Le tre sepolture della carriera di Johnny Depp

La carriera di Johnny Depp è già morta due volte in passato. Adesso attendiamo il terzo decesso, temendo a quali film possa portare

Critico e giornalista cinematografico


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Ci sono tre categorie di film con Johnny Depp, tre categorie di scelte che ha fatto e di esiti cui hanno portato. Sono categorie che non vengono dal genere dei film ma dell’epoca in cui li ha fatti, sono di fatto tre fasi della sua carriera, molto diverse e in continua discesa che portano a chiedersi quale immagine sia rimasta da distruggere dopo i duri verdetti nella causa per maltrattamento e diffamazione contro l’ex moglie Amber Heard.

La prima fase fu quella propulsiva, in cui ogni film era migliore del precedente e in cui Johnny Depp era davvero un divo diverso dal solito. Lo era in un certo senso nella vita privata, ma lo era soprattutto nelle scelte artistiche. Come noto non nasce attore, la recitazione è un ripiego per una carriera da musicista mai davvero decollata, eppure dopo la piccola fama raggiunta con 21 Jump Street, i film con Johnny Depp erano sempre particolari, anche quando era ben pagato e poteva ambire alle produzioni più importanti sceglieva spesso di lavorare con i registi più curiosi nei film meno scontati. In un certo senso è il tipo di scelte fatte da Robert Pattinson e Kristen Stewart dopo Twilight, ma su scala ben più grande.
In quel momento era Johnny Depp con la sua presenza, a migliorare i film, a dare visibilità a progetti che lo meritavano e ridefinire come un attore possa diventare grande senza passare per i soliti titoli.

Era come se avesse tutta l’intenzione di distruggere l’immagine divistica classica che invece gli veniva costruita addosso fuori dai film. I giornali lo dipingevano come una star, perché somigliava ad una star, era amato come una star e aveva tutto quel che si può desiderare (se sei un giornale), invece i film sembravano andare in un’altra direzione. E la cosa incredibile è che ogni volta era una scommessa vinta, a partire da Edward mani di forbice, un ruolo per nulla virile, mascheratissimo, emaciato, con mani mostruose. E poi Dead Man, un film che nessuno dei suoi fan avrebbe visto se non ci fosse stato lui.

johnny depp dead man

Oltre a questo ha lavorato addirittura all’unico film americano di Emir Kusturica allora sulla cresta dell'onda come la nuova promessa dall'Europa (Arizona Dream) e poi continuando a demolire la propria immagine cambiandola e mutandola con Tim Burton (Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow), ha girato un B movie tesissimo, Minuti contati, in cui è un impiegatuccio che deve farsi coraggio per salvare la figlia; ha fatto di tutto per essere il suo mito Hunter Thompson in uno dei migliori film di Terry Gilliam, Paura e delirio a Las Vegas, in cui sfoggia una calvizie che renderebbe chiunque inguardabile; ha fatto Buon compleanno mr. Grape che in quel momento non era per niente una scelta saggia e pure diretto un terribile film Il coraggioso.

johnny depp Paura e delirio

Dagli esordi fino al 1999 ha girato solo due film da star, uno era Donnie Brasco con Al Pacino e l’altro Don Juan de Marco - Maestro d’amor (un insuccesso) in cui interpreta un grande amatore, un matto terribile e affascinante, truccato bene, inquadrato per essere sexy. Ma era anche un film con uno dei suoi miti, Marlon Brando, era un film fatto per far recitare Brando ad alti livelli. Era di nuovo un progetto pieno di passione. Ammirabile.
Chiude questa prima fase La nona porta, un horror d’autore, un progetto non impeccabile ma irrinunciabile se hai una certa idea della carriera che vuoi fare, perché diretto da Roman Polanski.
Da lì in poi cambia qualcosa, a voler essere romantici si può ipotizzare che tutto si chiuda con il disastro del Don Chisciotte di Terry Gilliam, le cui riprese con Depp nel ruolo protagonista (che poi anni dopo toccherà ad Adam Driver) naufragano nel 2000 come raccontato in Lost in La Mancha. Dal quel momento inizia una lenta discesa che non è solo effettiva, perché tranne rarissime eccezioni recita peggio, ma è anche programmatica perché (tranne rari casi) sceglie tutta un’altra strada, molto più sicura (in teoria) e molto più scontata. Sembra proprio aver cambiato gusto e idea di quale sia il tipo di attore che vuole essere. Diventando inevitabilmente meno interessante. Quel primo Johnny Depp, quello fuori dai canoni attore e autore, muore qui.

