Lo Hobbit: va tutto bene?

All'annuncio che Peter Jackson e la New Line avevano trovato un accordo per portare al cinema Lo Hobbit, abbiamo esultato. Ma siamo sicuri che tutto stia andando per il verso giusto?

Condividi

Rubrica a cura di ColinMcKenzie

Premessa: gli articoli di questa rubrica sono spesso un parere personale e, in questo caso, ancora di più. Si lavora sulle congetture in una situazione non chiarissima e che potrebbe cambiare in qualsiasi momento, magari tra un'ora.
Detto questo, devo ammettere che provo sentimenti contrastanti di fronte alle notizie degli ultimi giorni. Alla fine, tutto si è risolto grazie ai soldi, come avevamo annunciato più di un anno fa qui. Nulla di male, per carità, i soldi fanno girare il mondo ed è giusto pretenderli quando sono dovuti, ma sarebbe bello che non si parlasse più di 'principi' e di 'giustizia' per questioni decisamente economiche.

Ma il problema non è questo. Cosa ci possiamo aspettare dai due film, uno su Lo Hobbit e l'altro con il materiale delle appendici de Il Signore degli Anelli? Da quello che sta uscendo nelle ultime ore, forse non proprio il risultato sperato. E' infatti difficile pensare che Peter Jackson possa liberarsi in breve tempo degli impegni già presi, prima con Amabili resti e poi con Tintin (che potrebbe anche trasformarsi in una serie e allora ecco altri lavori di cui occuparsi). Si parla di un Peter Jackson che magari potrebbe ritornare solo per il secondo film, ma la cosa sarebbe sensata? Dopo aver fatto dirigere una pellicola a un altro regista, che senso avrebbe mettersi dietro alla macchina da presa per un progetto che potrebbe essere molto più comodamente portato avanti dal nuovo realizzatore?

In realtà, a me lascia ancora più perplesso l'idea che Jackson e la Walsh possano scrivere una sceneggiatura degna del loro nome nel 2008. Possibile che, con tutti i film in cui sono impegnati, possano trovare il tempo per un progetto che richiederebbe tutta la loro attenzione? A questo punto è difficile concordare con il manager di Jackson, quando (come potete leggere qui) fa un paragone con George Lucas e L'impero colpisce ancora. In realtà, sono trent'anni che Lucas si dedica praticamente solo a Guerre stellari (peraltro, fare qualcos'altro non sarebbe male), mentre Jackson dovrebbe includere la sua supervisione in un'ampia lista di altri impegni. Insomma, come possiamo essere sicuri che la sua attenzione sia focalizzata al 100% su questo progetto e non che, come capita spesso con gli artisti pieni di lavoro, non sia anche dannosa e ritardi i tempi di realizzazione, perché magari ci mette troppo a dare la sua approvazione per certe scelte? Per esempio, il diritto di veto che ha PJ e di cui parla il presidente della MGM sul nome dell'eventuale regista. Sarà interessante vedere se il Jackson produttore avrà lo stesso coraggio di quello che ha dimostrato dietro la macchina da presa. Sceglierebbe un realizzatore con una forte personalità e decisamente creativo (ma che ovviamente non accetterebbe di obbedire semplicemente agli ordini) o preferirebbe un onesto mestierante, che costa poco e non rompe le scatole?

Infatti, proprio la questione economica rischia di diventare fondamentale. Diamo tutti per scontato che il progetto Lo Hobbit sia un successo, ma ovviamente questo non significa che i costi possano essere infiniti. Se già un prodotto del genere, girato in sequenza, probabilmente costerebbe 400 milioni di dollari per i due film (vista l'inflazione dei budget a Hollywood, neanche una follia), bisogna ricordarsi che Peter Jackson prenderà sicuramente ricche percentuali sugli incassi. Ecco perché una scelta come quella di Sam Raimi (di cui molto si parla al momento) mi sembra poco probabile, visto che il regista della trilogia di Spider-Man (ossia proprio quella di maggiore successo dopo ISDA) pretenderebbe anche lui una fetta non indifferente della torta, tutto a scapito della New Line e della MGM. A questo punto, sembra più logico pensare ad un realizzatore di talento come Guillermo Del Toro, conosciuto ma senza enormi successi al suo attivo, o comunque ad un giovane non troppo esoso...

Certo, sarebbe stato tutto più facile se la New Line e Peter Jackson per tre anni non si fossero comportati come ragazzini e avessero trovato subito un accordo, senza che il regista cercasse altre strade. Ora, il tutto sembra più un'operazione di marketing che produttiva, in cui Peter Jackson mette il suo nome per benedire l'operazione (guadagnando altra fama e soldini), mentre la New Line può portare avanti un progetto importante per risollevare le sorti della società, senza ritrovarsi gli appassionati che lanciano campagne contro di loro e senza doversi preoccupare che certi dirigenti perdano la poltrona. Speriamo che, in tutto questo, non si perdano di vista le esigenze degli spettatori...

Discutiamone nel Forum Cinema

Continua a leggere su BadTaste