Labyrinth: il secondo personaggio interpretato da David Bowie getta ombre inquietanti sul film
In Labyrinth David Bowie non interpreta solo il Re dei Goblin, ma anche un secondo personaggio nascosto che apre il film a una nuova lettura
Tra i protagonisti l’interpretazione di David Bowie è leggendaria. Jareth, il re dei Goblin, è una figura villain perfetta per il suo corpo e il suo volto. Per la parte furono presi in considerazione anche Sting e Michael Jackson. Ma alla fine vinse il Duca Bianco: mosso dalla passione per Dark Crystal, film del 1982 co-diretto da Frank Oz e Jim Henson cercò e accettò il ruolo.
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Non è tutto: in una scena Sarah viene drogata e si ritrova stordita a sognare una versione adulta di sé che balla romanticamente con il proprio aguzzino. Un contenuto piuttosto atipico per il 1986, epoca in cui uscì Labyrinth. Ancora di più se visto oggi.
Ma non finisce qui. Verso l’inizio del film si può intravedere Bowie ben prima della sua apparizione come re dei Goblin. Come evidenziato dal sito Den of Geek, subito dopo il prologo, quando Sarah entra nella sua camera, gli oggetti che vediamo andranno a costituire gli elementi essenziali del mondo di fantasia in cui entrerà da lì a poco. In un album dei ricordi ci sono le immagini della madre di Sarah, Linda Williams. È un’attrice di teatro, come raccontato dagli articoli di giornale che la ritraggono con un collega con cui pare avere una relazione. L’altro attore ha le fattezze proprio di David Bowie\Jareth.
La deduzione logica è quindi che, se tutto ciò che fa parte della vita della protagonista è entrata in forma distorta nel mondo “oltre la soglia”, allora Sarah possiede una fantasia erotica nei confronti del compagno della madre.
Nella trasposizione letteraria del film scritta da A.C.H. Smith si esplicita maggiormente la “cotta” che ha Sarah per Jeremy (il nome del personaggio di Bowie). I due hanno anche ballato insieme (nella realtà narrativa del libro); un momento poi mostrato nel mondo di fantasia in un sogno\ricordo della protagonista.
Nel romanzo inoltre il goblin Jareth, durante la scena del ballo, cerca anche di baciarla. Lei si libera dalle sue braccia mentre tutti i presenti li guardano. Come spiegato da Brian Froud ad Empire l’intero film non è da prendere letteralmente. La figura di Jareth è composta da tutte le caratteristiche e le persone che fanno parte della fantasia di una ragazza in piena adolescenza. La sua portata immaginifica gli permette di fotografare nelle sue scenografie, nei bizzarri costumi e personaggi, proprio le inquietudini di un’età di transizione.
C’è da dire inoltre che il rapimento del piccolo bambino e la successiva liberazione della protagonista dal cattivo che la vuole sua, stemperano in parte le criticità del film e aprono a una lettura psicologica ancora più complessa. Ma forse meno radicale e discutibile.
E voi cosa ne pensate di questa lettura di Labyrinth? Fatecelo sapere nei commenti!
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