La storia di Slusho: l’easter egg che connette il multiverso di J.J.Abrams
Non puoi berne solo sei... ovvero: cos'è la la Slusho, come è diventata una costante di un multiverso ante litteram e perché sta per tornare
“Non puoi berne solo sei”. Un motto che ha ossessionato tra il 2007 e il 2008 tutti i fan di Cloverfield. Era presente sul sito della Slusho, quel brand di soft drink che ha assunto Rob, uno dei protagonisti del film dando inizio alla storia. Il fatto che la frase non abbia granché senso (cosa vuol dire non si può berne solo sei? Che significa quel numero?) fa a capire il livello di paranoia e ambiguità che ha guidato la campagna virale del film.
Slusho: quando un oggetto crea un multiverso
Sebbene Slusho compaia in tutti i film di Cloverfield, il brand assolve a una funzione più ampia: è il collante di un (fragile) multiverso targato J.J. Abrams. La sua prima apparizione fu nell’episodio 2 della prima stagione di Alias. Il nome era leggermente diverso, Slush-O, ma come tutti i prodotti di successo si è evoluto nel tempo, rinnovando anche il proprio logo in Heroes. Il marchio appare anche in Super 8, il film esterno alla serie antologica che meglio si integra nell’immaginario di Cloverfield.
Tagruato è la società che produce la bevanda, a capo di ricerche sul fondo dell’oceano per estrarre un ingrediente segreto che causa leggera dipendenza ma con evidenti benefici per la salute. Secondo la trama del marketing virale sono state proprio le trivellazioni nell’oceano a risvegliare la creatura in Cloverfield.
Nel found footage c’è anche un collegamento a LOST: il logo della Dharma, un’altra società di finzione creata da J.J.Abrams, fondamentale nella serie tv, una semplice ester egg nel film.
Lo Slusho-verse
Ovviamente anche 10 Cloverfield Lane e The Cloverfield Paradox sono pieni di riferimenti a Slusho. Nessun film è stato così collegato alla bibita come il primo Cloverfield. Indagando negli angoli del sito si poteva trovare alcune frasi a dir poco ambigue. Come quella che il drink “fa esplodere lo stomaco di gioia”. Praticamente lo stesso effetto che ha il morso dei parassiti portati dal mostro sugli abitanti di Manhattan. Il Seabed's Nectar (Kaitei no mitsu) è presente in alte quantità nel sangue di queste creature e… nella bevanda.
Lungi dall’essere canonica (la campagna di marketing è spesso stata contraddetta anche dal regista stesso), questa spiegazione è considerata quella ufficiale da gran parte della fanbase. Il virale è stato, fino a The Cloverfield Paradox, l’unico elemento per avere uno sguardo già ampio e qualche risposta. Quando però è subentrato il multiverso come legame tra i tre film, la trama impostata dal marketing è diventata secondaria e spesso contraddittoria.
Cosa aspettarsi ora?
Il rilancio del sito fa ben sperare: che si torni a una pianificazione stretta tra sceneggiatura e campagna online? Magari con un sequel diretto che possa colmare i molti buchi rimasti.
Slusho come oggetto e brand rimane una delle invenzioni più riuscite di J.J. Abrams. Non si è mai capito quanto sia iniziato come uno scherzo, una strizzata d’occhio agli spettatori più attenti, o se ci sia sempre stato un progetto dietro. Fatto sta che questi brand interni alle storie hanno sfondato la quarta parete diventando oggetti di culto. Al Comic-Con di San Diego alcuni fortunati hanno potuto gustare la bevanda. Nel 2017 infatti si aggirava nei luoghi della Convention un camioncino con i loro prodotti.
Slusho è quindi una costante, per usare un termine preso in prestito da LOST, che connette un intero multiverso. Anche Fringe è infatti pieno di riferimenti a questi marchi. La serie, sempre ideata da J.J. Abrams parla proprio di questo: di realtà alternative, e della ricerca di legami in questi mondi.
La riapertura del sito fa quindi ben sperare che, in futuro, si potrà continuare la ricerca per scoprire se tutti questi dettagli sono qualcosa di più di una semplice easter egg.
Un po’ di zuccheri e un ingrediente speciale, hanno unito i puntini di un multiverso non strutturato, così facendo l'hanno creato… ancora prima che questo andasse di moda.