Lo Squalo compie 40 anni - Perché è ancora bellissimo?

Perché Lo Squalo (1975) di Steven Spielberg è ancora un capolavoro dopo 40 anni? Ricostruiamone i motivi: dall'Oceano, al mostro, alla musica, al montaggio

Condividi

Alla trentaduesima edizione del Torino Film Festival, dentro una rassegna dedicata alla New Hollywood, molti giovani appassionati di cinema torinesi hanno riempito una sala del cinema Reposi per una proiezione mattutina di un film del 1975 intitolato Lo Squalo, diretto da un regista all'epoca di 27 anni (come John Landis quando diresse Animal House vedi ultimo Bad School) con solo un film per il cinema (Sugarland Express) e un tv movie (Duel) nella sua filmografia da professionista. Si chiamava Steven Spielberg.
Erano le 9.15 del mattino. Anche io stavo lì e mi faceva veramente piacere essere uno dei più vecchi in sala. Mentre assaporavo gli ultimi minuti prima del film e mi divertivo ad ascoltare le chiacchiere dei giovani appassionati di cinema attorno a me, mi dicevo richiamandomi all'ordine e al mestiere: "Devi stare attento ad ascoltare come reagisce questo pubblico di oggi a un materiale audiovisivo concepito 40 anni fa. Devi capire se funziona ancora".

Durante la proiezione... un entusiasmo crescente in sintonia con il crescendo della storia. Come ricorda il regista M. Night Shyamalan (The Sixt Sense: Il Sesto Senso):

Tre atti perfetti. Problema, ricerca della soluzione, battuta di caccia.

Lo Squalo aveva vinto ancora. I suoi ingredienti rimangono sempre gli stessi. Quali sono?

Una macchina mangiatrice di uomini

Sono le parole del biologo marino Matt Hooper interpretato da Richard Dreyfuss. Il film è un monster movie. Forse... prima di Halloween (1978) e dopo Reazione a Catena (1971) di Bava... è il primo slasher movie hollywoodiano. Anche il nostro assassino fa fuori delle vittime che non vedono l'ora di avere lascive esperienze sessuali (ci riferiamo all'esuberante Chrissie della sequenza iniziale). Questo mostro non viene dallo spazio o da isole esotiche e, soprattuto, non ha cuore. E' furbo, resistente, non particolarmente tormentato dal punto di vista psicologico. Soprattutto, rispetto ai classici Mostri Universal (Dracula, Frankenstein, Mummia, Uomo Lupo, Uomo Invisibile) e alle creature animate da Ray Harryhausen, il nostro squalo non ha umanità né un pizzico di dramma interiore. Ecco cosa dice nel film di questa "macchina" il veterano Quint interpretato da Robert Shaw: "Hanno occhi senza vita, palle nere senza luce dentro, come bambole. E quando uno ti si avvicina non credi neanche che sia vivo... finché non ti morde!". Lo Squalo di Spielberg somiglia tanto all'impassibile Michael Myers di Halloween di Carpenter con la sua maschera in gomma di William Shatner da Star Trek.

Oceano

Lo Squalo ha un'autenticità marinara tangibile legata al fatto della scelta di Spielberg di girare letteralmente in mezzo al mare e a gente di mare

