L'Hollywood Reporter parla di Guadagnino e Virzì

Il popolare periodico americano ha discusso in un articolo le polemiche legate alla candidatura italiana all'Oscar, con un'intervista al regista de La prima cosa bella...

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Fonte: Hollywood Reporter

Non capita spesso che il cinema italiano si trovi oggetto di una vivace discussione sui magazine specializzati americani. E' quello che è avvenuto recentemente sull'Hollywood Reporter, che ha parlato delle polemiche scatenate da Luca Guadagnino sulla sua mancata candidatura come rappresentante italiano agli Oscar.

Così, il giornalista dell'Hollywood Reporter Tim Appelo (che ammette di aver amato entrambe le pellicole), ne parla con Paolo Virzì. La reazione è decisamente misurata, anche se non manca una punzecchiatura iniziale:

La Prima Cosa Bella è stato uno dei successi dell'ultima stagione cinematografica italiana (più di 1,2 milioni di persone lo hanno visto nei cinema). Mi spiace per l'amarezza del mio collega, che purtroppo ha visto il suo film rifiutato dal pubblico italiano (25.000 spettatori nei cinema) e non molto considerato dalla stampa nazionale, fino a quando il film è stato scoperto dal circuito delle sale d'essai statunitensi. Tuttavia, la "resurrezione americana" di Io sono l'amore è un'ottima notizia per noi: non credo che il cinema italiano attuale meriti l'atmosfera terribile e la pessima considerazione insiti nella dichiarazione di Guadagnino, dovuta sicuramente a un momento di risentimento personale. Il cinema italiano sta migliorando. Sono orgoglioso di far parte di questa sorprendente rinascita che ha creato uno spirito di supporto reciproco tra i migliori registi italiani.

Inutile dire che diversi quotidiani hanno riportato la notizia con titoli eccessivi e fuorvianti (il 'migliore', in questo senso, è stato Il Tempo, con "Virzì dichiara guerra a Guadagnino"), come spesso capita in queste situazioni. Peraltro, c'è anche chi è riuscito a dire che La prima cosa bella aveva ottenuto recensioni tiepide da parte della stampa americana, oltre a confrontarlo con i risultati critici di Io sono l'amore e Vincere. Peccato che questi due film (a differenza di quello di Virzì, he ha sostanzialmente incominciato la sua avventura internazionale negli ultimi mesi) siano in circolazione da più di un anno e soprattutto che non siano ancora uscite recensioni (come si può scoprire facilmente andando sulla pagina di Rotten Tomatoes), a parte una positiva dell'Hollywood Reporter.

In realtà, è triste che si debba continuare a polemizzare in un momento in cui il cinema italiano di un certo livello ha mostrato diverse carte interessanti da giocarsi. Non c'è dubbio che Io sono l'amore abbia ottenuto dei risultati di incassi in America e diversi consensi critici negli Stati Uniti e in Inghilterra decisamente inconsueti per un film italiano, cosa che sicuramente è un merito della pellicola di Luca Guadagnino e che è utile a tutto il cinema del nostro Paese. Va detto però che ci si è ritrovati con un'annata molto ricca di contendenti importanti. La prima cosa bella ha ottenuto un notevole successo di pubblico e 18 candidature ai David di Donatello, il massimo premio italiano. D'altronde, L'uomo che verrà ha vinto il David di Donatello come miglior film, oltre ad aver raccolto critiche entusiastiche. C'è poi La nostra vita, che poteva vantare il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes.

In tutto questo, sarebbe stato strano candidare un titolo come Io sono l'amore, che non aveva ottenuto consensi né di pubblico né di critica nel nostro Paese. E anche se il film di Luca Guadagnino ha ottenuto un grande successo all'estero, non per questo va dato per scontato che i giudizi dell'Academy avrebbero seguito questi risultati (e il caso Gomorra, che peraltro aveva ottenuto incassi internazionali superiori ai quelli di Io sono l'amore secondo BOM, purtroppo insegna). Ovvio che sarà facile attaccare la scelta del film di Virzì se questo non dovesse rientrare neanche nella shortlist di nove titoli (per chi scrive, sarebbe già un piccolo successo, visto che da tre anni l'Italia non riesce a figurare in questo ristretto elenco), argomento che tratteremo nei prossimi giorni con i nostri pronostici. Ma d'altra parte non si avrà mai la controprova che con un altro film sarebbe andata diversamente. Quindi, per citare le parole del giornalista dell'Hollywood Reporter, in questi casi bisogna puntare sulla pellicola più emozionante in lizza per cercare di avere successo. E su questo aspetto, continuo a pensare che tra Virzì e Guadagnino non ci sia gara...

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