Una Mamma per Amica: il meglio e il peggio del revival
Cosa c'è di buono e di 'meno' buono nel revival di Una Mamma per Amica? Ve lo diciamo noi...
La miniserie racconta un intero anno della vita di Lorelai e Rory sempre nella nota cittadina di Stars Hollow, luogo che in questi anni abbiamo imparato a conoscere bene e ad amare. Tante cose sono cambiate e tante cose sono rimaste uguali. Non abbiamo potuto non vedere tutto d’un fiato le quattro puntate, perché troppa era la curiosità di sapere come sarebbe veramente andata a finire. Ma senza spoilerare tutto, seguendo sempre la regola del numero 4 che, è evidente, alla serie ha portato parecchia fortuna, vediamo insieme quattro scenari che ci hanno particolarmente colpiti e divertiti e altri quattro che, invece, sono persino arrivati ad annoiarci a morte.
Partiamo subito da un personaggio, più che da un momento, che in questa ultima parte della storia subisce una trasformazione tale da renderlo il vero vincitore. Stiamo parlando di Emily, mamma di Lorelai e nonna di Rory, che - ormai vedova - si spoglia della maschera di “signora perbene sempre impettita e intransigente” per diventare più umana e fare emergere una vis comica che in più di un’occasione ci ha fatto ridere di gusto.
Privata dell’amatissimo marito Richard, Emily accoglie nella sua lussuosa villa un’eccentrica governante con a seguito una sconclusionata e improbabile famiglia che si moltiplica di puntata in puntata: bambini, fratelli, sorelle, cugini, cognate, sembra un esercito di Umpa Lumpa che però in casa mette tanta allegria. Emily si trasforma dentro e fuori, addirittura arriva ad indossare jeans, t-shirt e scarpe da ginnastica e pratica l’arte del riordino, una sorta di filosofia new age che invita a liberarsi di ciò che non 'dà gioia'. Per decidere cosa gettare o meno, la vediamo abbracciare l’oggetto in questione, vestito, ma potrebbe anche essere una sedia o un soprammobile, per veder se le trasmette felicità. Una Emily che riscopriamo umana oltre ogni previsione e che riparte con una nuova vita, una nuova casa e un nuovo fidanzato... di cui però, a quanto pare, non vede l’ora di liberarsi. E – dulcis in fundo – una Emily che impara che bere un bicchierino di sherry ogni pomeriggio può fare solo che bene. Cin!
La scena più divertente, oltre alla perfida lezione sull’uccisione dei cetacei che la Signora Gilmore tiene nel museo delle balene (davanti a decine di bambini terrorizzati), la vediamo nell’episodio, “Autunno”. Emily e le altre sue amiche membri dell’associazione ”Le figlie della Rivoluzione” stanno esaminando un’appariscente biondona, consorte numero quattro di un riccone della città, che con scollatura d'ordinanza aspira ad entrare a fare parte del nobile circolo. Chissà poi perché. Tutte le socie fanno finta di valutare con serietà la sua candidatura, che si riservano poi di rivedere in sede di consiglio privato. Spogliata di qualsiasi inutile ipocrisia, Emily è ormai un vulcano pronto a esplodere, e lo fa in grande stile: imprecando come uno scaricatore di porto, ripete più volte di essere stanca di sentire tutte quelle stro***te e di essere anche stanca di tutte loro. E noi siamo dalla sua parte.
Altro personaggio che ci ha sempre fatto ridere per la sua follia è stato ovviamente lo stralunato – diciamo così - Kirk, che in questo revival si aggira in compagnia di un adorabile maialino domestico. Da antologia la scena in cui, durante il primaverile festival internazionale del cibo organizzato con insistenza dal sindaco Taylor, Kirk ha un forte scontro verbale con un cuoco vietnamita che sta cuocendo un porcello su uno spiedo, accusandolo di genocidio di maiale. Ma di lì a un attimo interviene Luke, il quale ricorda a Kirk che il giorno precedente, nel suo locale, lui stesso aveva mangiato con gusto un BLT, un hamburger con pomodoro, lattuga e… carne di maiale. Non sappiamo cosa credesse di mangiare Kirk mentre addentava il BLT ma, dopo aver realizzato, corre via urlando di essere un mostro. Con tutto il rispetto per i porcellini e i loro ammiratori, la scena ha il suo perché, e siamo certi che anche i vegetariani e i vegani più intransigenti avranno perdonato la debolezza di Kirk dopo avere visto, nell’ultima puntata della miniserie, con quale maestria e bravura allestisce la location per il matrimonio di Lorelai e Luke, finalmente sposi. Consigliamo a tutti di dare un occhio: è un paesaggio da fiaba, il luccicante paese delle meraviglie.
