La tigre e il dragone: 20 anni fa occidente e oriente parteggiavano per personaggi diversi

Lo stesso titolo cinese di La tigre e il dragone significa “persone di talento che lo celano davanti agli altri” e metteva in contrasto, edonismo occidentale a senso del dovere orientale

Critico e giornalista cinematografico


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A vent’anni di distanza La tigre e il dragone appare come uno dei film che meglio raccontano cosa stava accadendo al cinema e in un certo senso al mondo in uno specchio raro di politica estera tramite l'intrattenimento.

In superficie è un melodramma in forma di wuxia pian, in forma cioè di film d’arti marziali tradizionali cinese (che poi tradizionale questo non lo è per niente, ma ci arriviamo), sotto è un film cinese pensato per l’esportazione, con un regista taiwanese che conosce Hollywood e che del resto ha fatto più soldi in America che in patria, un film che arriva l’anno dopo Matrix con il medesimo coreografo dei combattimenti e avrà un’importanza cruciale nella veicolazione di altri wuxia pian, l’unica forma di cinema mondiale che la Cina abbia avuto.
E ancora più sotto è un film sul rapporto tra occidente e oriente, lo scontro di due approcci alla vita, al dovere e alla libertà, messo in scena tramite una ragazza cinese, giovane, che sogna e desidera per sé un mondo più libero, mentre la generazione più anziana sa quale sia il proprio posto e lo accetta con dignità. L’oriente sa per chi parteggiare e anche l’Occidente, ma non sono gli stessi personaggi.

L’idea base di La tigre e il dragone è occidentale, è il melodramma europeo settecentesco, un film di parrucconi e nobiltà e amori cortesi nascosti dalle convenzioni dell’epoca, solo negli abiti di un ‘800 cinese inventato (molteplici le concessioni storiche dichiarate e ammesse), con calci volanti al posto di eventi di gala. Ci sono nobili e rampolli, ci sono generazioni a confronto e un mondo di donne che sussurranno, ci sono rituali e regole di una vita ricca che richiede però l’adesione a princìpi di ferro. Tutto questo è ciò che soffoca i sentimenti e la potenza rivoluzionaria che si portano appresso. Sembra la sinossi di un romanzo di Jane Austen, e non è un caso. Ang Lee veniva dall’adattamento di Ragione e sentimento e lui stesso disse che Michelle Yeoh è ragione e Zhang Ziyi è sentimento. Aggiunse anche che il film è “Jane Austen incontra Bruce Lee” con più senso del marketing che del cinema visto che Bruce Lee non ha nulla a che vedere con il wuxia pian.

la tigre e il dragone yeoh ziyi

C’è una spada al centro di tutto, una che deve essere consegnata e viene “scortata” da una donna ma viene rubata nel tragitto da un’altra donna. Intorno a questo furto ci sono amori sopiti e amori che sbocciano ma soprattutto il forte desiderio di libertà di una ragazza che pensa di ottenerla proprio con questa spada (che inevitabilmente ne diventa il simbolo). Come nel cinema di Hong Kong molti fingono di essere quello che non sono e hanno di fatto due identità, come nel cinema americano la protagonista è una ragazza identificata dal suo essere ribelle. Il finale suicida è puramente europeo.
Tra i personaggi c'era la star del domani del cinema cinese mondiale (Zhang Ziyi), assieme ad alcuni degli attori simbolo della grande era del cinema di Hong Kong (Michelle Yeoh, Chow Yun Fat).

la tigre e il dragone ziyi yeoh

Per la prima volta arriva con forza in occidente un film in cui le arti marziali sono trattate come in occidente il cinema tratta il ballo nei musical, non un modo di sottomettere e di mettere in scena il conflitto ma un modo per i personaggi di esprimere se stessi e raccontarsi agli spettatori. Visto il tono di La tigre e il dragone poi le arti marziali sono di incredibile delicatezza, uno standard di sentimento e leggerezza che da quel momento è diventata la maniera in cui, in Occidente, si immagina il wuxia pian, tanto che lo stesso Zhang Yimou per i suoi film mondiali si è dovuto adattare e guardare più ad Ang Lee che alla vera tradizione. Stesso dicasi per la musica di tamburi di Tan Dun (premiata con l'Oscar), anch’essa diventata uno standard del wuxia pian che vuole incassare in Occidente.

la tigre e il dragone yun fat

Il tassello fondamentale in questo era Yuen Woo-ping, il coreografo che veniva dai film di Jackie Chan e aveva appena sconvolto il cinema d’azione americano coreografando Matrix fino a trasformare qualcosa di tradizionale cinese in qualcosa di buono per l’idea d’azione che ha Hollywood, cioè ad alto numero di ottani e fondata sulla potenza più che sul movimento. Invece per Ang Lee idea momenti memorabili come il combattimento sulle cime degli alberi di bambù in cui ognuno dei contendenti sta raccontando se stesso, la propria foga o la propria calma. Uno dei rari film che sono riusciti a consegnare almeno una scena (quella) alla storia del cinema e all'immaginario collettivo. Quella di La tigre e il dragone era ovviamente una grazia impensabile per il cinema americano, che invece vive di una brutalità elevata ad eroismo, ma al tempo stesso serviva a raccontare qualcosa di così vicino alla mentalità e allo spirito occidentali da risultare (per una volta) buona e sensata per tutti. Celare per poi svelare, celare per raccontare quanto questo sia cruciale nella cultura orientale.

https://www.youtube.com/watch?v=Ccmava-4KnY

Il titolo del film stesso fa riferimento ad una poesia che poi è anche un modo di dire cinese. Identifica le persone di talento che nascondono quel talento al mondo, ovvero (nel film) Zhang Ziyi e Michelle Yeoh, che nascondono di essere maestre d’arti marziali ma nascondono anche i propri sentimenti, perché questo è quello che si deve fare secondo la morale della società in cui vivono. L’impetuosa società occidentale cerca il piacere e la libertà, in un ostentato individualismo ed edonismo, mentre la quieta e repressa civiltà orientale favorisce il controllo, il dovere e il collettivismo.
Eppure è difficile guardare La tigre e il dragone oggi e non pensare a cosa ci potesse vedere in questa storia Ang Lee, appassionato di melodrammi e storie femminili ma anche nativo di Taiwan, dove il dovere è imposto proprio dalla Cina con pugno di ferro e la libertà è un sogno lontano.

[caption id="attachment_467124" align="aligncenter" width="500"]la tigre e il dragone fight Neo contro l'agente Smith[/caption]

Questo film cinese realizzato da un taiwanese con 15 milioni di dollari ne incassò 213 in America (e 4 in Italia!!) ma non andò per niente bene in Cina. Quella che sembrava una difficoltà per gli americani, cioè il fatto che fosse parlato tutto in mandarino, fu una delle componenti che ne affossò l’uscita in patria. Nessuno degli attori se non Zhang Ziyi parlava davvero mandarino, gli altri lo imitavano. Chow Yun Fat parla cantonese, Chang Chen è taiwanese e Michelle Yeoh (che è malese) addirittura recitava le battute “a orecchio” senza imparare la lingua ma imitando i suoni giusti.
Non aiutò la ricostruzione fantasiosa dell’epoca e l’idea che fosse un film d’esportazione, una versione annacquata e buona per gli occidentali di qualcosa di estremamente tradizionale. In parte era vero, lo era, ma mai come per quel film la contaminazione tra due mondi (che sembrava la porta del futuro e invece non giunse più a quelle vette) ha prodotto un capolavoro che racconta il conflitto culturale tra i due mondi e che finisce addirittura con il suicidio del personaggio che non riesce a risolverlo.

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