Marvel: Stan Lee e la rivoluzione del concetto di un universo condiviso
Stan Lee ha rivoluzionato il mondo del Fumetto, e non solo, creando un universo Marvel interconnesso
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Non possiamo però dire che sia stato Stan Lee a creare queste interconnessioni tra i diversi personaggi: il primo caso registrato di contaminazioni tra personaggi differenti nei fumetti risale al maggio 1940, quando la casa editrice MLJ Comics (la futura Archie Comics) pubblicò una storia suddivisa in due parti. Shield è stato il primo super eroe patriottico con un costume basato sulla bandiera statunitense, anticipando Capitan America di quattordici mesi. Sulle pagine di Pep Comics #4, l'eroe interviene nell'invasione di Moskovia e l'albo si chiude con l'avviso che gli stessi avversari sarebbero comparsi in un'avventura all'interno di Top Notch Comics #5. Quando dopo qualche settimana i lettori sfogliarono l'albo, nel quale solitamente comparivano i fumetti del solo Wizard (un personaggio simile a Mandrake), trovarono al suo fianco anche Shield, in una collaborazione che possiamo annoverare come il primo crossover fumettistico.
L'idea sembrò vincente e venne ripresa immediatamente dalla Marvel Comics, che dopo soli due mesi pubblicò Marvel Mystery Comics #9, un nuovo team-up in cui Namor e la Torcia Umana tornano a combattere uno contro l'altro, prima di spalleggiarsi contro una minaccia comune. A dicembre dello stesso anno, la National Comics (futura DC Comics) creò un'ulteriore piccola rivoluzione sul terzo numero della testata antologica All-Star Comics: inserì un'illustrazione che mostrava otto diversi super eroi fino a quel momento apparsi in avventure in solitaria (Flash, Hawkman, Spettro, Sandman, Dottor Fate, Hourman, Lanterna Verde e Atom) seduti allo stesso tavolo, tutti facenti parte di un super gruppo chiamato Justice Society of America.
Anni Sessanta: l'idea di un'universo supereroistico condiviso esisteva già da un ventennio, quando Stan Lee creò i suoi personaggi più famosi della Silver Age, ma lo sceneggiatore portò quest'idea a un livello completamente superiore, facendone uno degli elementi di maggior attrattiva delle sue testate e un ottimo strumento promozionale che spingeva i fan di un personaggio a seguire le sue apparizioni anche sulle altre testate.
I collegamenti cominciano nel dicembre 1962, quando sulle pagine di Fantastic Four #12 i protagonisti affrontano l'Incredibile Hulk, in una storia che vuole celebrare il primo anno di pubblicazioni. In quell'albo, nelle pagine della posta, una nota avvisa i lettori che i Fantastici Quattro avrebbero fatto un'apparizione all'interno di un altro fumetto uscito nelle edicole lo stesso giorno, invitando i lettori a non lasciarselo sfuggire: Amazing Spider-Man #1. La presenza di personaggi che in pochi mesi erano già diventati tanto popolari è stata sicuramente un'ottima spinta per l'esordio della testata dedicata all'Uomo Ragno.
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Queste strategie erano una risposta al successo del nuovo super gruppo della DC Comics, la Justice League of America; quello che rese davvero unico l'Universo Marvel avvenne nei mesi successivi, ed è stato importante non solo dal punto di vista commerciale ma anche narrativo.
Su Amazing Spider-Man #3, la nuova Torcia Umana incontra gli studenti della scuola di Peter Parker per dare una dimostrazione dei suoi poteri, motivando indirettamente il giovane Tessiragnatele a contrattaccare il Dottor Octopus, dopo la sconfitta subita.
Su Fantastic Four #16, la famiglia di super eroi deve affrontare il Dottor Destino dopo essere stata ridotta a dimensioni microscopiche, e riuscirà nell'impresa grazie alla collaborazione con Ant-Man.
Su Avengers #1 il celebre super gruppo si forma in seguito alla richiesta di Rick Jones di fermare un Hulk fuori controllo, una richiesta di aiuto che era stato inviata anche ai Fantastici Quattro.
Su Tales of Suspense #49, Iron Man affronta Angelo degli X-Men.
Su Avengers #3, per cercare di fermare il Gigante di Giada, Iron Man contatta olograficamente i Fantastici Quattro, Spider-Man e gli X-Men in cerca di aiuto: nessuno di loro combatterà al fianco dei Vendicatori, ma con questi cammei si intendeva stuzzicare il piacere del lettore di tutte le testate Marvel.
Sarebbe però sbagliato considerarlo mero fanservice, perché non si trattava più di occasioni speciali: nel corso del 1963, Stan Lee fece di queste comparsate un collante di tutto il suo universo narrativo, qualcosa che trasmetteva la sensazione di un cosmo vivo e coeso. Di sicuro questo è stato agevolato dal fatto che fosse il Sorridente a occuparsi delle sceneggiature di tutti gli albi, conoscendo perfettamente la caratterizzazione dei personaggi ed essendo consapevole di cosa ciascuno stesse vivendo nelle rispettive avventure.
Galleria
Tocca un'immagine per scorrere la galleriaI diversi super eroi della Casa delle Idee non dovevano per forza combattere fianco a fianco, o affrontarsi l'un l'altro, semplicemente vivevano nello stesso mondo.
Il primo vero e proprio crossover, ovvero una storia suddivisa in più testate, è datato 1966: su Tales of Suspense #80, Iron Man deve fare i conti con la sua armatura danneggiata mentre viene perseguitato da un furioso Namor. Alla fine dell'albo, Tony Stark è ormai tornato nel pieno delle sue forze ed è pronto a combattere il Sub-Mariner, ma lo scontro viene rimandato alle pagine di Tales of Suspense #81. Quando ciò avviene, i lettori sono ormai abituati a comprare tutte le serie Marvel, non sapendo quando e dove avrebbero potuto fare capolino i loro personaggi preferiti, ed essendosi ormai affezionati a quell'universo pulsante.
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L'idea di Stan Lee è stata senza dubbio determinante nel successo dell'Universo Marvel, ai tempi emulata in parte anche da altre case editrici ma mai in modo così massiccio ed efficace.
Non è un caso che due grandi appassionati di fumetti come M. Night Shyamalan e J.J. Abrams abbiano deciso di stupire i fan rivelando a posteriori che alcuni loro lavori erano interconnessi, com'è successo rispettivamente con la trilogia di Unbreakable e l'universo narrativo di Cloverfield.
Insomma, l'eredità di Stan Lee è evidente anche al di fuori dei fumetti o delle storie di super eroi, e siamo sicuri che il suo retaggio riecheggerà ancora per molto, molto tempo...
Fonte: CBR