Luca: Enrico Casarosa racconta le sue ispirazioni: Hayao Miyazaki, Wes Anderson e la Aardman

"Amo i film di Miyazaki, la stop motion di Wes Anderson e della Aardman" così Enrico Casarosa racconta le influenze entrate nel film Luca

Condividi

Luca, il nuovo film della Pixar diretto da Enrico Casarosa, arriverà in streaming su Disney+ il 18 giugno. Con l’avvicinarsi della release si fa più intensa anche la campagna di promozione e iniziano a trapelare i primi dietro le quinte. Il regista ha infatti raccontato le fasi dello sviluppo del film e le sue principali ispirazioni. 

Non è raro che lo studio di animazione esca dai confini americani con le proprie storie, ma è la prima volta che l’Italia diventa protagonista. Siamo infatti nelle Cinque terre, a Portorosso, in luoghi che richiamano quelli dell’infanzia del regista, nato e cresciuto a Genova.

La Pixar è da sempre uno studio molto attento al punto di vista tecnico e innovativo per quanto riguarda i software di animazione.

La tendenza dei loro film è di mischiare spesso la dinamicità dell’animazione 3D con il fotorealismo degli ambienti. Il prologo di Toy Story 4 con la pioggia e i riflessi dell’acqua, o i contorni della città di Soul sono due esempi di questa attenzione alla precisione dell’animazione.

Con Luca, Casarosa ha voluto invertire questo processo e abbracciare uno stile cartoonesco, più vicino alla tradizione 2D. In un'intervista ha raccontato che i primi disegni che propose allo studio prima di girare La Luna, il suo cortometraggio del 2011, erano dipinti ad acquerello. Il film venne poi realizzato in computer grafica, ma Casarosa mantenne la voglia di sorpassare la perfezione del 3D facendo delle piccole imperfezioni, quasi da sketch, il suo tratto distintivo più sentito.

Il regista racconta infatti di essersi occupato in prima persona dell’aspetto visivo di Luca. Ha realizzato lui infatti i bozzetti preliminari che hanno guidato la ricerca dello stile e il tono del film. Sono tante le influenze che hanno contribuito alla sua fantasia e che ha cercato di mantenere intatte nel film. Casarosa ha detto di amare particolarmente i film di Miyazaki. In particolare ha avuto una grande influenza la serie Conan il ragazzo del futuro. Durante la preparazione di Luca il regista ha invitato il team di animatori a studiare le tecniche adottate e assimilare quella particolare sfumatura che solo il 2D può dare. Hanno infatti cercato di ritrovare la sensibilità dell’animazione in due dimensioni nella moderazione dei personaggi in 3D.

Il regista parla così delle sue ispirazioni:

Amo i film di Miyazaki. Amo la stop motion di Wes Anderson e quella della Aardman. Alcuni di questi elementi sono finiti nei miei disegni, in quello stile espressivo e abbozzato. Volevamo inserire la cosa nel film perché sembrasse un mondo pensato dai bambini. È un mondo giocoso. E sembrava adeguato alla storia andare in quella direzione. Amo l’immersività del 3D, ma talvolta mi sembra che tenda alla freddezza. Perciò volevo riportate il calore delle imperfezioni. Questo è il motivo per cui alcuni dei disegni più buffi ci hanno fato ridere quando abbiamo iniziato a definirli e a metterli sullo schermo.

Uno degli esempi concreti di questo scambio è il modello del volto dei personaggi, il modo in cui parlano e le pose che fanno. Le texture sono meno definite, ma le pose sono caricate in maniera espressiva. La bocca segue lo stile della Aardman, passando dal molto grande al molto piccolo. È un modo per infondere nelle immagini l’entusiasmo infantile di chi ha il mondo a sua disposizione. 

luca pixar

Per fare questo hanno dovuto però modificare e adeguare i software di animazione che, come dicevamo, tendevano "naturalmente" al realismo. Se prima infatti quando un personaggio si frenava di colpo la fisica dei vestiti e dei capelli era plausibile, e quindi si spostava in avanti per poi ritornare in uno stato di quiete, per Luca la cosa è diversa. I movimenti sono più cartooneschi, tutto concorre a definire la posa fermandosi allo stesso tempo con il corpo. 

Un approccio “less is more”, che ha però mantenuto la stessa cura negli ambienti e nell’illuminazione che caratterizza lo studio. Per animare i personaggi hanno provato anche un approccio multi-limb disegnando una seconda versione dello stesso personaggio (in particolare degli arti) sotto il livello principale. Rendono invisibili le parti che non usano e mantengono quelle che servono. Il team ha quindi sviluppato la tecnica per dare un’impressione di movimento degli arti molto simile all’animazione classica 2D, dove negli istanti concitati, in cui si corre o si cade nel vuoto cercando appigli, le braccia e le gambe sembrano moltiplicarsi. Ma soprattutto è servita per definire la aspetto della trasformazione da bambino a mostro e viceversa. Non un cambiamento classico del corpo che passa per stadi intermedi fino ad assumere la nuova forma. Invece di modificare un singolo oggetto\personaggio lo rendono invisibile mostrando quello che c’è sotto, il secondo strato.

Sicuramente sono piccoli dettagli che difficilmente gli spettatori noteranno, ma che vanno a contribuire alla costruzione del tono del film e ai sottili rimandi e omaggi ad un’animazione più tradizionale. 

Ecco la sinossi ufficiale:

Ambientato in una splendida città di mare della Riviera italiana, l’originale film d’animazione è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto profondo: lui in realtà è un mostro marino di un altro mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.

Noi di Badtaste abbiamo già avuto modo di incontrare il regista in due occasioni:

Quanto attendete Luca? Fatecelo sapere nei commenti

Fonte: awn

Continua a leggere su BadTaste