Spielberg insiste a voler girare il primo blockbuster hollywoodiano dentro l'oceano e non in un lago della California o in una vasca contenuta nel backlot della Universal. E' lui che pressa per filmare Lo Squalo letteralmente dentro l'Oceano Atlantico sfruttando l'isola di Martha's Vineyard in Massachusetts (è la finta Amity del film).  Questa scelta è sia la maledizione che la benedizione del film. Dai due mesi di riprese calcolati (1 maggio - 28 giugno 1974) si passa ai reali sette mesi (le riprese termineranno incredibilmente a dicembre 1974) per via di problemi meccanici (non c'era la cgi all'epoca e quel mostro di otto metri da 12 tonnellate spesso si inceppava), marini (correnti, onde, maree) e psicologici (il rapporto con la comunità locale non fu sempre idilliaco). Ma... c'è un grande ma che spazza via tutti i problemi: Lo Squalo è cinema autentico. Spielberg è bravissimo, e totalmente neorealista, nel prendere tanti tipi buffi del posto e dare loro delle parti interessanti che danno al film il giusto odore di salsedine e Moby Dick (l'isola di Nantucket è a un tiro di schioppo da Martha's Vineyard). Il pittoresco Craig Kingsbury, la cui testa finta spaventa a morte l'Hooper di Dreyfuss in una scena madre, non solo recita la parte di Ben Gardner ma soprattutto istruisce l'inglese sofisticato Robert Shaw circa l'accento yankee che un vero lupo di mare come il suo cacciatore di squali Quint deve avere. Lo inonderà anche di incredibili aneddoti circa la comunità di pescatori di Martha's Vineyard... molti dei quali completamente inventati. Eppure Lo Squalo ha un'autenticità marinara tangibile legata al fatto della scelta di Spielberg di girare letteralmente in mezzo al mare e a gente di mare.

Un grande film indipendente mascherato da kolossal

E mentre lo squalo meccanico da 12 tonnellate (ribattezzato Bruce) non funziona... Spielberg adotta un metodo molto particolare per le scene di dialogo ovvero... quello di Jean-Luc Godard. Si vedeva con il cast la sera prima delle riprese nel suo bungalow e tra un bicchiere di vino e l'altro riscrivevano la sceneggiatura con il fidato Carl Gottlieb sempre a portata di mano. Risultato finale: la famiglia di chief Brody (Roy Scheider) è vera (la scena splendida del bambino piccolo che imita le facce del papà? Improvvisata su due piedi tra Scheider e il piccolo con Spielberg che lesto lesto cattura quel momento come un regista da cinéma vérité). Il rapporto tra Scheider e Lorrain Gary (nella parte della moglie di Brody) è palpabile così come quello tra loro e i due figli. Quindi... approccio da neorealista italiano per l'impiego di facce locali e poi stile francese per dialoghi scritti a poche ore, o minuti, di distanza dalle scene. Anche il famoso monologo sulla USS Indianapolis che fornisce la motivazione al personaggio di Quint nasce durante le riprese del film attraverso il trittico Howard Sackler (il primo ad avere l'idea di citare la USS Indianapolis)-John Milius (autore di ben dieci pagine di monologo di Quint)-Robert Shaw (l'attore chiede a Spielberg di poter tagliare il materiale di Milius per produrre una sintesi). Tutta questa metodologia europea dà incredibile autenticità e freschezza a quello che poi rimane un blockbuster hollywoodiano.

Losqualo-News

Paura primordiale

Perché Lo Squalo piace a tutte le latitudini del mondo e, come spesso Spielberg ricorda, non solo nelle comunità vicine all'acqua? Perché il mostro marino fa parte delle grandi mitologie dell'umanità (dai due serpenti delle acque che Atena manda a punire Laocoonte al grande pesce che inghiotte Giona nella Bibbia) e perché i dialoghi non servono per sentire sulla nostra pelle la paura primordiale assalirci dal fondo dell'oceano. Lo Squalo potrebbe essere un grande film muto. Le immagini vincono e vinceranno sempre. Certo... c'è un'altra caratteristica senza la quale non sarebbe il capolavoro che è.

"Tutto qui?"

