Mads Mikkelsen racconta quando quasi rovinò Casinò Royale, la quarta stagione di Hannibal e il finale alternativo de Il sospetto

Mads Mikkelsen si racconta: il suo rapporto con hollywood, le origini, il suo approccio creativo sul set e quando quasi spoilerò 007

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In una lunga chiacchierata con Vulture, Mads Mikkelsen ha concesso un esaustivo "auto racconto", sotto forma di intervista, della propria carriera. Una delle rivelazioni più curiose è stata una fallimentare audizione per la parte di Mr Fantastic nel film dei Fantastici 4 che potete leggere qui.

Durante l’intervista gli è stato chiesto se, potendo, tornerebbe a interpretare Hannibal per una ipotetica quarta stagione della serie (terminata anzitempo). La risposta dell’attore è assai positiva. Ammette che non solo lui, ma l’intero cast vorrebbero tornare su quei personaggi. Certo, dice, il lavoro in televisione è massacrante perché costringe a imparare dialoghi complessi in pochissimo tempo, ma è stata un’esperienza molto positiva. Il fatto che la serie sia trasmessa da NBC è una delle chiavi del suo successo, secondo Mads Mikkelsen. Crede infatti che appoggiandosi a un’altra piattaforma, magari con meno vincoli contenutistici, avrebbero rinunciato a un po’ della “poesia” per andare ancora più espliciti sui contenuti orrorifici definiti alla The Walking Dead perdendo forse parte del fascino.

Il suo rapporto con le grandi produzioni hollywoodiane è assai complesso, non le disdegna, ma non si sente sempre a suo agio e non teme di farlo sapere. Ha raccontato un divertente aneddoto di quando ricevette la sceneggiatura segretissima di Casinò Royale, il film di Martin Campbell dedicato all’Agente 007. Ricevette lo script per prepararsi alle fasi finali del casting. Il testo aveva il suo nome scritto su ogni pagina per ragioni di sicurezza. Mentre si preparava alla parte si addormentò in aereo. Al risveglio si dimenticò la sceneggiatura a bordo. Corse a riprenderla in panico, temendo che qualcuno l’avesse trovata in tempo per diffonderla alla stampa e rovinare così il film e la sua reputazione. Per fortuna non accadde.

Mads Mikkelsen non ama trattenersi sul set e se ne esce spesso con idee macabre ed estreme. Confessa infatti di non amare le soluzioni consolatorie, le scelte a metà. Eppure solitamente nei grandi blockbuster un attore non può proporre radicali cambiamenti di tono senza confrontarsi con una lunga catena di approvazione. Ne ebbe la prova sul set di Casinò Royale durante la celebre scena della tortura. Bond è nudo su una sedia mentre Le Chiffre lo tortura. È la prima volta che 007 è così fragile e la scena era già dura di per sé. Mikkelsen e Craig hanno però lavorato intensamente giungendo ad un’idea “veramente brutale e malata". Salvo poi essere riportati alla realtà dal regista. Rispetto ai film indipendenti c’è una struttura da rispettare, e bisogna accettare tutto ciò, dice l’attore rassegnato.

Un modo di lavorare, quello hollywoodiano, molto distante rispetto a quello di Nicolas Winding Refn, il regista che l’ha guidato nel suo esordio con Pusher. Il film ha uno stile molto realistico, quasi documentaristico. La storia è dura e la parte di Mads Mikkelsen è quella di Tonny, uno spacciatore a pezzi e disperato. Il film si guadagnò una nicchia di pubblico a Copenhagen. Ma poco cambiò nella vita dell’attore che, anche a causa del particolare aspetto nel film, era irriconoscibile. Insomma, il pubblico amò molto la sua performance, ma non la identificò con l'attore. Situazione che cambiò con il suo successivo lavoro: la serie Unit One.

Quando il mercato americano lo adocchio e lo fece suo, Mads era visibilmente ancora un colpo estraneo. E forse non si è mai completamente integrato. Tanto che, racconta divertito, sul set di King Arthur non riconobbe per un paio di volte il celebre produttore Jerry Bruckheimer. “Mi sono sentito un idiota, ovviamente, ma a contempo è rappresentativo di come approccio le cose nella vita. Anche le più grandi star sono solo persone” ha detto. 

Mads Mikkelsen è il protagonista di Un altro giro, il film che rappresenta la Danimarca agli Oscar 2021. La precedente collaborazione con il regista Thomas Vinterberg è avvenuta sul set di Il sospetto. L’attore ha rivelato di avere insistito molto perché si girasse un finale più cupo di quello arrivato sullo schermo. Voleva infatti che il protagonista, Lucas, morisse alla fine del film colpito da un colpo di pistola. Una fine secca, l’uomo abbattuto come un cervo per colpa delle dicerie e del sospetto di pedofilia che lo perseguita. Il finale alternativo è stato effettivamente girato, ma non aveva convinto. Era una chiusura troppo dura per un film già di per sé non semplice.

Che cosa ne pensate delle dichiarazioni di Mads Mikkelsen? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: Vulture

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