Le serie via cavo sono davvero meglio di quelle broadcast?
Homeland è una serie migliore di The Good Wife? E Game of Thrones? L'eterno scontro tra canali via cavo e non...
A chiederselo è Mike Hale sul New York Times, sostenendo che il pregiudizio degli ultimi anni secondo cui le serie di un canale via cavo siano per forza migliori di quelle tradizionali è sbagliato. Qualche esempio: The Good Wife, Person of Interest, Grimm.
Molte delle serie via cavo attuali, infatti, funzionano meglio con una visione completa della stagione (in DVD, magari) piuttosto che settimana dopo settimana.
La tesi di Hale è legittima (nonostante il punto di partenza sia discutibile: i motivi che spingono a nominare una serie agli Emmy sono tanti e non passano solo per la qualità), ma il discorso è più complesso e profondo e riguarda più che la differenza tra il modo di raccontare sui canali via cavo e broadcast, quella tra due modelli di business sostanzialmente agli opposti.
I canali broadcast vendono pubblicità, quelli via cavo (in particolare quelli che non hanno sponsor) vendono il prodotto. La libertà dei canali via cavo può arrivare a danneggiare le serie stesse così come la loro struttura, ma il modello dei canali broadcast è sempre più in crisi e per un The Good Wife che va avanti ci sono tanti altri prodotti che rendono evidente la differenza qualitativa rispetto alle serie via cavo. Ma soprattutto, i canali broadcast hanno perso da tempo il loro ruolo centrale di innovatori e motori dell'industria (non siamo più nel 1990, appunto) e la conversazione culturale è dominata dai prodotti dei canali via cavo. Che siano per forza migliori non è detto, ma sicuramente sono più rilevanti.
Fonte: NYT