Marvel: tutte le prime volte della Fase 4 che non ci aspettavamo

La fase 4 della Marvel ha consolidato poco e si è rimessa in discussione cercando una nuova forma attraverso alcune significative prime volte

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La fase 4 della Marvel si è conclusa con Black Panther: Wakanda Forever (o, per essere più precisi, con l’Holiday Special dei Guardiani della Galassia). Ci sono molte somme da tirare, e molte di queste sono sotto gli occhi di tutti: è stata la fase più difficile dai tempi della prima. Dopo la chiusura di Endgame la Marvel ha dovuto ricominciare un nuovo capitolo della sua storia editoriale e l’ha fatto con delle aspettative mostruose sulle spalle. Quelle che, quando arrivò lo sconosciuto Iron Man al cinema, non aveva nemmeno da parte del fan più esigente.

La mossa di Kevin Feige è stata quella di diversificare. Lo studio ha esplorato la televisione subendo la voracità di un Disney Plus in riserva di contenuti. Al cinema invece ha messo l’accento sulla diversità di stili e di generi affrontati, a costo della stretta continuità di trama e soprattutto di estetica. Insomma, una fase 4 che ha fatto molto discutere ma che ha fatto provare tante nuove “prime volte” ai Marvel Studios. Un po' per il bisogno di rinnovarsi, un po' in balia della tempesta. Da qui, più che dai successi o dagli insuccessi, dovranno partire le riflessioni sul suo futuro. 

Il primo flop Marvel

L’insuccesso di Eternals ha molti alibi. Arrivava in un periodo pandemico molto complicato, ha avuto come stampella Disney Plus su cui è arrivato velocemente, aveva personaggi nuovi senza quindi una scala su cui paragonare il risultato e non c'era la Cina a supportare il botteghino. Eppure anche Black Widow e Shang-Chi sono arrivati in un periodo ugualmente complesso (e senza la Cina). La differenza in questo caso è che Eternals è stato respinto dal pubblico e soprattutto da una critica bene o male, prima di allora, da sempre favorevole al progetto Marvel.

Il risultato comparato di botteghino e consenso fa impressione perché racconta del primo film Marvel che ha proprio mancato il bersaglio. Con la regia di Chloe Zhao e un cast di prim’ordine, Eternals puntava ad essere una punta di diamante con venature art house che avrebbero dovuto convincere un target meno fedele alla Casa delle Idee.

Si è ritrovato ad essere esattamente l’opposto.

La prima fase senza Avengers 

Avengers: Endgame è il successo che non può essere battuto. Il culmine narrativo perfetto perché inaspettato e impensabile fino a pochi anni prima. La strategia dei Marvel Studios è quindi quella di ricostruire da capo un pantheon di personaggi a cui affezionarsi. Cambiare la formazione degli Avengers avendo ben in mente che non è il logo, ma la composizione dei membri a decretare il successo dell’ “iniziativa”.

Così la fase 4 non ha un film degli Avengers. E nemmeno uno che possa avvicinarsi a questa idea o a quelle atmosfere. Si è sentita molto la mancanza, eppure sarebbe stato folle riunire la squadra senza avere una buona storia a supporto. Si spera che questa sospensione (che verrà colmata da due film che si preannunciano colossali nelle prossime fasi), porti a un maggiore godimento più in là. 

La prima volta… di una scena di sesso in un film Marvel

I supereroi proclamano tanto amore, ne parlano però poco e ne fanno ancora meno. Già in passato ci sono state allusioni o situazioni vagamente piccanti (soprattutto con Tony Stark), ma niente di significativo per la trama. In Eternals invece per la prima volta, nei classici limiti PG 13 ovviamente, vediamo Ikaris e Sersi concedersi l’un l’altra. È stato come un piccolo risveglio per la Marvel che ha finalmente iniziato a parlare del corpo dei supereroi anche come oggetto di attrazione (si veda She-Hulk). 

