Lettore Internet da tutelare?!

Durante un convegno agli Incontri del cinema d’essai, si è auspicato un intervento da parte dell'Ordine dei giornalisti contro chi scrive online senza essere professionista...

Condividi

Rubrica a cura di ColinMckenzie

Riprendiamo dal Giornale dello spettacolo:

Cristiana Paternò, vicedirettore del quotidiano online Cinecittà News, ha parlato dell’attendibilità delle notizie diffuse nella rete. “Su Internet – dichiara Paternò - ci sono circa cento siti che parlano di cinema: settanta non sono curati da giornalisti, bensì da appassionati del settore, una ventina sono legati ad una rivista cinematografica e pochi altri vengono realizzati da giornalisti professionisti. In questo mare di iniziative è difficile garantire l’attendibilità dell’informazione. L’Ordine dei giornalisti dovrebbe fare un’ampia riflessione su come tutelare il lettore di Internet”.

Da dove iniziare? Intanto, che su Internet ci siano "cento siti che parlano di cinema" vuol dire tutto e niente. Se parliamo di siti che pubblicano almeno 5-6 notizie al giorno (e quindi hanno una frequenza che potremmo definire professionale), sono decisamente meno; se parliamo genericamente di spazi online che trattano il cinema, impossibile calcolare il numero, ma siamo sicuramente nell'ambito delle svariate migliaia. Ma questi, francamente, sono dettagli. Il problema è un altro. Da quello che si evince dalle sue parole, la Paternò (da una decina d'anni impegnata sul fronte online e questo è decisamente curioso) sembra giudicare l'attendibilità dei siti online dal numero di giornalisti professionisti presenti al loro interno. Questo, in un Paese in cui telegiornali e carta stampata (tutti professionisti, of course) scrivono cose allucinanti su Heath Ledger o Christian Bale (tanto per fare un esempio) senza che nessuno si indigni. Non solo, il lettore (evidentemente uno sprovveduto) deve essere 'tutelato' dall'ordine dei giornalisti, come se non fosse in grado di scegliere da solo cosa giudica valido e cosa inattendibile. Messa così, sembrerebbe proprio che l'auspicio sia quello di far chiudere tutti i siti che non sono registrati all'Ordine dei giornalisti, con un provvedimento che sembra riecheggiare (forse anche in peggio) l'ipotesi di cui si parlava al tempo del governo Prodi, di registrazione per tutti i siti Internet. Speriamo ovviamente di aver capito male.
 
Peraltro, Cinecittà news, il sito all'interno di Cinecittà, pubblica diverso materiale interessante e ha anche presentato alcuni scoop importanti. Ecco, mi chiedo, non sarebbe meglio parlare di professionalità nel lavoro che si svolge, indipendentemente dal tesserino che si ha? Chi scrive, nel 2004 avrebbe potuto chiedere il riconoscimento di diversi anni di lavoro su una testata non iscritta all'Ordine (ma che a seguito di un processo era stata riconosciuta come giornalistica) e prendere quindi il tesserino. Non l'ho fatto perché sarebbe stato solo un esborso economico e non mi sarebbe servito a niente. Ma se lo avessi fatto, sarei stato più attendibile oggi scrivendo un articolo? Credo proprio di no...

Discutiamone nel Forum Cinema  

Continua a leggere su BadTaste