I migliori blockbuster del 2022
Tra i migliori blockbuster del 2022 ci sono molte opere di autori, alcune contaminazioni con l'horror e il ritorno del film di genere
l cinema è cambiato e con lui anche l’idea di blockbuster. Una definizione che si è evoluta nel tempo partendo dal tradizionale film estivo di grande incasso e diventando una mentalità produttiva. Film ad alto budget (convenzionalmente sopra i 100 milioni di dollari) con grandi star lanciati verso incassi significativi. Più spendi più guadagni. Oggi il mercato cinematografico non consente questo modo di pensare. Il valore del film non si fa più solo nella sala e il prodotto è parte di una strategia complessa. Le piattaforme hanno bisogno di contenuto che permetta di avere una leva promozionale. I titoli servono per farsi la reputazione, per attirare abbonamenti e gli investimenti. Consideriamo il blockbuster come un film di primo piano in qualsiasi luogo arrivi. Che sia un costoso spettacolo per la sala o uno di quelli che vanno in prima linea per gli operatori streaming. Consideriamo così blockbuster anche film dal budget medio, ma con quelle caratteristiche di "serie a" che gli permettono di essere considerati tali.
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Top Gun: Maverick
Avrebbe potuto intitolarsi Tom Cruise: Maverick. Il personaggio è scomparso dietro l’attore e, per una volta, non è un male. Accolto come il salvatore del cinema dagli esercenti cinematografici durante CineEurope, Tom Cruise è stato quest’anno quello che sono i suoi personaggi. Un motivatore, uno che dimostra che ciò che pensavamo impossibile può essere fatto. Così ha dimostrato che il cinema può essere ancora l’unico modo per vivere veramente i film. L’ha fatto mettendoci tutto: riprese spettacolari, una storia nostalgica, semplicissima, per dimostrare che bastano solo le immagini a generare tensione, sollievo, risate. Era da tanto che un blockbuster (non Marvel) non creava delle reazioni simili in una sala. Il pubblico come un unico corpo che risponde al film, che si sente immerso senza artifici. Questo grazie a un montaggio che coinvolge, alle immagini che lasciano a bocca aperta, a un protagonista che ha amato girare ogni singolo fotogramma.
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Avatar: la via dell’acqua
James Cameron doveva fare una cosa sola: rispettare le aspettative. L’ha fatto, e il film è un successo. Facile? Per niente. Perché le aspettative erano di uno spettacolo visivo tale che compensasse anche una storia non proprio brillante. Si voleva un seguito che fosse rivoluzionario tecnologicamente sia per le produzioni (la resa dell’acqua) che per le sale (abbiamo trovato un HFR che funziona alla grande!). In più doveva spianare la strada ad altri 3 seguiti e, sebbene non ci siano cliffhanger che rendono insopportabile l’attesa, ci sono elementi di trama in sospeso che incuriosiscono molto. Avatar 2 doveva far parlare di sé come il primo, e doveva farsi amare e odiare allo stesso modo. Tutto riuscito. Il cinema, grazie a James Cameron, è tornato come una cosa di cui discutere e da vedere anche se non si frequenta abitualmente il grande schermo.
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The Batman
Non un grande anno per la DC. Un grande anno per Batman. Non sorprenderà nessuno trovare tra i migliori blockbuster 2022 il film di Matt Reeves. Ad ogni film sul crociato di Gotham diventa più difficile fare un film su di lui. Troppi paragoni, troppe interpretazioni del personaggio memorabili. Matt Reeves è riuscito ad essere originale, pur mantenendo uno sguardo ai fumetti, con una qualità realizzativa che stacca da tutto il resto che la DC ha offerto negli ultimi anni. Un film che non si poteva sbagliare, e che invece ha centrato così bene il bersaglio da rendere ancora un po’ più difficile accettare l’idea che esistano altri Batman cinematografici futuri al di fuori di quello di Pattinson.
Nope
Chi l’avrebbe detto che il film promosso come un horror con alieni sarebbe stato un trattato di storia del cinema? Nope è tra i migliori blockbuster del 2022, pur non condividendo l’esorbitante budget di altri, perché è un’opera sulla meraviglia. Sull’ossessione, la passione, e la chiamata quasi mistica delle persone a catturare ciò che non può essere visto. La cinepresa come un’arma, l’occhio che nega, la pellicola che cattura chi è libero nel cielo. Il film più rigoroso di Jordan Peele è un mistero che non si vuole risolvere perché ci si diverte tanto nel viaggio.
