LuccaCG15, VannoTuttiTroppoPiano: Intervista a Kim Jung Gi

Per VannoTuttiTroppoPiano, Flaviano Armentaro intervista il maestro del disegno coreano Kim Jung Gi, presente a Lucca Comics & Games 2015

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Non credo che il maestro coreano del disegno abbia bisogno di presentazioni. I video delle sue performance in cui riesce a tirare fuori enormi scene di massa, piene di personaggi, animali, autoveicoli robot e quant'altro nel suo distintivo formato a occhio di pesce, disegnati completamente a memoria, sono ormai sparsi ovunque su tutti i social.

kim jung gi 14

Fin dalla sua prima apparizione (al pubblico occidentale) nel 2007, Kim Jung Gi non ha mai smesso di stupire, conquistando migliaia di fan in tutto il mondo e portando tutti a chiedersi dove sia il "trucco" dietro la capacità di riprodurre alla perfezione e da qualsiasi punto di vista la realtà. Non c'è nessun trucco ovviamente, il suo dono, unico al mondo, lo porta a memorizzare qualsiasi dettaglio che passi sotto i suoi occhi, sia esso anatomico, meccanico o architettonico. Un dono coltivato in maniera esponenziale dalla sua passione per il disegno che lo porta a non smettere mai di tracciare linee sui suoi taccuini. Ki Jung Gi disegna sempre e dovunque! Verrebbe da pensare che dopo tantissime ore di performances realizzate ormai in giro per tutto il mondo, l'artista utilizzi il tempo libero per riposarsi, ma così non è. Ho avuto modo di parlare con il suo entourage e mi hanno tutti confermato che semplicemente... non si ferma mai.

kim jung gi 13

Per quanto mi riguarda, il lavoro di Kim Jung Gi si inscrive più in categorie vicine alla pittura o alla performance pura. Trovo che abbia poco a che fare con il fumetto e la sua unica prova di questo tipo (ad eccezione delle sue storie brevi) è stata deludente, troppo simile al suo modo di fare illustrazione e carente di tutti i crismi di narrazione e tempi grafici che il fumetto richiede.

Vederlo dal vivo è comunque un'esperienza straordinaria. Si ha davvero la percezione di essere di fronte a qualcosa di unico e non replicabile.

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Ki Jung Gi era presente a Lucca Comics la scorsa settimana nello spazio dell'Artist Alley. Oltre ad avere dedicato decine dei suoi artbook, ha realizzato, in diverse sessioni, un'enorme illustrazione a muro andata all'asta per una cifra notevole e alcune altre più piccole. È stato inoltre protagonista di un fugace incontro con Milo Manara e Tanino Liberatore che sono passati ad osservarne il lavoro, e di una performance a quattro mani con l'artista russo Otto Schmidt.

Ho avuto la fortuna di poterlo intervistare, ma a causa dei tanti impegni e della mole di dediche ancora da realizzare, mi è stato concesso pochissimo tempo e solo tre domande. Sono riuscito a scucirgli quattro risposte. Intervista per la quale ringrazio le sue due assistenti ed interpreti Yunjin Choi e Boin Lee.

otto schmidt vs kim jung gi

Ho cercato di evitare le ripetitive domande sul come riesce a realizzare i suoi lavori a memoria, la risposta a queste la potete trovare in diverse interviste già pubblicate in rete. Per altro, l'intervista si è svolta in mattinata e dopo 3 giorni di Lucca Comics la stanchezza era visibile (anche dalla brevità delle risposte), ho cercato quindi di fare qualche domanda leggera e divertente.

Buongiorno maestro Kim e benvenuto su BadComics.it

 kim jung gi 1Le sue illustrazioni hanno temi differenti, possiamo vedere scene di vita quotidiana, di guerra, horror, fantastiche, riti della tradizione orientale e molte altre situazioni. In quasi tutte però, a volte nella loro totalità e a volte in piccoli angoli, è possibile trovare tanto umorismo, personaggi grotteschi e antropomorfi coinvolti in siparietti comici. Una connotazione che raramente si trova nei performance artists, che spesso si concentrano sull'aspetto "grafico" della composizione. Guardando tutta la sua opera è piacevole vedere come riesca a non prendersi mai sul serio. Da dove arriva tutta questa carica di ironia, nella sua vita e nella sua educazione?

Credo di avere avuto un'educazione molto tradizionale. Non mi sono mai chiesto da dove abbia origine la carica di umorismo che cerco di inserire nei miei lavori, di certo è una connotazione alla quale tengo molto, che mi viene spontanea e che utilizzo per intrattenere lo spettatore. Osservare un disegno statico può essere talvolta noioso, inserire delle situazioni di vita reale o animate, nel senso della gestualità, può aiutare ad intrattenere lo spettatore.

Sempre parlando delle sue composizioni, un altro tema ricorrente è il cannibalismo. Nei suoi artbook è possibile trovare spesso scene, serie o ironiche, di persone che mangiano altre persone. Come mai questa strana "passione"?

Davvero le disegno spesso? No, non credo...(ride)

Si, abbastanza spesso!

Così come l'umorismo, cerco di realizzare delle scene forti, che impressionino lo spettatore. Cerco di affrontare temi "forti" per scuotere l'osservatore e stimolarne i sensi. Poi be'... se devo essere onesto... mi piacerebbe sapere cosa si prova a mangiare un'altra persona... chissà in futuro magari ci proverò. [ride]

 kim jung gi 2

Tutti gli artisti hanno un bisogno naturale e viscerale di disegnare, tenere ferma la mano e la matita per un tempo prolungato può essere una tortura. Da dove arriva, in lei, questa forza, cos'è che la spinge a disegnare in continuazione?

Non la vedo come una forza, nel senso che la mia vita reale e quella che riproduco sono la stessa cosa, non c'è nessuna separazione. Riprodurre la vita reale, quella che mi circonda per me equivale a viverla, anzi a viverla a uno strato più profondo, renderla parte di me. Probabilmente è il motivo per cui memorizzare quello che vedo mi viene naturale, non è uno sforzo, è una parte di me, semplicemente. Così come non smetto di vivere, non smetto di disegnare.

kim jung gi 16

[La pila di dediche da fare aumenta a vista d'occhio, il suo sguardo è sempre più preoccupato, strappo un'ultima domanda]

Ad oggi il suo disegno è quasi perfetto, come vede l'evoluzione del suo lavoro nei prossimi venti o trent'anni e a cos'altro avrebbe voglia di dedicarsi?

Non ho mai pensato al mio lavoro in termini di stile, quindi non vedo una particolare evoluzione e non penso a quella futura. La mia passione e il mio divertimento è disegnare, quindi credo che il mio obbiettivo nei prossimi anni sia continuare a farlo, esplorando ed osservando con curiosità tutti gli aspetti della nostra vita. Credo che disegnare sarà il mio unico scopo in questa vita ma se dopo questa ce ne fosse un'altra be', mi piacerebbe molto essere un ingegnere meccanico.

La sua passione per gli oggetti meccanici è palpabile.

Si, adoro disegnarli!

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