No Man's Sky, le prime dieci ore
Dopo più di dieci ore di gioco l'universo di No Man's Sky ci si è rivelato solo in minima parte
La nostra astronave pare ridotta male, c’è fumo ovunque e, come se non bastasse, il pianeta dove siamo fortunosamente atterrati ha un’atmosfera tossica e sprizza la radioattività della lattuga di Chernobyl nel 1986. Per fortuna la nostra tuta spaziale pare funzionare ancora, così come l’indispensabile strumento simile a una pistola buono sia per sparare ai nemici (qualora ne incontrassimo) sia per raccogliere risorse. Già, le risorse: No Man’s Sky è privo di un tutorial vero e proprio, ci suggerisce in maniera piuttosto velata come avanzare. L’introduzione al sistema di crafting e inventario avviene in modo ripido, ben presto ci si accorge che la nostra nave non ha esattamente la stiva di un bastimento portoghese e pure lo zaino non ci aiuta molto.
I primi minuti di gioco sono un’estenuante maratona fatta di raccolta, crafting e ancora raccolta, il tutto posto di esserci schiantati su un pianeta (o meglio, una regione del pianeta) fortunato dal punto di vista geologico/floreale. Benché gli elementi base (combustibili come Plutonio e Carbonio, ma pure ferro, bronzo e altri materiali) siano diffusi più o meno in ogni angolo della galassia, la loro quantità varia in maniera drammatica. I mondi boscosi ci costringeranno a lunghe esplorazioni e faticosi scavi per raccogliere un’oncia di qualsiasi metallo, mentre gli scogli stellari più aridi mancheranno di ogni succedaneo organico. Insomma, pure l’esperienza iniziale di No Man’s Sky può variare, a tratti in maniera pure drammatica se vi troverete subito a fare la conoscenza con certi mecha poco amichevoli, in modo grandioso, rendendo pressoché impossibile la definizione di strategie comuni.
"tutto quello che avviene una volta abbandonata l’atmosfera del nostro primo pianeta riguarda noi e noi soltanto"[caption id="attachment_159198" align="aligncenter" width="600"] No Man's Sky - screenshot[/caption]
Tutto quello che avviene una volta abbandonata l’atmosfera del nostro primo pianeta riguarda noi e noi soltanto, non ci sono obiettivi, percentuali o checklist da completare, ci sono solo l’eternità stellare e un numero pressoché infinito di mondi che si affastellano uno dietro l’altro.
Questa sua indole quasi zen rende No Man’s Sky un gioco difficile da approcciare e ancor più complesso da definire. Dopo quasi 12 ore passate in viaggio la sensazione è quella di aver appena scalfito la superficie del lavoro di Hello Games. Dunque No Man’s Sky è un successo? Ora è ancora troppo presto, sul fronte tecnologico quasi tutte le promesse sono state mantenute (anche se la mancanza di un vero motore fisico a volte si fa sentire), per il resto bisognerà vedere cosa accade sul lungo periodo. Dopotutto per dimensioni, in linea teorica, No Man’s Sky potrebbe occupare una vita (reale) intera, cercare di racchiuderlo in poche ore sarebbe quantomeno riduttivo.