Era un'epoca ancora innocente ma i primi test del film spinsero la Universal a puntare sul concetto innovativo di summer blockbuster

E' il primo commento che Spielberg fa a John Williams quando il compositore gli fa sentire la sua "musica primitiva" che annuncia al pubblico la presenza dello squalo. Quelle semplicissime note sono ancora oggi facilmente riproducibili, anche in chiave parodica, dai milioni e milioni di fan del film dal Giappone, all'Italia, alla Nuova Zelanda. Williams ama molto il film quando gli portano le prime bobine. "Fu forse il primo film per cui avrei dovuto scrivere la musica... che mi piacque veramente!" dice nel 2005. Considerate che all'epoca il signore è già stato nominato King of the Disaster Scores per via delle sue musiche per Le Avventure del Poseidon (1972), L'inferno di Cristallo (1974) e Terremoto (1974). E' quindi già un artista di rilievo del panorama hollywoodiano. Eppure... quel monster movie gli permette di realizzare lo score perfetto perché semplice, essenziale, terrificante. Quelle note musicali sono il primo grande alleato esterno di postproduzione al tentativo di Spielberg di realizzare un film memorabile. L'altro alleato è una signora. Decisiva.

Verna Fields

jawsLo squalo compare per la prima volta in tutta la sua spaventosa potenza davanti a Brody al minuto 81. Prima di quel momento abbiamo visto solo qualcosina del nostro amicone Bruce. Spielberg, in crisi per la poca agilità meccanica del suo mostro, cerca di trovare un escamotage al montaggio e con Verna Fields decide di far vedere lo squalo il meno possibile. A questo punto l'altro alleato di postproduzione (la musica di John Williams) può essere decisivo. Basta usare qualche nota del tema musicale e il pubblico è già terrorizzato. Less is more. La lezione de Lo Squalo è anche che il potere dell'immaginazione è sempre più spaventoso rispetto a un'immagine chiara e decodificabile, anche se cruda o disgustosa. Ironia della sorte: la Fields viene premiata con l'Oscar mentre Spielberg rimane a mani vuote nonostante il film riceva una candidatura per Best Picture. "Sono stato battuto da Fellini!" (effettivamente il nostro regista ottiene una candidatura come Miglior Regista nel '76 per Amarcord) lo sentiamo esclamare nel famoso home movie girato nel suo ufficio mentre reagisce con divertente disappunto alla mancata nomination vicino all'amico Joe Spinell il quale indossa la maglietta di Jaws. A proposito...

Marketing e promozione

E' un'epoca ancora innocente ma i primi test del film spingono la Universal a puntare sul concetto innovativo di summer blockbuster. Un popcorn movie che serva a rinfrescare ed eccitare il pubblico americano durante i mesi più caldi dell'anno. Sarà che il libro di Peter Benchley da cui era stato tratto il film ha già scalato le classifiche e sarà che gli spot tv con la voce suadente di Percy Rodriguez risultano particolarmente azzeccati... ma l'uscita in sala de Lo Squalo, come sapete, ha cambiato per sempre la Storia del Cinema. Oggi Moretti reagisce con un leggermente ipocrita imbarazzo quando Paolo Del Brocco gli comunica in conferenza stampa che Mia Madre verrà distribuito in 400 sale (di solito è un'uscita da film imperialista hollywoodiano che un autore radical chic si vergogna un po' a cavalcare in prima persona). Nel 1975 le 400 sale de Lo Squalo sono effettivamente un record. E poi... vai con il merchandising ben prima di Guerre Stellari di Lucas. Magliette, tazze, tavolette del wc (ebbene sì), pupazzi, spille, adesivi, libri sulla lavorazione del film (il famoso The Jaws Log di Carl Gottlieb letto e riletto da aspiranti cineasti come Steven Soderbergh ed Eli Roth). Lo Squalo diventa un capolavoro anche di promozione cinematografica e il suo impatto in sala cambia per sempre le regole del gioco. Oggi siamo abituati a vedere Hollywood lavorare e investire in geniali campagne marketing in relazione a film molto spesso appena sufficienti. Lo Squalo è invece un caso da studiare in qualsiasi corso di marketing cinematografico universitario per il gioco di squadra perfetto tra materiale filmico di prima categoria e aggressivo sfruttamento commerciale. Una combinazione perfetta. Una delle tante di questo immenso capolavoro del 1975 che continua a mordere ancora nel 2015.

Continua a leggere su BadTaste