L’Incredibile Hulk: il tentato suicidio mai visto sul grande schermo | Un film in una scena

Una scena può cambiare un film? È il caso de L'incredibile Hulk, l'inizio che abbiamo visto in sala non è quello, cupissimo, immaginato dal regista.

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Quando si parla dell’Incredibile Hulk, secondo film ad andare a comporre il puzzle dell’Universo Cinematografico Marvel, sembra di rivolgersi a un “figlio minore”, nato da accordi commerciali tra i neonati Marvel Studios e la Universal, mai veramente iscritto nella mitologia dell'universo cinematografico della casa delle idee.

Un po’ rilancio in chiave di reboot, con attori e toni diversi, un po’ sequel del famigerato Hulk di Ang Lee, da cui la trama prende le mosse, il film di Louis Leterrier avrebbe dovuto essere, paradossalmente, il colpo sicuro della Marvel nell'anno 2008.

Prodotto in contemporanea al primo Iron Man, il film sul Gigante di Giada avrebbe dovuto vedere come protagonista Mark Ruffalo. Inizialmente scelto dal regista, ma scartato dallo studios in favore di Edward Norton, attore all’epoca ben più celebre.

Il personaggio, da sempre beneficiario di una grande fascinazione da parte del pubblico più giovane, era considerato letteralmente too big to fail. O, per lo meno, l'idea di scontri brutali tra mostri rabbiosi sembrava garantire un maggiore successo al box office rispetto alle avventure di un “antipatico” e ricco playboy con la passione per le armi come Tony Stark.

Come è noto, la storia non andò proprio così.

Nonostante L’Incredibile Hulk non si possa considerare un vero e proprio flop, non riuscì a distanziarsi dal risultato ottenuto dal precedente capitolo, incassando 264 milioni di dollari worldwide. Un sostanziale pareggio con i 245 milioni del film con Eric Bana. Il successo popolare di Iron Man era ben distante. L’Universo Marvel rischiava, con questo film, di finire ancora prima di iniziare.

L’Incredibile Hulk rappresenta infatti uno dei punti più dimenticabili del nascente universo. Stretto tra la volontà del regista e di Norton (che contribuì alla sceneggiatura) di creare un film su un fuggitivo alla The Bourne Identity, e la richiesta dello studios di più lotte tra supereroi, il film non venne amato né dalla critica né dal pubblico.

Ma neanche distrutto, a dirla tutta.

Merito fu di un lavoro di cesello operato da Leterrier che tagliò dal film ben 70 minuti di pellicola. Venne scongiurato il pericolo "noia del grande pubblico", ma venne gettato “con l’acqua sporca” anche ogni approfondimento psicologico e coerenza narrativa.

È giusto pensare, in un periodo in cui le director’s cut vengono prese seriamente in considerazione dagli studios (si veda il caso Justice League), che esista da qualche parte una Leterrier cut che non abbiamo mai visto completamente, se non attraverso scene separate all’interno dei contenuti extra delle edizioni Home Video.

Per sintetizzare al meglio quello che il film avrebbe potuto essere viene in aiuto una scena chiave, mai proiettata sul grande schermo.

Nella versione cinematografica del film i primi minuti sono occupati dalla sequenza dei titoli di testa. Crediti seguiti da immagini in flashback che raccontano le origini del supereroe. Da Bruce Banner, scienziato colpito dai raggi gamma, a mostro in fuga.

Ma il film avrebbe dovuto iniziare in un modo diverso.

Hulk

All’interno degli extra del DVD del film è mostrata la scena originale di apertura che, se portata al cinema, avrebbe cambiato moltissimo del personaggio, anche grazie a una non trascurabile easter egg.

Siamo al Circolo polare artico, la prima ripresa è dall’elicottero (ricorda, per intenderci, il celebre inizio di Shining). Un camion sta percorrendo tortuose vie tra gli alberi innevati. Accosta e lascia per la sua strada un misterioso viaggiatore. L’uomo cammina per molti chilometri tra le nevi, avvolto in vestiti pesanti. Una volta arrivato in quello che, deduciamo, sia il punto più isolato, egli si toglie il cappuccio.

In un flashback Betty Ross è ferita a terra dopo l’incidente di laboratorio. Intuiamo che il protagonista della scena sia Bruce Banner, l’eroe del film. Ma, all’improvviso l’uomo estrae una pistola con l’intenzione di puntarsela alla tempia. Carica il grilletto e… le sue mani si trasformano in quelle di Hulk. Il mostro lo salva, distrugge la pistola e colpisce la parete di ghiaccio su cui è avvenuto il dramma. Mentre tutto si sgretola, il ghiaccio frana verso la cinepresa e tra i frammenti è possibile vedere… la sagoma di Captain America congelato.

La presenza di Steve Rogers nel film ha fatto discutere i fan per molto tempo dal momento che, vista nella definizione di un DVD, la figura è quanto mai difficile da individuare con chiarezza. C’è chi vi vedeva solo un’ombra, chi una vera e propria persona con uno scudo.

