Mamma ho perso l’aereo: cinque ragioni per il sì al remake (e cinque per il no)

Mamma ho perso l’aereo avrà un remake: è una buona idea o sarebbe meglio rinunciarci? Proviamo a capire quale delle due ipotesi ci convince di più

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Mamma ho perso l’aereo compie oggi trent’anni, quantomeno per noi che andiamo (o andavamo) al cinema in Italia: arrivò in sala il 18 gennaio 1991, due mesi dopo la clamorosa uscita americana, ed ebbe un successo meno dirompente, ma comunque sufficiente a catapultarlo nell’ambitissima lista dei film che da allora passano e ripassano in TV a ogni occasione, che sia il Natale o un semplice buco di palinsesto.

Non dovrebbe suscitare scandalo affermare che Mamma ho perso l’aereo è un capolavoro, una commedia natalizia che attinge alla tradizione della slapstick comedy e la macchia di quella particolare forma di sadismo che solo un bambino può concepire – la stessa violenza estrema ma apparentemente senza conseguenze di certi cartoni animati: Joe Pesci e Daniel Stern sono Wile E. Coyote e Kevin McAllister è il Road Runner, e il tutto è impacchettato con la più festiva e colorata delle carte da regalo natalizie. Mamma ho perso l’aereo è un film per famiglie che parla di abbandono, solitudine e della differenza tra avere un figlio e crescere un figlio, ed è una delle commedie più divertenti del secolo perché si affida a generatori di risate che non invecchiano mai; è un gigantesco parco giochi che funziona e affascina nel 2021 tanto quanto lo faceva nel 1991.

E quindi la domanda sorge spontanea: ci serve davvero un remake, o reboot, o quello che sarà, di Mamma ho perso l’aereo? Di sicuro sappiamo l’opinione di Chris Columbus , il regista dell’originale, e chi si trova d’accordo con le sue motivazioni difficilmente cambierà idea. Resta il fatto che il film si farà, che piaccia o meno, e che mentre aspettiamo di sapere qualcosa di più sul progetto possiamo ingannare il tempo chiedendoci se sia davvero una buona idea o se abbia ragione Columbus. Ci sono venute in mente cinque motivazioni a favore del sì e cinque per il no: fateci sapere se siete d’accordo nei commenti.

Urlo

Sì: tanto ormai lo fanno tutti

Mamma ho perso l’aereo non sarà il primo né sicuramente l’ultimo franchise degli anni Ottanta e Novanta (e non solo) a subire il trattamento del reboot. A volte lo si fa per aggiornare un prodotto invecchiato, altre per puro opportunismo, fatto sta che era solo questione di tempo prima che toccasse anche alla storia di Kevin McAllister. Il reboot di Mamma ho perso l’aereo era inevitabile, quindi tanto vale pensare a tutte le volte che di recente è andata bene (pensate a Jumanji) e sperare che vada allo stesso modo.

No: non c’è Macaulay Culkin

Ci dispiace preventivamente per chiunque finisca per ereditare il ruolo di Macaulay Culkin: Mamma ho perso l’aereo si regge sul suo protagonista tanto quanto sulle sue trappole, forse anche di più. I paragoni saranno inevitabili, e la cosa più difficile sarà evitare il rischio di clonare Kevin e trovare una strada personale per ri-abitare il personaggio. Possibile? Sì. Probabile? Noi diciamo di no.

Sì: si può osare molto di più

Tutte le trappole e le scene slapstick che ne conseguono (a proposito: riuscite a trovarle tutte?) sono state realizzate con effetti pratici. A quanto pare non è stata un’esperienza divertente, e sicuramente la necessità di preservare le vite di alcune persone ha messo dei necessari freni alla creatività sul set. Oggi si potrebbe osare molto di più...

No: certe cose non si potrebbero più fare

... ma non siamo sicuri che succederebbe. Da un lato c’è un problema di sensibilità: Mamma ho perso l’aereo è figlio di un’epoca che si interrogava molto di meno sugli effetti dell’intrattenimento, e certe trappole oggi verrebbero forse ritenute troppo pericolose (magari perché facilmente ricostruibili a casa) per essere mostrate in un film di Disney+. Dall’altro c’è il fatto che “aggirare i limiti degli effetti pratici” rischia di tradursi in “annegare il film sotto ettolitri di CGI”.

Mamma di Kevin

Sì: se c'è Macaulay Culkin un qualche modo

Macaulay Culkin è riuscito, anche grazie ai social, a reinventarsi e tornare una figura rilevante dopo anni di oblio post-successo e di problemi in famiglia e non solo. È impensabile che Disney non provi a coinvolgerlo anche solo tangenzialmente con il progetto, e ci piace pensare che lui stesso abbia idee per convincere Chris Columbus che si sbaglia – in fondo ha già cominciato a corteggiare la produzione.

No: John Hughes non c’è più

Parlando di persone che hanno reso grande l’originale, John Hughes, l’autore della sceneggiatura (nonché uno dei registi più importanti degli anni Ottanta), è morto nel 2009. Non ci viene in mente neanche un nome che potrebbe essere all’altezza di raccogliere la sua eredità: a voi sì?

Sì: una riflessione sull’influenza dell’originale

Mamma ho perso l’aereo è un classico ed è diventato parte dell’immaginario collettivo quanto E.T. o Indiana Jones; non è più solo un film, ma un riferimento culturale: è difficilissimo immaginare un reboot moderno che faccia finta che l’originale non sia mai esistito, più facile pensare a un progetto molto meta- nel quale il/la protagonista ha il film del 1990 come modello di riferimento. In questo modo, oltre che reboot il film diventerebbe anche un omaggio e uno sguardo critico su un’opera importante.

No: “La vita è breve”

Questa è la motivazione di Chris Columbus, e ci sembra giusto riportarla. La si può riassumere così: perché dovete perdere tempo a inseguire storie vecchie quando la vita è breve e ci sono tante storie nuove da raccontare?

Kevin

Sì: il mondo è cambiato

Il reboot di Mamma ho perso l’aereo sarà ambientato in una realtà sociale e culturale completamente diversa da quella del 1990, e già questo è motivo di interesse. Se poi considerate che siamo in piena pandemia, l’idea di un film su un ragazzino che rimane da solo in casa e deve tenere alla larga gli invasori è doppiamente puntuale.

No: abbiamo gli smartphone

D’altra parte in un mondo iperconnesso e dominato dagli smartphone diventa parecchio difficile giustificare l’intera trama del film, a meno di non attaccarsi alle solite scuse tipo “un blackout e un sabotaggio alle torri cellulari della zona”. Sarebbe più interessante provare a integrare l’esistenza di Internet, e soprattutto dei social, con la trama – resta il fatto che, così com’è, Mamma ho perso l’aereo al tempo degli smartphone non ha senso, e bisognerà trovare una soluzione alternativa.

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