (sia chiaro, senza quel grado di eccezionale astrazione), sa inserire personaggi eccezionali che con un piede stanno nella tradizione e con l’altro cercano di essere originali. È il caso dell’agente segreto scapigliato e sciatto, un uomo grigio con grandi capacità burocratiche e un gran mestiere nelle cose di spie, che unisce bene il segreto delle spie migliori al cinema, ovvero l’ordinarietà della vita unita all’eccezionalità di ciò che la professione gli impone. Ma anche il candidato Grande Imam non vedente è un personaggio eccezionale, da Il nome della rosa.
As Bestas
Quello che abbiamo in più rispetto agli animali è il ragionamento e per questa ragione quando dobbiamo domarli lo facciamo con l’intelligenza, con gli strumenti che costruiamo o con tecniche che ci consentono di non competere con loro sul terreno della pura forza. Per questo quando all’inizio di As Bestas vediamo degli uomini al rallentatore (che idea!) atterrare dei cavalli senza altri strumenti, solo in un corpo a corpo folle (uno contro uno o tre contro uno), è un colpo. Quello è lo scenario del film, quello di uomini che pongono la forza al primo posto e che si mettono seriamente sul medesimo piano delle bestie. In quel mondo (monti spagnoli della Galizia) arriva una coppia francese, agricoltori come gli altri della località ma in modi sostenibili, con idee diverse e un background diverso, ristrutturano casali gratuitamente per ripopolare le zone. Hanno studiato, fanno quel che fanno per passione con dei soldi alle spalle.
Mon Crime - La colpevole sono io
Era il 1934 quando la pièce Mon Crime di Georges Berr e Louis Verneuil andò in scena: una provocazione nello stile della commedia degli equivoci, sopra le righe, che – come stava facendo Ernst Lubitsch a Hollywood – parlava dell’alta società mostrando donne libere e desiderose di emanciparsi a suon di battute taglienti, una sessualità affermativa e soprattutto l’indipendenza lavorativa. Da questo storico retaggio teatrale e cinematografico il regista colto e cinefilo François Ozon ha tratto una commedia magnetica, intelligente, piena di idee sceniche dall’amabile gusto ‘retrò’ e che mescola l’illusione del palcoscenico e l’evidenza della ricostruzione alla moderna lucidità di un film che parla precisamente dell’oggi.
Passeggeri della notte
A conti fatti, Passeggeri della notte racconta poche cose ma stupisce per come riesce a conservare dall’inizio alla fine l’intensità di quella malinconia. Hers con cerca mai l’effetto magone, anzi la semplicità quasi scolastica con cui guarda i suoi personaggi farebbe persino pensare al contrario. Con un ottimo finale, Passeggeri della notte scampa il pericolo della vaghezza, va dritto al punto, chiude il tema con un paio di immagini. Niente di originale, ma che precisione.
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