L’alba dei morti viventi: una discussione sugli zombi che corrono
L’alba dei morti viventi di Zack Snyder è al centro di questa appassionata discussione su un argomento fondamentale: è giusto che gli zombi corrano?
Pochi registi in circolazione attirano tanta attenzione e catalizzano la discussione quanto fa Zack Snyder, e pochi argomenti infiammano chi ha la passione per l’horror quanto la diatriba tra gli zombi romeriani e quelli che corrono. Per cui, in tempi di Justice League e #releasethesnydercut, riguardare la sua versione di L’alba dei morti viventi, il suo primo film da regista datato 2004, è un’esperienza affascinante e anche straniante, perché le valutazioni sull’autore si intrecciano a quelle sull’operazione e sull’essenza stessa del film di zombi - mentre al tempo, ormai 17 anni fa, ci domandavamo solo chi fosse questo tizio coraggioso o incosciente abbastanza da debuttare con il remake di uno dei migliori horror di sempre. Le reazioni a L’alba dei morti viventi furono contrastanti e probabilmente lo sarebbero ancora se il film uscisse oggi (ma per quello in effetti ci basta aspettare l’uscita di Army of the Dead e della sua tigre non-morta); ecco perché abbiamo invitato a discutere dell’argomento due persone che la pensano in maniera radicalmente opposta, e che qui sotto cercano di stabilire chi abbia ragione nella sempiterna diatriba: gli zombi possono correre oppure no?
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[Persona 1] Ciao.
[Persona 2] Ehi, ciao.[P1] Gli zombi non corrono. Per me possiamo chiuderla qui.
[P2] ... non so perché mi aspettavo altro.Perché, tu credi davvero che ci sia una discussione?
Ma sì, 28 giorni dopo e L’alba di Snyder hanno dimostrato che è possibile rivoluzionare la figura dello zombi senza snaturarla ma semplicemente rendendola più moderna e appetibile non solo ai c.d. “legacy fans” ma anche alle nuove generazioni, quelle di Fortnite e Call of Duty.
... eh?
Niente, lascia perdere.
Senti, se proprio dobbiamo farlo, prima di cominciare possiamo mettere in chiaro una cosa? Il film di cui stiamo parlando è Zack Snyder’s L’alba dei morti viventi – Snyder Cut che dura 5 ore ed è girato in b/n 4:3 su una pellicola ricoperta di bruciature di sigaretta, giusto?
Smettila prima ancora di cominciare. Comunque sì, è L’alba dei morti viventi, il film con cui Zack Snyder ha debuttato al cinema e che è un remake del classico di Romero, con un twist che era già stato introdotto due anni prima da Danny Boyle in 28 giorni dopo, e cioè gli zombi non sono più cadaveri ambulanti mezzi sfasciati che si muovono lenti e goffi e rappresentano una minaccia solo se non ti accorgi che stanno arrivando perché altrimenti ti basta trotterellare via per salvarti, ma decatleti con la rabbia e lo sprint di Usain Bolt.
E io dovrei discutere con te di questa cosa? Lo zombi al cinema l’ha definito Romero, ma non è che se lo sia inventato dal nulla: ha una tradizione, una storia, un passato, radici nel folklore di Haiti, uno zombi si muove lento perché è la sua natura di stolido cadavere rianimato. Non puoi decidere all’improvviso di farlo correre, e sulla base di cosa, poi? A un certo punto non è neanche più uno zombi, e il tuo film di zombi si ritrova clamorosamente privo di zombi.
Ma infatti Danny Boyle li chiamava “infetti”, e più in generale non li chiamava.
Quindi sei d’accordo con me che non stiamo parlando di un film di zombi quando parliamo di L’alba dei morti viventi.
Ma no, cosa c’entra, lo zombi non è qui [si indica il corpo] ma qui [si porta la mano al cervello] e qui [la abbassa sul cuore]. Il punto dei film di zombi è prendere l’essere umano e spogliarlo di tutte le caratteristiche interiori che lo rendono tale, ma senza modificarne troppo l’aspetto esteriore: in questo modo i personaggi si trovano di fronte a una sorta di specchio deformante nel quale possono rivedere loro stessi e cercare di capire che cosa li renda davvero umani. In alternativa gli zombi si possono usare come metafora di qualcosa, e siccome sul centro commerciale torneremo dopo ti propongo un altro esempio: Goal of the Dead è uno zombi movie francese ambientato durante una partita di calcio, nel quale a un certo punto l’intera tifoseria allo stadio si trasforma.
Spoiler!
Già, ci sono degli zombi in un film di zombi. Pazzesco, eh? Comunque, è la solita metafora romeriana rimasticata, solo che al posto del consumismo si prende di mira il tifo cieco e acritico che ci trasforma tutti in persone che... ma ti prego, non farmi fare paralleli con quell’operazione morta vivente lì, hai capito a cosa mi riferisco. Quello che voglio dire è che lo zombi funziona perché assomiglia a un essere umano ma in realtà non è un essere umano, e cosa te ne frega se si trascina in giro o se corre?
Me ne frega perché uno zombi che corre è una minaccia costante, onnipresente e che non ti lascia mai un attimo di respiro, mentre il bello di avere il morto vivente che deambula barcollando è che ti lascia tutto il tempo di costruire una storia basata soprattutto sui personaggi, i rapporti tra loro, la loro reazione all’apocalisse... il film di zombi è bello quando parla di esseri umani e usa gli zombi come sfondo, e gli zombi che corrono fanno più fatica a fare da carta da parati rispetto a quelli che si muovono lenti come...
