Lo Squalo: la scena più importante del film di Steven Spielberg

Quando sulla nave in attesa di trovare lo squalo i tre cacciatori mettono a confronto le cicatrici accade qualcosa di unico

Critico e giornalista cinematografico


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C’è una scena in Lo Squalo che ha un carattere diverso dagli altri e questo perché l’ha scritta un’altra persona.

Non sta nel romanzo di Peter Benchley e non è stata scritta da Carl Gottlieb che quel romanzo l’ha adattato per Steven Spielberg. È il monologo di Quint, il pescatore duro e avido interpretato dal grandissimo Robert Shaw. Quel monologo che fuoriesce da una gara di cicatrici che i tre imbarcati alla ricerca del mostro imbastiscono in una notte durissima, parte dalla cicatrice che mostra Quint e finisce a raccontarne il naufragio dell’U.S.S. Indianapolis, un fatto vero, avvenuto durante la seconda guerra mondiale, e di come i suoi sopravvissuti siano rimasti in vita in un oceano pieno di squali.

Lo Squalo è un western camuffato. Non ci sono cavalli, non ci sono indiani e non c’è nemmeno la sabbia o il deserto. Ma c’è uno sceriffo che con un cacciatore di taglie e un esperto si avventura lontano dal villaggio, armato di pistola al cinturone, per prendere la minaccia che sta facendo fuori bambini e ragazze della comunità. E alla fine finiranno uno contro l’altro, uno scontro deciso col fucile. Come tutti i western poi in realtà è un film su come possa un uomo essere all’altezza di definirsi un uomo, uno che impone scelte morali (lo sceriffo si batte per chiudere l’isola quando il sindaco la vuole tenere aperta per fare soldi) e sacrifici personali (non manda altri ma parte in prima persona alla caccia, lui che ha paura dell’acqua) per poter dire di essere stato all’altezza di sé stesso.

E in questa grande storia spielberghiana in cui il vero protagonista è la suspense, è l’assenza dello squalo e la presenza di una musica che lo annuncia sempre, c’è questa scena che gonfia tutto, espande l’orizzonte e crea l’unica cosa che fino a quel momento mancava: l’epica. Milius viene chiamato a creare da zero l’epica. E lo fa.
Lo scontro con lo squalo di quei 3 non è il primo e non sarà l’ultimo e si inserisce in una storia più grande di lotta degli uomini con le bestie, lotta tra persone con sentimenti e esseri con occhi senza vita. Lotta tra noi e la terribile forza violenta della natura di questo mondo.

È John Milius ad aver scritto quel monologo, forse uno dei più grandi scrittori di sempre di Hollywood, di certo uno dei meno celebrati e più dimenticati dell’era moderna, dei più ingiustamente ostracizzati per posizioni, idee e atteggiamenti molto poco concilianti e molto poco in linea con la maggioranza hollywoodiana. Milius è cresciuto assieme alla generazione di Spielberg, è l’ultima parte del triangolo Spielberg-Lucas-Milius, hanno frequentato la stessa facoltà di cinema nella stessa università. E come loro anche lui non perdeva occasione, specie nei primi anni, contribuire ai film degli amici. Si aiutavano a vicenda e non si contano i contributi piccoli o grandi di Milius al cinema di quella generazione (anche escludendo i suoi di film).

Quel monologo su un gruppo di militari naufragati, militari che stavano su una nave che portava la bomba nucleare che poi sarebbe stata buttata su Hiroshima e fu colpiti da due missili sul fianco, ha proprio uno stile, una sintassi e un’organizzazione del racconto che fa spavento. Nel film tutto è accompagnato dallo scricchiolare del legno della nave e da un accenno dello score, il protagonista è il volto di Robert Shaw da cui Spielberg si distanzia solo pochissime di volte per mostrare gli altri due volti atterriti che ascoltano.


I militari rimangono in acqua a lungo e poi arrivano gli squali che li mangiano uno ad uno e chi sopravvive guarda gli altri morire. Fino a che non arrivano i soccorsi a salvare i 300 sopravvissuti su 11.000 naufragati.

È chiaro che dopo un racconto simile, tornare a combattere lo squalo assume tutto un altro valore, non solo per Quint ma soprattutto per noi. Pensavamo di guardare un duello tra tre uomini e uno squalo e invece stiamo assistendo alla storia più antica del mondo, la storia della sopravvivenza dell’uomo quando è a confronto con la natura e quello che non capisce, gli occhi senza vita degli squali “come bambole”.

***

Vi ricordiamo che Lo Squalo è uno dei quattro film che Universal Pictures Home Entertainment Italia ha appena lanciato in 4K Ultra HD con una steelbook da collezione.

INFORMAZIONI TECNICHE 4K – LO SQUALO

Genere: Azione/Thriller
Durata: 2 ore e 4 minuti ca.
Video: 2160p UHD DOLBYVISION/HDR10 Widescreen 2.35:1
Audio: Inglese Dolby Atmos; Italiano, Inglese, Francese DTS Digital Surround 2.0 Mono; Italiano, Ceco DTS Digital Surround 5.1; Francese DTS-HD High Resolution Audio 7.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese Per Non Udenti, Ceco, Olandese, Francese, Greco
Contenuti speciali: Il making of de Lo Squalo • The shark is still working: l’impatto e l’eredità de lo squalo • Lo Squalo: il restauro • Scene eliminate e tagliate dal set • Trailer cinematografico originale

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Posted by Badtaste on Wednesday, June 17, 2020

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