I fan sono stati aiutati dal regista stesso, il quale sia ai tempi della promozione che in interviste successive ha di fatto confermato la presenza di Steve Rogers nel film.

Hulk

Certo, il siero del super soldato è al centro della trama e da solo era riuscito a suggerire agli appassionati l’idea di essere in un universo più grande. Ma Steve Rogers liberato dai ghiacci avrebbe dato al film un’importanza per la trama generale che, invece, la pellicola non ha.

La scena è stata tagliata per diversi motivi, li vedremo a breve. La produzione ha così rinunciato a un'easter egg "di spessore" per lasciare maggiore libertà a Joe Johnston. Il regista di Captain America - Il primo vendicatore ha infatti fatto affondare nei mari il super soldato all’interno dell’aereo nemico. Nella clip di Hulk lo vediamo invece fuori dal veivolo.

Ma se la scena fosse arrivata in sala sarebbe diventata canonica. La liberazione del Capitano dalla sua prigione di ghiaccio sarebbe stata opera di Hulk e di una buona dose di fortuna! Quanta sospensione dell’incredulità avrebbe richiesto al pubblico…

Insomma, un gran pasticcio.

Ma non è questo il motivo per cui la scena venne tagliata. Easter egg a parte, l’inizio del film è piuttosto efficace, ma il tono è cupissimo. Louis Leterrier ha spiegato che lo studio non voleva che si iniziasse il film con un accento così pessimista. Aveva ritenuto eccessivo mostrare un tentativo di suicidio da parte del protagonista in un film che, secondo le supposte intenzioni degli executive, sarebbe dovuto essere un tripudio di effetti visivi e di mostri.

Il momento è ripreso da Joss Whedon in Avengers mentre Banner spiega di non potere morire: “ci ho provato, ho puntato una pistola alla mia bocca e l’altro l’ha sputata fuori”. Ma il dialogo non riesce a ricreare il dramma della scena di apertura mancata.

Viene da pensare a cosa sarebbe potuto diventare l’MCU con una scena del genere “canonizzata”. Sicuramente avrebbe dato uno strato di complessità a un personaggio che è da sempre uno dei meno interessanti dell’universo cinematografico. Sarebbe stato ancora più clamoroso il salto dall’Hulk del 2008 a quello giunto, dopo numerosi film, ad accettare con armonia la propria condizione in Avengers: Endgame.

Il personaggio è infatti l’unico che ha avuto un percorso “verso la luce”. Da un inizio oscuro fino alla leggerezza, da una caratterizzazione matura a una più vicina al suo pubblico primario: i bambini.

Tutti gli altri comprimari Marvel hanno seguito una maturazione simile a quella impostata e resa celebre da J.K. Rowling per Harry Potter: Iron Man conosce sempre di più il proprio lato oscuro, perde la leggerezza, incontra la morte. Così anche Captain America: se il primo film propone una visione cartoonesca e ingenua del patriottismo, Civil War rompe ogni certezza del personaggio entrando nella sua personale oscurità. Persino Thor, a fronte di un tono più leggero di Ragnarok, deve affrontare drammi e un peso sempre maggiore, fino a essere ritratto come un depresso hikikomori nella sua apparizione più recente.

È probabile che anche Vedova Nera, di cui speriamo di poter vedere presto il film solista, abbia questo tipo di approfondimento.

Hulk è diverso. Hulk fa pace con sé stesso. Passa dal rifiuto del mostro all’accettazione. La sua storia sarebbe iniziata da un tentato suicidio per finire (?) a sfiorare la morte volontaria per salvare gli altri con il Guanto dell’Infinito.

Ma per quanto riguarda le scene che hanno definito L’Incredibile Hulk c'è ancora qualcosa da dire. Nel film c’è un’altra piccola sequenza (questa volta arrivata sul grande schermo) che, nel suo piccolo, è un unicum nell’MCU: il cameo di Stan Lee.

Hulk Stan Lee

Come noto il Sorridente ha prestato il proprio volto in quasi tutti i film Marvel interpretando personaggi differenti in divertenti siparietti.

(Qui vi proponiamo un’interessante teoria che potrebbe smentire l’affermazione precedente)

Eppure mai un personaggio di Stan Lee aveva influenzato la trama generale come in questo film.

Dopo che Bruce Banner si è ferito in una fabbrica di bibite, una piccola goccia del suo sangue è finita all’interno di una bottiglia. Banner è ricercato e sta operando in clandestinità. Qualche minuto dopo scopriamo che un uomo (dalle fattezze di Stan Lee) ha bevuto una bibita contaminata ingerendo radiazioni gamma che gli hanno dato un’energia straordinaria. I militari risalgono così facilmente al luogo dove è imbottigliata e localizzano lo scienziato fuggitivo.

Parte così la caccia a Hulk: grazie al suo creatore. Grazie a un suo piccolo gesto (in)volontario.

Un piccolo momento apparentemente trascurabile che fa decollare la trama di un intero universo in un film che, invece, fatica a spiccare il volo.

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