Martin Scorsese a Torino, dalla "responsabilità" nel conservare le pellicole del passato al futuro del cinema: "Film su TikTok? Perché no!"

Ospite del Museo del Cinema, il grande regista ha parlato della sua attività per la conservazione dei film e su di come il cinema possa rivolgersi alle nuove generazioni

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Una versione meno nota, quella di Martin Scorsese emersa nella conferenza stampa al Museo del Cinema di Torino, dove gli sarà consegnato il premio Stella della Mole.

Mentre veniva accolto da scroscianti applausi, al grande regista è stato donato con un DCP contenente alcune scene inedite di Cabiria, pionieristico kolossal italiano. Prendendo spunto dalla location, il cineasta ha parlato così della sua attività per il restauro e la conservazione delle pellicole, che inizia negli anni '70 e si concretizza nel 1990 con la nascita della Film Foundation:

Negli anni '70 con un gruppo di persone, che comprendeva anche Brian de Palma e Steven Spielberg, comincio a cercare di recuperare le copie in buone condizioni di diversi film perduti, realizzati tra il 1935 al 1960, per noi fonti d'ispirazione. All'epoca, lo studio sysyem stava crollando: dopo aver realizzato un film, gli studios procedevano con il successivo. Nessuno si prendeva cura della longevità delle pellicole. Andavamo dunque in cerca delle stampe e dei negativi, con un pellegrinaggio da cinema a cinema. I film a colori poi presentavano un ulteriore problema: la copia era poco costosa, ma la qualità era limitata e spesso in brutte condizioni. Una dei primi film che ho cercato era la versione americana del Gattopardo, che ho trovato solo doppiata e di qualità distcutibile. Grazie a Z Channel [una delle prime emittenti a pagamento negli Usa] ho potuto vedere per la prima volta diversi film di grandi registi, segnandomi vari titoli e, con la nascita del video, riuscendo a fare nuove copie.

Con Bob Rosen, recentemente scomparso, ho iniziato a pensare al futuro di queste pellicole, ma bisognava aumentare la consapevolezza in merito. Solo nel 1989, dopo Quei bravi ragazzi, la Warner si è mostrata interessata e poi, con la nascita della Fondazione, abbiamo cominciato a chiedere a ogni studio di donare le pellicole che ci interessavano in loro possesso, cercando di mettere insieme loro e gli archivisti, prima considerati dei ladri. Ma in verità salvano i film! Da allora, abbiamo conservato oltre due mila film, dagli Stati Uniti ma anche da altre nazioni. Il nostro obiettivo era far capire agli studios che i film non sono solo fonte di profitto, ma anche arte, in quanto fanno parte del nostro patrimonio culturale. Conservare i film è una responsabilità per le generazioni future!

Il cinema e le nuove generazioni

Lo sguardo al passato di Scorsese non esclude però altrettanta attenzione per il futuro del cinema. In un periodo di forti cambiamenti, il regista non chiude la porta alle nuove frontiere:

Il cinema si sta evolvendo, ma ora è ancora a livello infantile. Bisogna capire come e perché continuare a raccontare storie, chiedendoci chi siamo. Il cinema ora è qualcosa di completamente diverso, sta andando in una direzione nuova, anche se non so ancora di quale si tratti. Potrebbe diventare qualcosa di iniettato nelle nostre teste. Ve lo immaginate l'Orlando Furioso, ogni suo canto, in Realtà Virtuale? Fare cinema dipende comunque dalla propria passione, cercare di comunicare per migliorare la comunità, invece di distruggerla. Questo può avvenire in qualunque formato, anche su TikTok. Mia figlia mi ha chiesto di fare una cosa, io l'ho fatta e sono finito su TikTok. Abbiamo un'infinità di strumenti a disposizione.

Del resto, Scorsese ha più volte lavorato anche per il piccolo schermo: dal dirigere l'episodio pilota di Boardwalk Empire e Vinyl al realizzare gli ultimi due lungometraggi per una piattaforma streaming. Riflettendo su quest'esperienza, rivendica:

Ho provato a fare serie televisive, ma nel frattempo avevo progetti più ambiziosi e non volevo dedicarmi tutta la vita a un singolo progetto per il piccolo schermo. The Irishman è stato un punto di svolta: avevamo bisogno di tecniche nuove e molto costose per realizzarlo e Netflix ha messo i fondi necessari. Stare in sala per lungo tempo è meglio (mentre The Irishman è rimasto solo 2/3 settimane) ma conta la passione nel raccontare. In passato, film lunghi come C'era una volta in America veniva tagliati, ora non accade più perché il pubblico può vederseli a casa. Lo streaming e la sala sono due esperienze diverse, ma The Irishman e Killers of The Flowers Moon sono stati realizzati per entrambe e al pubblico piacciono entrambe.

Durante la conferenza, Scorsese ha anche motivato il rinvio dei suoi prossimi progetti: trovate le sue parole in quest'articolo.

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