Le fate ignoranti: cosa aspettarsi (e cosa no) dalla serie?
Arriva su Disney+ la serie Le fate ignoranti, remake del film omonimo del 2001. Cosa promette di dare di più e cosa invece non dobbiamo aspettarci?
Per scoprire nel dettaglio se vale la pena intraprendere questa avventura di visione vi rimandiamo alla nostra recensione, qui invece proviamo a ragionare su cosa aspettarsi e cosa non aspettarsi (e cosa no) da Le fate ignoranti partendo proprio dalle promesse fatte
Cosa aspettarsi da Le fate ignoranti
Un remake che espande
Le fate ignoranti è un remake puro. Si rapporta al film come fonte di ispirazione per creare un carosello di personaggi capitanati da Serra Yilmaz attrice simbolo del cinema di Özpetek che non poteva mancare nemmeno qui. Nuovi angoli, prospettive inedite, per una storia che si basa tutta sulla soggettività dei sentimenti. Massimo e Michele sono due amanti che si sono incontrati per caso in una libreria. Da lì è scoppiato l'amore. Solo che Massimo è sposato con Antonia. Una distrazione al motorino gli causa un incidente fatale. Muore, ma non se ne va. È presente ancora in quegli affari che ha lasciato in sospeso e che ora coinvolgono sia la moglie che l'uomo che ama. Il destino porterà i due ad incontrarsi.
Le fate ignoranti il film… alla rovescia
Se la trama è pressoché identica nelle due forme, la serie inizia con un incidente che nel film è circa a metà. È questa la differenza più importante che fa capire il senso dell’operazione di remake in forma seriale. Al posto di seguire le indagini di Antonia (personaggio principale del film) ci si sofferma di più su Michele questa volta con uno screen time da protagonista assoluto. È sua la soggettività, suoi i ricordi ed è lui che tira le fila e controlla cosa svelare agli altri della sua storia.
Sfumature e approfondimento
Il senso di espandere Le fate ignoranti su più episodi è quello di dare spessore e sfumature alla comunità che si va a raccontare. L’impatto che il film ebbe rispetto alla rappresentazione della comunità LGBTQA+ non può essere replicato e, anzi, andarlo sembra un po’ fuori tempo, ancora ancorato a un immaginario vecchio (anche se, forse, non è così per l'Italia delle fiction delle tv generaliste a cui la serie assomiglia molto). Però gli sceneggiatori si sono creati ampi spazi di manovra per esplorare tutte le sfumature dell'amore.
Parte di quello che succede è ispirato da persone vere. Allo stesso modo lo sono i luoghi come il palazzo con la terrazza condominiale, frequentata dal regista e rimessa in scena nella finzione come punto di incontro di tanti pranzi e cene in cui i problemi singoli diventano collettivi.
La solitudine contro la socialità
Quello di Özpetek è un cinema di parole, più che per immagini, ma che è molto più potente quando trova un’inquadratura efficace rispetto a quando azzecca i dialoghi migliori. Nel continuo chiacchierare si esprime l’irrefrenabile impulso alla socialità. Un segreto non può stare zitto e non essere condiviso. Non c’è quasi nulla di privato. Addirittura tutti sanno quando e con chi gli altri fanno l’amore! È una tendenza alla socialità che si oppone a quella di Antonia, che invece si chiude in se stessa. La serie non ha nessuna pretesa di scomodare i massimi sistemi, ha però una cosa chiara in mente: per scoprire la parte più vera di ciò che si è non si può prescindere dal confronto con gli altri. Senza mai lasciare che siano però loro a definirti.
Mina
Il brano che accompagna la serie è interpretato da Mina. Il videoclip ufficiale di “Buttare l’amore” è montato da Özpetek stesso con le immagini della serie.
Cosa non aspettarsi da Le fate ignoranti
Moderazione
Ferzan Özpetek non è uno da mezze misure. Gli piacciono i sentimenti forti, i personaggi tratteggiati con uno spessore tale da diventare quasi cartooneschi. Restano però impressi negli occhi ed è difficile dimenticarli, tanto sono caricati a mille. Ad esempio le "tre Marie" attente osservatrici (quasi come delle Norne che catturano e giudicano il destino altrui) che dispensano umorismo e riassumono gli intrecci sono stranianti. Erano personaggi presenti nella sceneggiatura del film ma poi tagliate per motivi di tempo. Difficile decidere se ci stiano bene o meno. Ci sono, si imprimono in testa, non si sa bene perché, e colpiscono ben più di qualche colpo di scena.
Sentimenti lineari
L’amore non è una linea retta: prende direzioni insolite, si intreccia, a volte si annoda fino a spezzarsi. Nella poetica melodrammatica non c’è nulla che non possa accadere. E quindi scontri, incontri, tradimenti, fanno parte della vita come il mangiare e il bere. Amare e soffrire sono due stadi necessari, nella serie non si cambia se non si prova almeno uno dei due sentimenti.
Il caso
Ne Le fate ignoranti il caso non esiste. Non è solo l’oroscopo a regolare l’andamento dei rapporti interpersonali, è proprio una conseguenza di fatti e azioni scritte nelle stelle che portano a incontri fortuiti. La serie mette ancora più un evidenza rispetto al film tutto questo, come se chi vive quelle cose si domandasse se, in fondo, non c’è una regia e una sceneggiatura dietro alla sua giornata.
Stefano Accorsi e il resto del cast
Manca Stefano Accorsi e un po’ si sente. Non che la sua interpretazione di Michele fosse perfetta, ma insieme a Margherita Buy e Gabriel Garko il cast del film era fotografia perfetta di un certo cinema e di una certa epoca. Ora Eduardo Scarpetta ha la parte più difficile, circondato da star della fiction (e del cinema) come Luca Argentero, Cristiana Capotondi e Ambra Angiolini. Non tutti funzionano allo stesso modo e soprattutto non riescono a nascondersi troppo dietro i loro personaggi.
E voi cosa vi aspettate da Le fate ignoranti? Fatecelo sapere nei commenti!