Niente riferimenti a calciatori croati tornati in Italia dopo il mercato di gennaio, per favore.
... lenti, solo questo volevo dire. Lo zombi lento è un ingrediente fondamentale per dare la giusta atmosfera e il giusto ritmo a un film di zombi. I film di zombi sono una maratona, non uno scatto – altrimenti va a finire che fai solo un altro action con le creature feroci, ma le chiami con la Z per attirare la gente.
OK, ora vallo a dire a James Gunn.
James G... cosa c’entra adesso James Gunn?
L’ha scritto lui L’alba dei morti viventi. E l’ha scritto così, cambiando la natura stessa degli zombi, perché, parole sue, amava troppo l’originale per rifarlo uguale.
James Gunn quello di I guardiani della galassia.
Lui.
Quello che a un certo punto è stato licenziato dalla Disney per delle vecchie battute di cattivo gusto fatte su Twitter.
Lui.
La stessa persona che ha scritto questo film che si apre con una bambina zombi che divora il padre e dove a un certo punto devono sparare in testa a un neonato zombi? E la Disney l’ha comunque assunto e poi si è sorpresa quando ha scoperto che in quegli anni gli piaceva fare battute di cattivo gusto?
Esattamente.
Oh wow. Comunque d’accordo, gli concedo che la scusa “non volevo copiare il Maestro” un po’ regge. Questo non giustifica il fatto che gli zombi suoi e di Snyder corrano.
E invece ripensa al film: quante volte ti disturba il fatto che gli zombi corrano? Probabilmente un paio: durante la scena iniziale, quella che ci presenta l’apocalisse, e sul finale.
L’inizio e la fine del film, dici poco.
Quello che voglio dire è che per tutto il resto del film gli zombi corrono ma non ce ne accorgiamo mai davvero: L’alba dei morti viventi è tutto concentrato sui suoi personaggi e tiene saggiamente la minaccia fuori dalla porta per la maggior parte del tempo, per cui una volta che i primi sopravvissuti si sono barricati nel supermercato ti scordi che gli zombi corrono e cominci a concentrarti sulle dinamiche di sopravvivenza e sui rapporti umani che si fanno sempre più complicati man mano che il gruppo si allarga. Devi ammettere che da questo punto di vista la sceneggiatura di Gunn è precisissima, quasi a orologeria: il gruppo cresce a un ritmo costante e ogni nuovo ingresso introduce nuove problematiche (gente incinta, persone già morse, quello stronzo del personaggio di Ty Burrell...), fino al momento in cui la tensione definitivamente esplode e si va verso il climax finale.
Nel quale, fammelo dire, il fatto che gli zombi corrano rovina un po’ tutto quanto. Pensa a quante morti sarebbero evitabili se il film di Snyder rispettasse il protocollo George Romero!
Quindi tu avresti preferito che si salvassero in massa e vivessero felici e contenti per mille anni?
Ma no, però è innegabile che molte delle sequenze d’azione, e quella finale in particolare, funzionino solo perché Snyder e Gunn hanno deciso che lo zombi lento è noioso e che al suo posto bisogna far debuttare lo zombi corridore. Sono pericoli artificiali, creati ad arte per aumentare il casino e che non aggiungono nulla alla figura del morto vivente, al suo significato, al suo valore simbolico, alle sue metafore et cetera. Prendi il finale di L’alba dei morti viventi, mettici degli zombi seri e otterrai potenzialmente la stessa identica scena, ma senza cadaveri sbavanti che corrono dietro all’autobus. Quello che conta con gli zombi è la massa, non la velocità! E dopo un mesetto passato all’interno di un centro commerciale la massa si è creata: è già tutto apparecchiato per la grande fuga, far correre gli zombi è superfluo e francamente irrispettoso.
A proposito di centro commerciale...
Non stavamo parlando di zombi?
Certo, e se arrivano gli zombi tu dove vai a nasconderti? In un centro commerciale, ovviamente. Non trovi bello che Snyder abbia deciso di mantenere questo dettaglio dell’originale invece che ambientare il remake, boh, in un palazzo uffici o a Las Vegas?
Su questo devo darti ragione: i centri commerciali sono un non-luogo incredibile che resiste al passare del tempo e delle mode e rimane lì, immutabile come un coccodrillo. Certo, il mall del film di Romero è diverso da quello di Snyder perché sono cambiati i negozi, lo stile, l’architettura, ma il cuore del centro commerciale, la sua essenza, è sempre quella: è un luogo dove gli esseri umani si assembrano per celebrare il trionfo del capitalismo (e spendere denaro), ed è quindi, per una serie di motivi che non sto neanche a spiegarti, il luogo perfetto dove ambientare un film di zombi, indipendentemente dal decennio in cui viene girato.
Oh, bene, vedo che almeno su un dettaglio siamo riusciti a giungere a una quadra. Certo, continui ad avere torto sugli zombi che corrono, cara la mia Persona 1, ma ti perdono in nome dell’amicizia.
Grazie, Persona 2, e viva gli zombi. Anche quelli che corrono.
No, quelli no. Quelli non esistono.
OK.
OK.
[Persona 3] *ringhia, grugnisce e scatta* *dissolvenza al nero*