Le tre migliori scene del 2007


Nel corso dell'ultimo anno, sono apparsi diversi film emozionanti e coinvolgenti. Ma quali sono le scene che ci hanno maggiormente colpito? Ve ne proponiamo tre, tutte nominate ai recenti Oscar...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

3 - I'm not There
Di momenti particolari in questo film ce ne sono molti (anche se non tutti riusciti, ma comunque certo non banali). A questo punto, la scelta è semplice: qual è stata l'interpretazione più amata e acclamata? Sicuramente quella di Cate Blanchett, che si cala nei panni (maschili, va da sé) del signor Bob Dylan come se nella vita non avesse fatto altro e ci offre un'interpretazione incredibile (detto da uno che la Blanchett non l'ha mai amata eccessivamente). Il momento più alto mi sembra la lisergica scena in cui, sulle note di Ballad of a Thin Man (cantata da Stephen Malkmus, ex leader dei Pavement), La Blanchett/Dylan si ritrova coinvolta in un delirio in una sorta di circo/palcoscenico. Momento visivamente stupefacente e contenutisticamente esplicativo dello stato d'animo del/della protagonista. Meglio di così...

2 - Into the Wild

Ok, si può discutere del fatto che questo film sia uscito in Italia nel 2008, ma io l'ho visto al festival di Roma, quindi che fare? Diciamo che una scena qui bisogna trovarla per forza, considerando che siamo di fronte alla pellicola migliore apparsa ultimamente. Per forza di cose, gli ultimi minuti sono molto emozionanti. Ma se proprio devo scegliere un momento preferito, opto per l'uccisione dell'alce. E' una situazione altamente drammatica per vari motivi. Intanto, perché il protagonista arriva a fare un'azione che in condizioni normali aveva sempre evitato e già questo ci indica il suo stato di disagio. Ma poi, il suo tentativo di conservare la carne dell'animale va a rotoli e questo rende ancora più straziante la morte dell'alce e la sua situazione. Insomma, se c'era un modo per far capire che la natura può essere meravigliosa, ma anche terribile, direi che questa scena è perfetta...

1 - Ratatouille
Ok, se c'erano dei dubbi che il cinema di animazione (quello della Pixar, di Miyazaki e di Persepolis, non quello dei vari Shrek o Madagascar) sia ormai, a livello di storie, il massimo del panorama mondiale, ecco arrivare l'ultima fatica della Pixar. Ogni momento è tecnicamente perfetto, ma sempre con un occhio alla storia e alla costruzione dei personaggi e non agli effetti fini a se stessi. Certi inseguimenti sono elaboratissimi e avvincenti, così come alcuni primi piani di Remy. Ma, ovviamente, la scena finale con il critico Anton Ego è insuperabile. Quello che poteva diventare un momento scontato (d'altronde, mica pensavate che non gli sarebbe piaciuta la creazione del protagonista, vero?), si trasforma così in una madeleine che risveglia ricordi e soprattutto l'anima più nascosta del feroce critico, mentre dà vita al trionfo del coraggioso protagonista che tutti noi desideravamo. Inoltre, si dimostra ancora una volta che nel cinema americano (a differenza di quello che fa spesso il nostro) nulla viene lasciato al caso: la spettacolare ratatouille è infatti una creazione di Thomas Keller, il più celebrato cuoco americano contemporaneo. Quando si dice essere in cima al mondo, in tutto e per tutto...

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