Il mandolino del capitano Corelli è Mediterraneo, però peggio

Tratto da un romanzo del 1994, Il mandolino del capitano Corelli è un pasticcio storico/romantico con un Nicolas Cage sopra le righe, ovviamente

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Il mandolino del capitano Corelli è il tredicesimo capitolo del nostro viaggio allucinante nella carriera di Nicolas Cage che abbiamo deciso di intraprendere mentre aspettiamo l’uscita di The Unbearable Weight of Massive Talent. Trovate tutti i capitoli dello speciale a questo link.

Il film.

D’accordo, il titolo del pezzo è tra l’ingannevole e il provocatorio: paragonare Il mandolino del capitano Corelli, un drammone storico/romantico fatto di grandi paesaggi, luci smarmellatissime, stereotipi e Nicolas Cage che parla come Super Mario, a una delle più grandi commedie italiane di sempre è un insulto. Le somiglianze tra i due film sono però innegabili: entrambi raccontano la storia di un gruppo di soldati italiani che durante la Seconda Guerra Mondiale finiscono di stanza su un’isoletta della Grecia, dove si dimostrano umani e fanno amicizia con la gente del posto, e in particolare una bella fanciulla. Dove però Mediterraneo usava lo sfondo storico per parlare di tutt’altro, Il mandolino del capitano Corelli, tratto dall’omonimo e decisamente meglio documentato romanzo di Louis de Bernières, parla di un evento realmente accaduto e molto doloroso per la storia del nostro Paese, e lo fa con la stessa delicatezza con cui Nicolas Cage offre un panettone a John Hurt durante una calda giornata d’estate in Grecia, e andando così ad aggiungersi più o meno involontariamente alla lista di opere che raccontano il mito degli italiani brava gente.

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Il cast.

Oltre all’omonimo ufficiale del titolo, Il mandolino del capitano Corelli ruota intorno a una serie di volti arcinoti. Innanzitutto Penélope Cruz, che interpreta la bella Pelagia e che ha rischiato di vedersi soffiato il posto da Katie Holmes. Poi Christian Bale nell’umiliante ruolo del fidanzato di Pelagia, talmente condannato fin dall’inizio a perdere il suo amore che la prima volta che lo vediamo è a pancia in giù e a chiappe nude mentre John Hurt lo schiaffeggia e commenta la qualità dei suoi glutei. John Hurt è, appunto, l’altra star del cast, l’unica delle quattro a essere stata solo nominata a un Oscar e non ad averlo vinto (cosa invece capitata sia a Cage, sia a Bale, sia a Cruz). Segnaliamo anche la presenza del grande attore inglese David Morrissey, a cui tocca interpretare un tedesco, e di Irene Papas, una delle più grandi attrici greche della storia, che per fortuna interpreta una greca.

Il regista.

Il mandolino del capitano Corelli fu, per John Madden, il tentativo di replicare il successo strepitoso (e forse in parte inaspettato) di Shakespeare in Love, il suo quarto film e ovviamente quello che gli portò un Oscar. Ma con il Bardo Madden, che è inglese, giocava in casa; con il capitano Corelli, invece, gli tocca confrontarsi con stereotipi e varie banalità italo-elleniche. Il risultato fu un tale disastro che Madden si fermò per quattro anni, poi tornò con un drammone e, a stretto giro (relativamente ai suoi normali tempi), un thrilleraccio con Diane Lane e Thomas Jane, Killshot. Il suo ultimo film, Operation Mincemeat, è di quest’anno, ed è (guarda un po’) un dramma a sfondo bellico ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale: si può perdere il pelo, non il vizio.

Di cosa parla.

Come detto prima, di Mediterraneo, ma con meno comicità e più risate involontarie. Il capitano Corelli arriva sull’isola di Cefalonia con il suo battaglione di soldati che non hanno mai sparato un colpo, e preferiscono cantare in coro con inquietante accento italiano, accompagnati dall’eponimo mandolino. L’isola di Cefalonia accoglie male il capitano Corelli e i suoi uomini, ma pian piano le due entità si avvicineranno: sarà proprio la telefonatissima storia d’amore tra il capitano e la bella bambina (così la chiama Nic Cage) Pelagia a fungere da simbolico tramite tra le due fazioni.

Ovviamente, visto che è un film storico, Il mandolino del capitano Corelli racconta anche fatti storici: nello specifico l’eccidio di Cefalonia, e successivamente il terremoto che colpì l’isola due anni dopo la fine della guerra. Se permettete, però, preferiremmo sorvolare su come li racconta. Avete presente quanto Shakespeare in Love sacrificava la Storia in favore della storia? Il mandolino del capitano Corelli fa la stessa cosa ma cento volte di più, con la bruciante intensità di mille soli: è un drammone romantico inutilmente sdolcinato e frequentemente retorico, che durante le sue incursioni nella brutalità della guerra fa desiderare di tornare a vedere Cruz e Cage che flirtano sotto il sole cocente del Mediterraneo.

E Nicolas Cage che fa?

Il capitano Corelli. Fa di tutto, tranne quello che ci si aspetta da un soldato, ma soprattutto fa tutto quello che ci si aspetta da Nicolas Cage al quale viene chiesto di interpretare un gioviale ed espansivo capitano dell’esercito italiano durante la Seconda Guerra Mondiale. Non è la prima volta che Cage affronta, diciamo così, le sue radici in un film, ma se in Stregata dalla Luna il suo personaggio era un Guido, un italoamericano classico, qui gli tocca fare l’Italiano Vero, con risultati spesso disastrosi. Sentirlo chiamare Penélope Cruz “bella bambina, bella bambina del mio cuore” non smetterà mai di essere ridicolo, per non parlare di quando spiega alla nuova recluta, Carlo, che “chiunque osi dire che Verdi è meglio di Donizetti verrà costretto a cantare Funiculì funiculà e altre canzoni che parlano di binari”.

È impossibile non ridere, di lui e con lui, ma anche di chi gli ha scritto certi dialoghi: il capitano italiano che suona il mandolino e offre ai suoi ospiti una bella fetta di panettone è un’idea talmente squinternata che viene da pensare che certi dettagli siano stati aggiunti sul copione all’ultimo momento da un italiano che si voleva vendicare con la produzione per qualche misterioso motivo. Magari siamo influenzati dal bias tricolore, ma al di là di ogni considerazione sul film (comunque pessimo), è impossibile guardare il nostro eroe e non sentire forte la voglia di gridare verso lo schermo “NON SI FA COSÌ L’ITALIANO! NON PARLIAMO COSÌ! COSA STAI FACENDO?!”.

Cage-o-meter: quanto Nicolas Cage c’è in questo film da 1 a 10?

Funiculì funiculà/10

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