johnny depp pirati dei caraibi

Paradossalmente sono questi gli anni del successo pazzesco che arriva tutto per una scelta sola, fortunata e centrata, e un’interpretazione sola, divertente e a fuoco: Jack Sparrow in I pirati dei Caraibi. Aveva già accettato un fumettone con poco senso come La vera storia di Jack lo squartatore, un pessimo film intellettuale come Blow e di nuovo un film con Lasse Hallstrom (dopo Buon compleanno mr. Grape) ma con nessuna forza e molta melassa (per questo di maggiore successo): Chocolat.
È la fase del consolidamento: basta rischi, basta ruoli interessanti, via al successo.
Non che siano tutti film pessimi, c’è anche La sposa cadavere, ma sono scelte banali. Tornare con Tim Burton (che pure è in china discendente) per Charlie e la fabbrica di cioccolato e per Sweeney Todd, girare C’era una volta in Messico, tornare a fare di nuovo e di nuovo e di nuovo Jack Sparrow e chiudere questi 10 anni di consolidamento con un film con Michael Mann tra i meno memorabili (Nemico pubblico) e un favore all’amico Terry Gilliam (l’interpretazione di uno dei molti Parnassus nel film omonimo dopo che l’interprete originale, Heath Ledger, era morto durante la lavorazione) non sono proprio scelte audaci da attore che vuole lavorare davvero sul proprio mestiere. Sono scelte calcolate per avere successo, che a volte riescono e a volte no.

johnny depp charlie

Questi dieci anni di consolidamento della fama, di guadagni fuori dalla grazia di Dio (50 milioni di dollari era il suo cachet) terminano nel 2009. Quando Johnny Depp muore una seconda volta.
A questo punto ha una fama planetaria che pochi hanno potuto vantare nella storia del cinema, e problemi proporzionati stanno per arrivare. Acquista isole, spende cifre folli in vino tanto da cambiare un tatuaggio con il nome di Winona Ryder (sua ex) “Winona forever” in “Wino forever”.

Con tutto questo credito sceglie di spingere ancora di più l’acceleratore e fare film giganti oppure progetti più piccoli ma scelti ancora peggio, recitati senza impegno, con il pilota automatico, imitando se stesso o qualcun altro. Se prima ogni scelta era ottima, da qui in poi nulla ha più senso, se non i ruoli (almeno) ben pagati.

Parte tutto con Alice in Wonderland nel 2010, vero spartiacque, vera sepoltura di quello che una volta era un attore serio. Si può dire senza timore di sbagliare che nessun attore che accetti per davvero di fare qualcosa come la deliranza in un film simile può dirsi serio. Subito dopo tocca a The Tourist, uno dei film peggio concepiti, eseguiti e recitati che siano usciti da Hollywood negli ultimi 20 anni, un vero mistero di professionalità inesistente che nessuno che ponga un minimo di attenzione alle scelte che fa potrebbe accettare. Da qui in poi sceglierà solo tre tipologie di film.

johnny depp mortdecai
Ci sono i film giganteschi ben pagati in cui entra in virtù della fama che ancora possiede e nei quali il suo contributo è nullo, potrebbe esserci chiunque altro al suo posto (Animali fantastici, Assassinio sull’Orient Express, Pirati dei Caraibi, Into the Woods, Lone Ranger).

Ci sono i film su personaggi che ama e figure che gli piace interpretare che tuttavia sono prodotti malissimo, senza trovare mai sceneggiatori o registi adeguati e eccessivamente concentrati su di lui e la sua vanità d’attore (The Rum Diary, tratto da un libro di Hunter Thompson, Minamata e il mefitico Arrivederci professore).

E poi ci sono i pacchi, semplicemente brutti film, non grandi, non piccoli ma teoricamente scelti perché interessanti. Peccato che non lo siano mai (City of Lies, Yoga Hosers, Black Mass, Transcendence, Mortdecai, Dark Shadows, Waiting for the Barbarians, Sherlock Gnome)

Solo un titolo rimane fuori da questi elenchi, l’unico buono, Rango. In cui però non compare, presta solo la voce.

Ora le accuse, le foto, i racconti e tutto quello che si è portato dietro il processo contro Amber Heard (da cui sembra stia uscendo anche sconfitto) minacciano di levargli oltre ai soldi che già ha perso e gli sono stati soffiati in varie maniere, anche la spendibilità sui cartelloni. E quando ad un attore che viene preso ormai solo per il suo nome levi anche la presentabilità di quel nome è proprio una terza morte.

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