Elvis
Elvis si spegne un po’ nel terzo atto insieme al suo protagonista. È l’unico difetto di un film per 2\3 travolgente. Super uomini e super poteri con super problemi. Baz Luhrmann non cambia: accumula immagini e suoni come in un concerto audiovisivo. L’effetto è potentissimo. Sarebbe stato però vuoto se non avesse trovato Austin Butler. Il suo fisico e il suo volto sono filmati con l’erotismo che esprimeva Elvis Presley e lo fanno diventare un oggetto del contendere. Anche in questo caso sarebbe un peccato vederlo senza un muscoloso impianto Dolby Atmos.
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Glass Onion - Knives Out
Glass Onion batte Assassinio sul Nilo. Se il giallo patinato e con grandi star deve essere, allora che sia la rilettura postmoderna di Rian Johnson. Al posto di crogiolarsi nel classico come ha fatto Kenneth Branagh, il sequel di Knives Out si propone come un esercizio di stile nella messa in scena ad incastro e nella forma che può assumere una sceneggiatura. Sa di parlare a un pubblico disilluso e consapevole dei trucchi. Così fa delle vistose acrobazie per tenere agganciati alla suspense. Ce la fa con un geniale inganno: è poco divertente trovare l’assassino o scoprire il movente. Si vuole invece capire come abbia fatto Benoit Blanc a risolvere il mistero e soprattutto a trovarsi sul luogo del delitto. Quello è il vero spasso.
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Doctor Strange nel Multiverso della Follia
Nell’anno in cui la Marvel è sembrata meno amata dal suo pubblico i suoi film hanno comunque catalizzato l’attenzione e la passione del dibattito tra appassionati. Il più bello è Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Non perché sia fatto meglio (il più curato è Black Panther: Wakanda Forever) non perché sia il più coraggioso (senza dubbio lo è stato il rischiosissimo Thor: Love and Thunder), ma perché è il più cinematografico. Sam Raimi regala alcune sequenza memorabili, come la battaglia con le note. E soprattutto porta un’atmosfera da “serie B” in un film importantissimo per l’MCU. Doctor Strange vince sul tono, sulla capacità di parlare tramite immagini, sull’andare contro corrente rispetto ai bisogni dei fan (si veda il destino degli Illuminati). Il film si diverte tantissimo e lo trasmette al pubblico. Pozzanghere da cui escono mani, sussurri alle orecchie, zombie e Bruce Campbell. L’atmosfera di un fumetto in un film estremamente cinematografico.
The Northman
Un blockbuster così d’autore che va specificato perché lo si definisca tale: è costato molto. Tanto. Tra i 70 e i 90 milioni di dollari, una cifra non sostenuta dagli incassi. Le grandi star sono sommerse sotto il fango e il sangue. La storia vichinga è ambigua, tra superstizione, religione duro realismo. Violenza e una messa in scena spettacolare personalissima per Robert Eggers. Se fosse riuscito a diventare uno dei film dell’anno avremmo avuto un futuro cinematografico veramente stimolante.
Prey
Predator pensato al giorno d’oggi, con la sensibilità di oggi, non è quella che si definirebbe immediatamente una grande idea. Il rischio di autocensura è molto. Eppure Dan Trachtenberg è riuscito a coniugare linguaggio e temi moderni con un materiale d’altri tempi. Seppur non perfetto Prey è uno dei migliori blockbuster del 2022 per come mette in relazione l’azione, gli spazi e i territori selvaggi. Come i migliori film di sopravvivenza il punto è trovare la propria strada. Sconfiggere il nemico (o venirne sopraffatti) è una cosa che succede per convenzione narrativa. Il cuore è altrove, e questo film ce l’ha pulsante.
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La fiera delle illusioni
Arrivato in sala in Italia a inizio 2022 per raccogliere una misera accoglienza e passare direttamente su Disney Plus, La fiera delle illusioni è un blockbuster per ambizioni più che per resa. Meno bello di Pinocchio (che appartiene però in tutto e per tutto al mondo arthouse) il film è però un noir appassionante. Con un budget stimato di 60 milioni di dollari Del Toro costruisce un viaggio nell’animo umano con un cast ricchissimo e in splendida forma. Visivamente straordinario, ha anche una sceneggiatura drasticamente divisa in due che però si attacca alle emozioni e le rende più oscure, pericolanti, e quindi profonde.
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