C’è da sperare che sia solo l’inizio verso una liberazione affettiva (non solo sessuale) dei supereroi, ma la prudenza vista in tal senso non fa immaginare ad una rapida progressione in tal senso. Staremo a vedere

Primo potere e responsabilità

La storia del Peter Parker di Tom Holland è iniziata così in medias res che non ci si è nemmeno resi conto che mancava qualche tassello importante. Tony Stark è stato l’equivalente dello zio Ben per un tratto della carriera dell’eroe. Ma non ha mai avuto la caratura morale che serviva al ragazzo per diventare adulto. Il bimbo ragno cambia alla fine della sua (prima?) trilogia targata Marvel Studios. Lo fa grazie ad altri due uomo-ragno e soprattutto grazie alle fatidiche parole: da un grande potere derivano grandi responsabilità. Pronunciate da… zia May!

È la prima volta che le sentiamo in un film di Spider-Man dell’MCU. Anche se non se ne sentiva la mancanza, quando sono arrivate a sorpresa, sono state un’emozione posizionata al punto giusto. 

Primo quarto film di un personaggio Marvel 

Thor: Love and Thunder ha fatto arrabbiare gli spettatori come promesso. La rivoluzione del personaggio operata da Taika Waititi non sembra destinata a durare a lungo, anche per via delle recenti notizie che hanno riguardato l’attore Chris Hemsworth. Per Thor sembra arrivato il momento di cambiare. È un padre ora, è più simile a Odino che a un giovane guerriero.

È però anche l’unico personaggio Marvel che ha scavalcato la trilogia con un film in solitaria. Come se, dopo due primi zoppicanti tentativi, la saga di Thor fosse iniziata da un posto di blocco poco più indietro e avesse più strada da recuperare. 

La prima volta in televisione e senza un villain

Un universo che si espande orizzontalmente, che apre le sue braccia e cattura come una rete più personaggi che può. Si cambia media, dal grande al piccolo schermo. La Marvel aveva portato la struttura seriale al cinema e ora si trova a sottostare alle ferree regole delle serie Tv. C’è ancora molta dimestichezza da prendere, soprattutto se si vuole rompere un po’ la tradizione, come fatto al cinema.

Tra alti e bassi c’è stato un inizio come WandaVision e un finale “meta” come She-Hulk che hanno smosso le acque nella maniera giusta. Si può fare molto con il nuovo mezzo e quando la Marvel ci prova diventa più interessante. Per questo le Special Presentation di un’ora sono l’esito più felice di questa ricerca di nuovi formati. 

Guardiani della Galassia Holiday Special è così una gradevole parentesi natalizia e soprattutto il primo film di supereroi senza un villain. Un esperimento che potrebbe anticipare delle future rotture alle rigide regole che guidano il genere.

Animati… per la prima volta

What If…? è passata sotto traccia. Molti episodi sono stati sprecati, altri più azzeccati. La prima volta dei Marvel Studios in versione animata dà l’impressione di essere arrivata troppo presto, ancora prima che iniziassimo a scalfire il multiverso. Non si riesce a capire il suo ruolo nella continuità: è uno spazio libero dove sperimentare o avrà un impatto?

La speranza è che la prossima stagione possa chiarire le idee e soprattutto dare il coraggio ai creativi di inventare anche situazioni assurde, ma che giochino al massimo con il concetto di e se…?

La prima volta in bianco e nero

In WandaVision un paio di episodi sono stati girati in bianco e nero davanti a un pubblico reale. Proprio come le sitcom di un tempo. Licantropus è una Special Presentation che omaggia i mostri Universal con la stessa grana fotografica. E questo cosa vuol dire? Due cose che poco c’entrano con i colori. La Marvel ha iniziato a guardare molto indietro e a fare omaggi sempre più espliciti. E soprattutto ha fatto un paio di incursioni nell’horror.

Certamente, sempre per prodotti fruibili da un pubblico di famiglie, ma l’esplorazione dei generi è finalmente arrivata anche nelle zone da brividi. Prevedibile la mano di Sam Raimi. Meno quella del compositore Michael Giacchino per la prima volta in cambia di regia. Il film su Blade è diventato, dopo Licantropus, improvvisamente interessante. 

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