Merle Oberon: la candidata all’Oscar che dovette nascondere le sue origini 

Merle Oberon fu la prima candidata asiatica agli Oscar come Miglior attrice protagonista, solo che a quel tempo nessuno lo sapeva

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Prima di Michelle Yeoh c’era Merle Oberon, l’interprete che nel 1936 venne nominata all'Oscar come miglior attrice protagonista per il film L’angelo delle tenebre. La candidatura di Yeoh nella cinquina ha una caratura storica: è la prima donna asiatica che può concorrere al premio. Anche Oberon lo era, ma nessuno lo sapeva.

Merle Oberon inizia a recitare in un’industria cinematografica che arrivava da anni ruggenti e che stava cercando di migliorare la propria reputazione. Nel 1930 (poi applicato nel ’33) era stato redatto il codice Hays. Un’insieme di norme di autocensura stilate per adeguare la produzione dei film a delle regole morali. Per far rientrare volontariamente i contenuti entro certi limiti. Una di queste vietava la rappresentazione di relazioni intime interrazziali. 

Chi era Merle Oberon: la prima candidata asiatica come miglior attrice protagonista agli Oscar

Questo è uno, ma non l’unico, dei motivi per cui l’origine di Merle Oberon è stata nascosta per tutta la vita. Il suo vero nome è Estelle Merle O’Brien Thompson. Nacque a Mumbay nel 1911, sua madre era un’infermiera cingalese e suo padre un ingegnere ferroviario inglese. Nel documentario The Trouble with Merle si afferma che i due fossero in realtà i nonni che l’hanno cresciuta insieme alla madre biologica, rimasta incinta a dodici anni a seguito di violenza, come se fossero sorelle.

L’infanzia fu all’insegna della povertà. Si trasferì a Calcutta. Era una studentessa promettente. Vinse una borsa di studio per una delle migliori scuole private femminili ma dovette andarsene per via dei continui atti di razzismo nei suoi confronti. In adolescenza si appassionò alla recitazione e al cinema e già nel 1929 le fu promesso di essere introdotta nell’industria per essere diretta da Rex Ingram. Quando il Victorine Studios apprese la sua origine meticcia le fu tolta la parte.

Un segreto mantenuto ad ogni costo

Non abbandonò il sogno ma iniziò a celare la sua origine mista. Lavorò sul suo accento per renderlo neutro ed elegante e tentò di schiarire la pelle utilizzando delle creme a base di candeggina e mercurio. Le cose iniziarono ad andare bene. La relazione con il regista Alexander Korda le permise di recitare la parte di Anna Bolena nel film Le sei mogli di Enrico VIII. Nelle interviste dichiarò di essere originaria della Tasmania, e di avere perso l’atto di nascita in un incendio. 

Un silenzio sul suo passato a cui anche Samuel Goldwyn, con cui iniziò a lavorare grazie a Korda, teneva in gran conto. In questo modo non ebbe problemi con il codice Hays dato che la nomination agli Oscar arrivò nel 1936 per L’angelo delle tenebre che raccontava proprio una storia d’amore. 

Quando la donna che l’aveva cresciuta arrivò da lei in America, Oberon la presentò come la propria cameriera. Nemmeno la critica aveva il sentore delle sue reali origini. Venne paradossalmente evidenziata la sua tendenza a “orientalizzare il proprio aspetto tramite il trucco e l’inclinazione delle sopracciglia nere”. 

L'incidente e il successo

Il 16 marzo 1937 fu coinvolta in un grave incidente d’auto che le lasciò delle cicatrici sul volto (che andavano a sommarsi alle reazioni avverse al trattamento sbiancante). Korda lo utilizzò come un pretesto per abbandonare la produzione di Io, Claudio, film mai completato di Josef von Sternberg attraversato anche da forti contrasti interni in cui lei avrebbe dovuto recitare. I due divorziarono e Oberon si risposò con Lucien Ballard, un direttore della fotografia. Lui aveva ideato un sistema di illuminazione che nascondesse le cicatrici, questo le permise di continuare a recitare. 

Nel 1939 condivise lo schermo con Laurence Olivier in Cime Tempestose. Gli anni ’40 furono particolarmente prolifici. Lavorò sotto la direzione di Charles Vidor in L’eterna armonia dove interpreta George Sand e condivise la scena con Marlon Brando in Désirée nel ’54. Fu diretta da Stanley Donen in Così parla il cuore nello stesso anno. 

Merle Oberon non ammise mai le sue origini asiatiche, ma continuò a mantenere il segreto anche negli anni ’70. Suo nipote Michael Korda provò a scriverle una biografia. In tutta risposta l’attrice minacciò una denuncia e di escluderlo dal testamento se mai avesse usato dei dettagli veri.

Domenica quindi agli Oscar 2023 Michelle Yeoh sarà la prima candidata come miglior attrice a identificarsi come asiatica, ma non la prima ad esserlo realmente.

Fonte: The Guardian

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