Alan Ladd Jr: addio all'uomo che ha creato il cinema americano moderno
Dietro una buona fetta di quello che abbiamo chiamato "cinema americano" degli ultimi 50 c'era un produttore: Alan Ladd jr.
I film di Alan Ladd Jr. hanno accumulato 150 nomination e 50 statuette (con un ragguardevole rapporto 1:3) in un’era in cui gli Oscar certificavano un successo di critica e di pubblico. A 40 anni, dopo diverse esperienze nel Regno Unito (ma anche in Italia, dove produce Profumo di donna di Dino Risi), ritorna in America al lavoro per la 20th Century Fox e dà il via a Guerre stellari. È il suo primo successo realmente clamoroso, il primo esempio della sua capacità di vedere talento e successo dove altri non lo vedono, in una piccola produzione space fantasy come non se n’erano viste mai. È anche senza dubbio il più grande successo, ma la cosa che impressiona è il modello, il modus operandi di un produttore che sembrava non avere gran passione per la produzione e cambiava continuamente lavoro e che prima di Guerre stellari già aveva dimostrato di cercare sempre qualcosa di diverso e tramutarlo in qualcosa d'influente.
Con Guerre stellari contribuisce in maniera determinante a fondare il cinema moderno (tempo dopo produrrà anche Balle spaziali a conferma che aveva capito tutto di come funziona l’industria, prima il modello e poi anche la sua parodia), tutto ciò che era strano e di successo, lui sembrava intercettarlo. Prima aveva deciso di produrre Rocky Horror Picture Show e poi uno dei film più strani di Mel Brooks, Frankenstein Jr., che sarebbe diventato uno di quelli più popolari. Per essere un executive della 20th Century Fox di successo sembra dedicarsi scientificamente ai film più strani: produrrà anche Mister Miliardo con Terence Hill e Suspiria di Dario Argento. E questo dopo che nel 1976 era diventato il capo dello studio!
Con in particolare una strana passione per gli attori passati alla regia.
Rimarrà legato per sempre a Mel Brooks producendo tutti i suoi film, ma poi abbraccia quel periodo strano di Hollywood in cui i soldi venivano messi anche su film internazionali: ad esempio produce Nosferatu di Werner Herzog, La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci e Kagemusha di Akira Kurosawa, al pari di film cult come I ragazzi venuti dal Brasile, Driver - L’imprendibile e Fury di Brian De Palma. È lui a valorizzare talenti, scovare nuovi cineasti che mescolano generi e non propongono qualcosa di visto. Dà il via ad Alien e poi, legatosi a Ridley Scott, affronterà la produzione di Blade Runner. Il suo occhio lo si vede anche dal fatto che solo i film migliori di Ridley Scott portano il suo marchio. Tutto questo a cavallo della sua dipartita dalla Fox nel 1979. Perché, come gli capiterà più volte, arrivato al massimo esce e si riapre una società sua più piccola.
È infatti con la Ladd Company che produce Uomini veri di Kaufmann, per l’appunto Blade Runner, Momenti di gloria e ancora cinema italiano con C’era una volta in America. Fa esordire un altro attore, Ron Howard, con Night Shift - Turno di notte e poi va a guidare la MGM con la quale vince Oscar per Stregata dalla Luna, produce poi ancora con Ridley Scott un altro dei suoi film migliori, Thelma e Louise.
Ancora un cambio negli anni ‘90: passa alla Paramount e dà un gran budget ad un altro attore ancora, Mel Gibson, dopo aver visto L’uomo senza volto, così nasce Braveheart ed è ancora pioggia di Oscar.
E questa davvero non la poteva prevedere nessuno.
Dopo Braveheart, lungo gli anni ‘90, le scoperte sì fanno più rade e il lavoro un po’ più meccanico, alterna film di arti marziali e d’azione con piccoli flop (Rocky V), sbaglia qualcosa. Il dettaglio clamoroso però è che, nonostante non sia più al centro dell’industria, nel 1998 si assicura il primo ruolo di Leonardo Di Caprio post-Titanic (La maschera di ferro) e poi, anni di silenzio dopo, quando pareva fuori dal giro, ha l’intuizione geniale di scoprire un ultimo clamoroso talento, un ultimo attore con l’occhio giusto per diventare regista, e produce Gone Baby Gone, l’eccezionale esordio di Ben Affleck.
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