Master of None – Stagione 2: abbiamo visto in anteprima i primi cinque episodi!
Aziz Ansari si prepara a tornare su Netflix con la seconda stagione di Master of None: le nostre impressioni in anteprima sullo show
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Quanto alle considerazioni più normali, precisiamo che la distanza temporale dall'uscita della prima stagione non pregiudica affatto la capacità di tornare ad apprezzare il personaggio e il tipo di scrittura che lo contraddistingue. Dev, e Aziz che ne muove i fili insieme al resto dello show, è un personaggio gradevole perché normale, imperfetto, capace di fare satira sociale quasi senza che ce ne accorgiamo, mai con supponenza, senza salire in cattedra a giudicare quelli "troppo simili a lui" o "troppo diversi da lui". Lo ritroviamo in Italia – una situazione già predisposta dal finale della prima stagione e anticipata dai trailer – alle prese con un contesto che non è il suo, ma nel quale lui dimostra di sentirsi a suo agio.
Ed è qui che arrivano le altre considerazioni, più particolari e più legate al nostro essere spettatori italiani dello show. Per lo spettatore statunitense si creeranno meccanismi diversi di visione, mentre noi non potremo fare a meno di notare accenti, modi di dire, stereotipi omaggiati o smentiti, e in generale un certo tipo di visione d'oltreoceano di quel che significa vivere in "Italia". Di più non possiamo dire, ma è un tipo di scrittura dal quale traspare l'affetto sincero che Aziz Ansari sembra provare per le ambientazioni nostrane. Almeno all'inizio, sarà difficile concentrarsi sulla serie e non focalizzarsi sulla rappresentazione italiana vista dagli occhi di un americano.Poi in realtà, ancora senza aggiungere dettagli, tutto rientra nei ranghi e ritorniamo alle atmosfere e alla scrittura della prima stagione. Torna ancora il rapporto con la famiglia di Aziz (ricordiamo che nella serie i suoi genitori sono interpretati davvero dai genitori dell'attore) e con le sue tradizioni. Ancora, riprendendo lo stile visto nella prima annata, la trama orizzontale non è troppo importante. Qualcosa c'è, ma la scrittura delle puntate è abbastanza episodica.