E visto che abbiamo nominato il sindaco Taylor, in questi ultimi episodi assistiamo ad una nuova fissazione del bizzarro primo cittadino, che diventa un vero e proprio spassoso tormentone. Taylor insiste in ogni luogo ed occasione con il volere raccogliere adesioni per costruire una rete fognaria, sostituendo le fosse biologiche già esistenti in città. Sembra un rimando pirandelliano, mentre si evolvono vicissitudini amorose e famigliari, sullo sfondo si intrecciano le vicende delle fognature cittadine, un vero teatro dell’assurdo.
Così come è pazzesca la scena che vede protagonista Lorelai mentre va in una casa di riposo gestita da suore per chiedere loro di venderle l’intera struttura, al fine di potere ampliare il suo Hotel Dragonfly Inn. Le suore ricevono Lorelai sedute attorno ad un tavolo intente a giocare a poker , e le dicono di essere felici perché l’ultimo ospite della casa ha raggiunto il Padreterno, così loro potranno vendere la vecchia magione e trasferirsi in una bellissima casa sul mare. Decantano le meraviglie dell’edificio, anche se la più sprovveduta del gruppo informa Lorelai che la soffitta è abitata da una famiglia di tassi e che il luogo è stato teatro di un triplice omicidio. Ma invitano la nostra protagonista a decidere in fretta se vuole la casa, perché un’offerta è già stata fatta nientemeno che da Katy Perry che, dice testualmente la suora, “si veste da prostituta ma ha un sacco di contanti”, mentre un’altra religiosa afferma che per il prezzo giusto venderebbe tutto l’edificio anche a Belzebù in persona.
IL PEGGIO
Partiamo dal personaggio di Rory, che in questo revival è sempre più confusionario e sconclusionato. E a dirla tutta anche poco simpatico. In troppe scene vediamo la giovane Gilmore, che avrebbe ben altro a cui pensare, alla ricerca assurda e forsennata di quello che lei chiama il suo “abito fortunato” (e basterebbe dare un occhio nelle scatole del trasloco disseminate qua e là, come farebbe chiunque, per trovarlo) che le serve per fare un importante colloquio di lavoro. Questo benedetto colloquio, continuamente rimandato dalla società, sarebbe nientepopodimeno che con Condé Nast, evento che Rory, vantandosi, riferisce a tutti ripetendo il nome Condé Nast fino alla nausea.
Così come più volte sottolinea quanto il sito web Sandeesays insista per averla nella propria redazione come collaboratrice di punta, e quanto lei si senta sprecata per un lavoro del genere, salvo presentarsi supponente al colloquio con la direttrice Sandee senza uno straccio di idea sugli articoli da proporre e facendo davvero una pessima figura.
Per dirla tutta, alla fine, anche il libro che poi inizierà a scrivere (un’autobiografia della sua vita incentrata sul rapporto con la mamma Lorelai) e che dovrebbe rappresentare la sua consacrazione come scrittrice, non è un’idea sua, ma del suo ex Jess, molto più sveglio ed intraprendente di lei.
Lavorativamente parlando quindi, pur essendo sempre molto piena di sé, Rory non riesce a combinare nulla, se non alla fine mettersi a capo, con due collaboratori ottuagenari e a titolo speculativo (altra definizione ripetuta più volte che sta a significare che lavora gratis, beata lei che può evidentemente permetterselo, aggiungiamo noi) del giornalino del paese, la gazzetta di Stars Hollow. E quindi ci piacerebbe sapere come diamine faccia però, priva di stipendio o altre retribuzioni, ad andare avanti e indietro da Londra e a cosa le servano i tre cellulari che possiede, neanche fosse un’indaffaratissima businesswoman.
Quello che invece vediamo e che le riesce particolarmente bene è accoppiarsi con qualsiasi cosa abbia due gambe. Ha un fidanzato, che però vede poco, che non ricorda neppure di avere invitato a cena a casa e con cui vuole troncare la relazione (tanto da segnarsi la cosa in agenda), ma alla fine di tutto sarà invece lui a lasciare lei con un messaggio. Nel frattempo mantiene la relazione con Logan (che sta per sposarsi con la fidanzata Odette), fa la gattamorta con il suo ex Dean dicendogli che era il fidanzato perfetto, e ha un’avventura di una notte con un cosplayer vestito da Wookie incontrato per caso mentre sta svolgendo un lavoro di ricerca sulle persone in coda nelle grandi città. Questa one night stand, o forse sarebbe meglio dire one hour stand, in realtà non si vede ma viene solo raccontata da Rory alla madre, in un momento in cui la giovane si lascia andare ad uno dei tanti momenti di sconforto in cui si dice insoddisfatta di se stessa. E l’insoddisfazione deriva dal fatto, come lei lamenta, di essere giunta a 32 anni senza mai avere avuto prima fugaci avventure. Ci chiediamo perché non abbia dato una ripassatina veloce anche a Jess, tra l’altro il più avvenente di tutti e l’unico che l’abbia realmente aiutata dandole, come abbiamo detto prima, l’idea del libro.
