Marvel's Spider-Man è solo l’ultimo di una lunga serie di videogiochi dedicati all’arrampicamuri
In attesa dell’uscita di Marvel's Spider-Man, una retrospettiva sui videogiochi con protagonista l’amichevole arrampicamuri di quartiere
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
La sensazione, perché al momento possiamo parlare solo di questo, è che a distanza di anni, stiamo per avere a che fare con un nuovo Batman: Arkham Asylum, fortunatissimo action-adventure sviluppato da Rocksteady Studios, un gioco cioè capace di soverchiare l’ancestrale, e spesso ingiustificato, scetticismo che circonda tie-in e giochi su licenza, prodotti legati ad un brand, quando non ad un’opera in particolare, sviluppatasi su un altro medium, trascinata e tradotta, in un secondo momento, in pixel, texture e poligoni.
A dire il vero, Spider-Man se l’è quasi sempre cavata egregiamente quando c’era da avventurarsi nel mondo dei videogiochi, anellando più che discreti successi tra una generazione di console e l’altra. Difficile individuare le caratteristiche e i motivi precisi che hanno permesso all’eroe Marvel di riuscire laddove molti altri colleghi hanno fallito a più riprese. È probabile che i poteri di cui gode il nostro abbiano spesso e volentieri semplificato la vita agli sviluppatori, né scoraggiati da un’onnipotenza che li avrebbe costretti a modellare ambientazioni ampie e ad escogitare ostacoli all’altezza, né mortificati da una sostanziale “normalità” che avrebbe condotto i designer a rifarsi ai soliti cliché di questo o quel genere.
Non va poi dimenticata la caratura del personaggio, l’innato carisma di Peter Parker, la sua ironia e comicità intrinseca. Battute e battutine, immancabili, almeno nei giochi che offrivano una trama degna di questo nome, hanno sempre aiutato a sviluppare intrecci, per quanto elementari e quasi evanescenti, comunque in grado di strappare qualche risata e di avvicinarsi, nel feeling, a quelle apprezzate nei fumetti.
L’esordio dell’Uomo Ragno nell’industria videoludica, manco a farlo apposta, è proprio affine alle sue origini letterarie. Nel 1978, è il protagonista di Questprobe 2, avventura testuale dalla grafica estremamente elementare. Nel 1982, invece, su Atari 2600, si lancia per la prima volta nel genere degli action, con un gioco il cui unico scopo consisteva nell’arrampicarsi sino alla sommità del grattacielo di turno, al fine di disinnescare la bomba piazzata da Goblin, stando ben attenti a non intersecare trappole e ostacoli con la trama di ragnatele utili al nostro per la scalata. Nel 1990, su Commodore 64, Spider-Man si candida a protagonista di un puzzle game che impegnava il videogiocatore persino in salti millimetrici, in una serie di schermate fisse in cui risolvere il rompicapo di turno, per avvicinarsi, un passo alla volta, all’amata Mary Jane rapita dal perfido Mysterio. Il 1991 è l’anno dell’esordio su sistemi portatili, con The Amazing Spider-Man per Game Boy, rudimentale action bidimensionale in cui il villain da sconfiggere, questa volta, era il terribile Venom.
Con Maximum Carnage, pubblicato su Super Nintendo e Mega Drive nel 1994, il supereroe Marvel invade il territorio di Final Fight, con un picchiaduro a scorrimento che riproponeva meccaniche e convenzioni molto in voga all’epoca.
Con il titolo omonimo del 2000, giocabile su PC, PlayStation, Nintendo 64 e Dreamcast, Spider-Man conquista ufficialmente le tre dimensioni, dando modo all’utente di esplorare ampie ambientazioni, a patto di restare sospesi sui tetti di Manhattan senza mai scendere troppo di quota, e di dotarsi di vari poteri in base al costume indossato. Come se non bastasse, gli sbloccabili collezionabili consistevano in veri e propri fumetti dell’Uomo Ragno da leggere tra una missione e l’altra.
Con il debutto del primo dei tre lungometraggi diretti da Sam Raimi, nel 2002 Activision ne produce un diretto tie-in, dimostrando al mondo come fosse possibile crearne uno che fosse quanto meno decente, seppur lontano dall’eccellenza, soprattutto a causa dei pessimi livelli al chiuso, in cui il nostro non poteva librarsi tra i cieli di New York. Anche il sequel, come il capitolo originale pubblicato su GameCube, PlayStation2, PC e Xbox, seppe difendersi alla grande, regalando ai fan un altro action-adventure assolutamente discreto.
[caption id="attachment_187779" align="aligncenter" width="1000"] A sorpresa, Traveller's Tales non ha ancora dedicato un capitolo solitario della sua serie LEGO a Spider-Man. Che sia solo questione di tempo (e di diritti)?[/caption]
Il 2005 è invece l’anno di Ultimate Spider-Man, basato sui fumetti scritti da Brian Michael Bendis, che nel ritrarre un Peter Parker più giovane, affidandosi all’allora abusatissimo cel-shading, offrì all’utenza un’avventura movimentata, appassionante, graziata da un buon level design. Ciliegina sulla torta, la possibilità di vestire gli affascinanti panni di Venom. Chiude la carrellata di successi, il divertente Shattered Dimensions, del 2010, che permetteva di prendere il controllo di ben quattro versioni di Spider-Man, ognuna di un universo parallelo diverso.
La carriera del supereroe Marvel è naturalmente lastricata anche di tragici insuccessi, come il pessimo Amici o Nemici del 2007, ma il suo bilancio è sicuramente sopra il par. Marvel's Spider-Man ha tutte le carte in regola per accrescere ulteriormente fama e onore dell’arrampicamuri in campo videoludico, settore in cui si è quasi sempre distinto per i buoni risultati ottenuti.
Non manca moltissimo alla relase del gioco, prevista per il prossimo 7 settembre, ma per ingannare l’attesa, nel caso siate appassionati di retrogaming, di carne da mettere sotto i denti ce n’è molta, la maggior parte anche di buona qualità.