Evviva MaXXXine e il nuovo modo di fare franchise nell’horror!

MaXXXine chiude la trilogia con cui Ti West ha reinventato il modo in cui si può concepire ed eseguire un franchise nel cinema d'autore horror. Una ventata di aria fresca!

Condividi
Spoiler Alert

Che cosa lega la trilogia di Ti West? Non è Pearl, non è Maxine. Non è nemmeno Mia Goth, star presente in tutti e tre i film e interprete di più personaggi contemporaneamente. Quello che lega X - A Sexy Horror Story al suo prequel e al suo sequel (MaXXXine appunto) è un tema: l'immagine immorale

Le tre “X” di MaXXXine, ma anche la singola “X” di A Sexy Horror Story sono, scusate il gioco di parole, esplicite. Parlano chiaro, oltre ad essere il simbolo di un divieto che tanto ha influenzato il cinema (come vi raccontavamo qui). Pearl ha meno sesso rispetto agli altri due, ma in che modo è messo in scena! Basta uno sguardo al primo film pornografico per sbloccare una serie di pulsioni nella protagonista. Senza condannare l’immagine, ma riconoscendo tutta la sua potenza.

MaXXXine sceglie un altro villain, una nuova epoca e uno stile diverso. Eppure mantiene una coerenza incredibile con ciò che l'ha preceduto. È raro per un franchise horror riuscire a fare tre capitoli cambiando sempre l'agente del terrore e, quasi, a cambiare i personaggi principali. La Maxine star, pur essendo la stessa persona, è molto diversa come tratti caratteriali dalla Maxine pornostar. Il suo trauma l’ha cambiata, e anche il cinema che le ha promesso successo (che lavoro meta su Mia Goth!).

I tre film sono pensati come singole opere, fruibili senza conoscere le altre, che nella loro continuità e negli intrecci trovano tesi, antitesi e sintesi di un discorso sulla morale, sull'immagine, sulla potenza dell’osceno e su quanto questo sia indissolubilmente legato al corpo vivo e a quello morto.

Da MaXXXine a Maxine serve Pearl

Di Maxine si dovrebbe parlare a partire dalla sua esperienza. Figlia di un predicatore, è fuggita per mostrare la sua carne alla videocamera. È uscita unica superstite da una carneficina. Ora è imbattibile. Donna autoaffermata, sicura dei suoi mezzi, disposta a uccidere per difendere il suo corpo. Assomiglia più a una villain che a un'eroina. Per questo in MaXXXine il tentativo di uccisione sarà, seppur goffamente, rivolto alla sua anima più che alla carne. Il killer che si aggira nelle strade occupa solo una piccola parte dell’attenzione di Ti West, l'esorcista invece si rivela essere centrale. 

L'anima di Maxine però è già stata venduta da tempo senza possibilità di reso. Il contratto non è con il diavolo ma con il cinema, o comunque alle immagini, come venivano percepite dai paladini della morale tra gli anni ’70 e ’80. Sono l'elisir di lunga vita perfetto, incredibile generatore di invidie. Chi entra in un film non invecchia e non muore mai. La ragazza cerca questo, come lo cercava Pearl in entrambe le sue apparizioni da giovane e da vecchia. Nel momento migliore il film fa coincidere entrambe le prospettive con Mia Goth, nei panni della protagonista, a cui applicano del materiale per fare un calco al suo volto, fino a che la maschera non sembra assumere le sembianze della pelle raggrinzita di Pearl (interpretata dalla stessa Goth). 

Il cinema che uccide e salva

Non manca un’abbondante dose di citazionismo e metacinema. Dentro la casa di Psyco si riproduce l’inquadratura alla “Here’s Johnny!” di Shining. Kevin Bacon assomiglia a Jack Nicholson in Chinatown. C’è tanto Peeping Tom e un’atmosfera alla Paul Schrader, solo per citare un paio di riferimenti. Tutto assolutamente non necessario. Perché Ti West non brilla nel citazionismo, anche se lo ama. Fatica a ricollocare immagini iconiche nel suo film dandogli una nuova valenza. Ogni volta che arriva il gioco postmoderno alla citazione, l’incanto si perde un po’. È bravissimo invece a lavorare sull’ibridazione di atmosfere, sul ricreare un cinema che sembri appartenere ad un’altra epoca. A creare, insomma, il suo cinema agganciato al passato eppure totalmente contemporaneo.

Perciò X - A Sexy Horror Story, Pearl e infine MaXXXine sono una creatura rara. Belli singolarmente, bellissimi insieme. Rappresentano il proposito migliore che dovrebbero seguire le saghe quando vengono concepite. Cioè di evitare di replicare un modello di successo rifacendo più o meno sempre la stessa cosa, variando solo un poco la trama. Uno, due, tre possono diventare pezzi di un puzzle che si completa. L’immagine totale che viene restituita dalla loro somma è superiore a quello che potrebbero fare le singole opere. Non è il mondo di Maxine, bensì quello di Ti West. Speriamo non smetta di espandersi. 

Continua a leggere su BadTaste