Non ne esce certo uno stinco di santo ma, senza volere fare la morale, possiamo dire che il personaggio, anche in virtù delle vicende sentimentali, appare deboluccio, anche perché ci sembra che in realtà a Rory non importi di nessuno, se non di se stessa. E oltre ciò, se non fosse stato per il trascorrere delle stagioni nel corso dei vari episodi, ci sarebbe da domandarsi chi sia davvero il padre del bimbo che sta aspettando. Notizia che la ragazza, egoista fino all’ultimo, pensa bene di dare alla madre proprio nel giorno delle nozze di questa.
Un’altra scena di cui abbiamo compreso poco il senso è il ritorno della Brigata della vita e della morte, un’incursione finale di Logan che, in compagnia dei suoi amici, trascina Rory in una folle notte, che sarà anche l’ultima che trascorreranno insieme (probabilmente quella del suddetto involontario concepimento). Uno spaccato surreale, i giovani in abiti stile vittoriano che girano nella piccola cittadina approdando in un locale in cui l’ambientazione stile Moulin Rouge fa a pugni con tutto il leit motiv della puntata. Non si capisce se si tratti di immaginazione, sogno o realtà, ma poi, quando comprendiamo che è tutto vero, ci sembra davvero una lunga scena inutile, e l’unica chiave di lettura che siamo riusciti a dare è che si tratti dell’addio al celibato di Logan festeggiato con una sempre disponibile Rory.
Altra parentesi, stavolta noiosissima, è quella dedicata al musical fortemente voluto dal sindaco Taylor. Il primo cittadino annuncia di avere scritto un musical che racconta la storia di Stars Hollow e crea un comitato di cittadini (del quale fa parte anche Lorelai) che commetteranno l’opera prima della sua messa in scena. Così ci dobbiamo sorbire interminabili minuti di canti e balli che ci ricordano le peggiori recite scolastiche a cui tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo preso parte. Si poteva davvero rappresentare la cosa con pochi fotogrammi, invece alla fine ci siamo ritrovati con un’orchite senza precedenti.
La storyline in cui Lorelai parte per un viaggio nella natura stile Wild per ritrovare se stessa e capire cosa vuole dalla vita ci è sembrata altrettanto mal riuscita. Zaino strapieno che non si chiude, la nostra protagonista - che sembra uno scout alle prime armi e che già parte poco convinta - perde anche il permesso di escursione, ed è così costretta a rinunciare. Il tutto ci è sembrato davvero banale e non consono all'anima della serie che tanto abbiamo amato. Poi Lorelai torna e sentenzia che è giunto il momento di sposarsi, quindi mette al corrente Luke, lo informa che è già stato tutto deciso, e lui come sempre accetta senza battere ciglio. Una situazione davvero poco credibile visto l’evolversi degli eventi e visto che Emily aveva ripreso la figlia criticando aspramente il suo egoismo e facendole notare di non essersi mai preoccupata di sapere cosa volesse davvero Luke dalla vita e dalla loro relazione.
Ma Lorelai, con il faccione dell’attrice gonfio di filler e a tratti pressoché irriconoscibile, se ne fotte allegramente e va avanti per la sua strada e anche stavolta pensa prima di tutto a se stessa.
La cosa più triste infine è stato scoprire che l'ultima scena con l’uomo-zerbino Luke, che in tutta questa ultima serie porta quasi sempre il suo cappellino in testa, ci avrebbe lasciati con l'espressione de l'urlo di Munch. Arrivati al giorno delle nozze ci siamo ritrovati davanti a una scena horror: Luke che sfoggiava un toupet appiccicato al cuoio capelluto. Se ve lo siete perso, guardate bene la scena appena ne avete l’occasione... e vedrete il tremendo parrucchino!
Per concludere, forse la miniserie avrebbe potuto essere più breve, forse quattro episodi di durata inferiore potevano bastare, ma quello che sappiamo ora è che non ci sarà più un seguito da commentare... anche se le vie delle serie tv, si sa, sono infinite.