Marvel’s Avengers e l’universo videoludico condiviso che forse ci meritiamo
La domanda è una sola: perché Marvel’s Avengers, invece di singoli capitoli dedicati a ciascun membro della lega di giustizieri, che creino un intreccio la cui ovvia evoluzione e conclusione comporti l’attesissima e desideratissima “unione”?
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Semmai, la produzione Square-Enix, affidata alle mani esperte di Crystal Dynamics, riapre una recentissima ferita, patita dai tempi della pubblicazione di Marvel’s Spider-man su PlayStation 4, occasione in cui, volteggiando tra i tetti di una Manhattan perfettamente ricreata digitalmente, ci siamo imbattuti in una torre degli Avengers del tutto simile a quella ammirata nei lungometraggi prodotti dai Marvel Studios.
[caption id="attachment_200405" align="aligncenter" width="1000"] Al netto delle considerazioni sull’eventuale universo videoludico Marvel, il gioco di Crystal Dynamics promette di divertire alla grande, soprattutto quando potrete letteralmente spaccare tutto nei panni di Hulk[/caption]
Se la lodata e apprezzata epopea videoludica con protagonista l’Uomo Ragno ha avuto la sua declinazione in salsa comic, con un arco narrativo direttamente collegato alla battaglia del nostro contri i Sinistri Sei, resta da comprendere la reticenza sin qui dimostrata nel creare una serie di videogiochi collegati tra loro, che promettano uno sviluppo corale oltre alla puntuale apparizione di una lista sempre più lunga di eroi della Casa delle Idee.
A ben vedere, i motivi sono tanti.
Come ci insegna la recente telenovela tra Sony e Disney, chiamate in causa a contendersi la gestione di Spider-Man al cinema, c’è innanzitutto un problema di diritti. Con la Casa di Topolino inspiegabilmente disinteressata a (ri)farsi publisher videoludico in prima persona, lo sfruttamento dei brand e personaggi è vincolato da una giungla di contratti di cui è praticamente impossibile conoscerne con esattezza i termini. Star Wars è un affare di Electronic Arts. L’Arrampicamuri probabilmente tornerà nuovamente a salvare il mondo su PlayStation 5. Gli Avengers, almeno per il momento, sono di competenza Square-Enix.
Secondariamente, un videogioco non è un film. Sebbene i Marvel Studios si siano puntualmente preoccupati di offrirci lungometraggi fondamentalmente stand-alone, nonostante i sequel abbondino nel mondo videoludico, una serialità complessa e stratificata come quella apprezzata al cinema è proponibile quando il prezzo del biglietto ha un costo relativamente contenuto. La questione cambia completamente prospettiva se si considera l’esborso medio richiesto per un videogioco, ostacolo non da poco che potrebbe far desistere molti fan dal fruire appieno di questa ipotetica saga.
Sempre parlando del “vil denaro”, non è affatto da sottovalutare il capitale globale e il numero di sviluppatori eventualmente coinvolti per realizzare un simile piano in un lasso di tempo utile. Oggi come oggi, creare una produzione di un certo tipo richiede molti anni e moltissimi addetti ai lavori. Anche considerando la possibilità di sfruttare il medesimo motore proprietario, di riciclare quanti più assets possibili, il rischio è quello di dilungarsi troppo nei tempi, inflazionando inutilmente il mercato, tra l’altro.
Per quanto possiamo desiderarlo, insomma, l’universo videoludico Marvel difficilmente sorgerà, almeno non in tempi recenti. Se Disney troverà lo slancio di riaffacciarsi in un certo modo all’industria videoludica, se si concepirà un business model vincente, magari arroccato su pochi episodi corali sviluppati con tutti i crismi del caso, attorno a cui ruotano numerosi titoli dalle ambizioni più contenute, solo allora, forse, potremmo godere del tanto anelato universo videoludico sulle nostre console e PC.
[caption id="attachment_200709" align="aligncenter" width="1000"] La demo provata alla Milan Games Week terminava con un emozionante e coinvolgente scontro con Taskmaster, combattuto nei panni di Vedova Nera. Complice il continuo cambio dei pattern offensivi del nemico, la battaglia è stata più impegnativa ed emozionante di quanto preventivato[/caption]
Eppure, per assurdo, la via più breve, magari già contemplata dalle menti dei dirigenti Marvel, potrebbe essere più praticabile e diretta di quanto si possa pensare: cavalcare il modello Star Wars. Si tratterebbe, per dirla in breve, di videogiochi a sé stanti che tuttavia si legano a doppio filo all’MCU, momenti ideali per fare luce su aspetti appena accennati nei lungometraggi, per dedicare più spazio a personaggi secondari o, magari, per introdurne di nuovi.
Del resto, non sarebbe enormemente più affascinante vestire i panni del nuovo Wolverine, in attesa di vederlo debuttare a tutti gli effetti nell’universo cinematografico, piuttosto che accontentarsi della copia sbiadita di Robert Downey Jr. di Marvel’s Avenger?