MediEvil, tre motivi per preferire il remake e tre per preferire l’originale | Speciale

Questo remake è perfetto sono moltissimi fronti, ma non in tutti. Ecco perché vogliamo fornirvi tre motivi per cui vale la pena giocarlo e tre per cui, al contrario, è meglio armarsi di una vecchia PlayStation e rituffarsi nell’epopea di Sir Daniel nella sua forma originale

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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La nostra recensione è lì a dimostrarlo: MediEvil è un magistrale tributo e al tempo stesso un videogioco di per sé imperfetto, a tratti addirittura incomprensibile per un pubblico contemporaneo. Classico nell’impostazione generale, sorprendente, all’epoca, per le fasi di backtracking foriere di bonus, potenziamenti e approfondimenti della trama, fu la sua forte impronta postmoderna a renderlo indimenticabile nelle menti e nei cuori dei tanti che per anni chiesero a gran voce il ritorno di Sir Daniel Fortesque.

Il citazionismo ironico, le atmosfere lugubri e trash, i dialoghi carichi di comico pathos, creavano un contrasto, simile a quello già collaudato in lungometraggi come Nightmare Before Christmas, che disorientava l’utente, sempre in bilico tra la risata fragorosa e il brivido di raccapriccio.

Questo remake, come già anticipato, è perfetto sono moltissimi fronti, ma non in tutti. Ecco perché vogliamo fornirvi tre motivi per cui vale la pena giocarlo e tre per cui, al contrario, è meglio armarsi di una vecchia PlayStation e rituffarsi nell’epopea di Sir Daniel nella sua forma originale.

MediEvil screenshot

Meglio il nuovo del vecchio perché…

… perché l’art design rinnova, senza intaccare la visione originale

Nel gioco originale, per venire incontro ai limiti tecnologici della console Sony, la maggior parte di Gallowmere e dei livelli era immersa in un’oscurità impenetrabile, ostacolo visivo che tuttavia non faceva che incrementare la fascinazione per un mondo di gioco così misterioso ed insieme sorprendente. L’alta definizione e la potenza di PlayStation 4 ha naturalmente ampliato la linea d’orizzonte, ma gli artisti di Other Ocean Emeryville hanno ideato qualche riuscitissimo espediente, come la nebbia o la scarsa illuminazione, per limitare comunque l’area visiva.

Inoltre, personaggi e ambientazioni, sebbene ricreati da zero con texture e modelli poligonali nuovi di zecca, sono del tutto simili alle controparti originali, segno che Sony ha voluto proseguire sullo stesso sentiero già tracciato, piuttosto che tentare la via dell’originalità.

Il risultato, in soldoni, è una grafica aggiornata, che non si discosta di una virgola dal concept originario. A questo punto, meglio godersi MediEvil nello splendore dell’alta definizione.

… perché qualche timida miglioria al sistema di controllo c’è

Anche se il level design è rimasto assolutamente identico all’originale, gli sviluppatori hanno apportato qualche minuscola miglioria al sistema di controllo. Gestire i salti e attaccare frontalmente i propri avversari non è più un terno al lotto. Non solo lo spiritello luminoso che accompagna Sir Daniel aiuta più che mai a percepire correttamente la distanza dall’obiettivo, ma è stata inserita anche una telecamera sopra la spalla dell’avatar, attivabile premendo uno dei trigger, molto utile in certe circostanze.

Sensibilmente migliorata anche la reattività con cui l’eroe risponde ai comandi e cambia direzione in corsa.

Da questo punto di vista, insomma, molto meglio l’avventura su PlayStation 4.

… perché la colonna sonora è stata ricreata con la collaborazione dell’Orchestra Sinfonica di Praga

Gallowmere non sarebbe mai stata così ammaliante, senza una colonna sonora ispiratissima, capace di amplificare la suspence e l’epica disciolta nell’epopea di Sir Daniel Fortesque. Alcune musiche, come Crypt & Graveyard o Cemetery Hill, sono semplicemente indimenticabili e ci costringono tutt’ora a canticchiarle di tanto in tanto. In occasione del remake, ogni pezzo è stato riarrangiato dall’Orchestra Sinfonica di Praga. Il risultato, manco a dirlo, è semplicemente straordinario.

MediEvil screenshot

Meglio il vecchio del nuovo perché…

… perché il doppiaggio originale resta imbattibile

Senza nulla togliere all’abilità dei nuovi attori coinvolti, la bravissima Lani Minella in testa, a cui è stata affidata la voce narrante; rinnovando i complimenti ai vecchi che hanno nuovamente riprestato la loro arte alle stesse controparti digitali, il remake di MediEvil, inspiegabilmente, ha rinunciato ad alcuni dialoghi secondari in-game.

Un esempio? Rimpiccioliti nelle dimensioni, costretti ad affrontare un intero formicaio da soli, non ci sarà alcuna voce di supplica con un’improbabile cadenza romana a guidarvi nel salvataggio delle inquietanti “fatine”, tragicamente imprigionate dai prepotenti insetti.

Sembra una sciocchezza, ma in realtà questo è certamente un motivo più che valido per recuperare dalla cantina la propria PlayStation e dedicarsi a un po’ di sano retrogaming.

… perché il Demone di Vetro era più terrificante nel 1998

Quanti furono semplicemente terrorizzati dall’apparizione del terribile Demone di Vetro, primo boss del gioco, nel lontanissimo 1998? Visibilmente arrabbiato, intimamente sofferente per un’esistenza completamente votata al male, lo scontro con questo terribile villain resta certamente uno dei momenti più iconici di MediEvil. Forse complice l’alta definizione, o l’accresciuta età di chi si ritrova oggi a giocare allo stesso gioco, il Demone di Vetro non ci è affatto parso spaventoso come avremmo desiderato.

Ciò che è peggio, una volta sconfitto, non si accascerà al suolo esplodendo in mille piccoli pezzettini, ma semplicemente evaporerà nel nulla. Preferivamo la fine tragica e vagamente splatter dell’originale.

… perché ci piacciono i Souls Like e quindi preferiamo morire in continuazione

Il retrogaming va di moda, come tra l’altro abbiamo avuto modo di sottolineare in altre sedi, e con esso i giochi difficili come un tempo. L’apprezzamento di saghe come Dark Souls, del resto, è lì a dimostrarlo. Niente di meglio, dunque, che mettersi alla prova con l’originale MediEvil, più impegnativo anche perché i colpi inferti dai nemici causavano maggiori danni. Poi c’è il bizzosissimo sistema di controllo da domare, autentico gioco (difficilissimo) nel gioco (difficilissimo).

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