La sceneggiatura del Cavaliere Oscuro - recensione spoiler

Per chi ha già visto Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, analizziamo nel dettaglio lo script che, assieme a molti momenti notevoli, presenta delle debolezze quasi inspiegabili...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Intanto, consentiteci di fare un attimo gli sbruffoni. Vi ricordate di quando, ad inizio gennaio, grazie ad una nostra fonte abbiamo ottenuto la trama del film? Molti presero la notizia con scetticismo, credendo che fosse il solito script fasullo che girava per confondere le acque. Invece, come potete vedere qui, a parte piccole differenze la storia era proprio quella e così un sito italiano aveva scoperto la trama del Cavaliere Oscuro sei mesi prima dell'uscita. Mica male, no (ovviamente ringraziamo la nostra fonte)?

Detto questo, passiamo all'articolo. Che, ovviamente, è rivolto solo a chi ha già visto il film e quindi non rischia spoiler. Per tutti gli altri (circa lo 0,3% del nostro pubblico) il consiglio è di aspettare a leggerlo dopo aver assistito alla pellicola.

Inoltre, una precisazione molto importante. Chi scrive ha apprezzato il film di Christopher Nolan e ritiene che sia una tappa importante per i blockbuster di Hollywood, grazie alla maturità e al coraggio dimostrati. Tuttavia, ci sono alcuni elementi della sceneggiatura che, a mio avviso, non funzionano come dovrebbero (soprattutto ad una seconda visione) e che impediscono al Cavaliere Oscuro di essere il capolavoro sperato. Proprio questi elementi sono oggetto dell'articolo, quindi non vi stupite se saranno elencate solo cose (giudicate) negative e non le tante positive.
 
E' buffo. Ho sempre giudicato Nolan più come uno sceneggiatore che come un regista. Intendiamoci, dietro alla macchina da presa è un solidissimo professionista, che difficilmente sbaglia un'inquadratura, ma sono le sue storie ad orologeria e i personaggi che è riuscito a costruire in questi anni che mi hanno sconvolto e me lo hanno fatto apprezzare (come si può vedere in questo Final Cut). Tuttavia, nel Cavaliere Ooscuro, stranamente ho apprezzato più il Nolan director che il Nolan screenwriter (e se qualcuno vuole dare la colpa a David Goyer, magari potrebbe avere ragione).

In generale, ho avuto impressioni simili a quelle provate per X-Men 2, una pellicola che (quasi) tutti consideravano superiore a quella che l'aveva preceduta e che io in realtà non riuscivo ad apprezzare a pieno, soprattutto per come erano stati gestiti i vari finali. In effetti, anche per Il cavaliere oscuro le cose vanno bene (a tratti molto bene) nella prima parte del film, mentre poi è nella seconda che ci sono i maggiori problemi.

L'unica cosa veramente brutta nella prima parte è la scena in tribunale in cui Harvey Dent sventa il tentativo di omicidio ai suoi danni, che francamente ha un tono fastidioso, con il pubblico che fa il tifo e Harvey e Rachel che hanno un atteggiamento fin troppo tranquillo per essere appena stati ad un passo dalla morte. Tuttavia, è difficile dire se questi difetti dipendano dalla sceneggiatura o da una spettacolarizzazione eccessiva fatta durante le riprese. Un'altra cosa da sottolineare è l'omicidio simultaneo del commissario e del giudice, non tanto perché dia fastidio in sé (anzi, la scena è girata divinamente), ma perché presenta un difetto che prosegue poi nella seconda parte in maniera ancora più forte, ossia la completa incapacità della polizia a proteggere le personalità più in vista della città.  

Le cose iniziano a diventare (inutilmente) complicate con la sottotrama di "Batman deve svelare la sua identità". Intanto, dalla reazione sorpresa di Bale, si capisce che Harvey Dent ha agito autonomamente quando si è spacciato per Batman. Nulla di male, ma poi i due sembrano agire come se avessero sempre avuto un piano preciso. Questo problema non è tanto fastidioso in questa occasione, quanto in alcune successive in cui si ripete. Insomma, si ha l'impressione che da una parte i protagonisti (non solo i 'buoni', ma anche il Joker) sappiano sempre cosa fare, dall'altra che stiano improvvisando (con più o meno successo). A questo riguardo, la finta morte di Gordon è un po' arzigogolata. Possibile che non potesse neanche fare una telefonata alla famiglia per avvertirli e non far prendere un infarto a nessuno? E soprattutto, la spiegazione che viene fornita ("non volevo far correre dei rischi alla mia famiglia") convince poco. Intanto, se i rischi ci sono bloccarli per 24 ore non è una gran soluzione. E poi, era tanto fondamentale il suo apporto? D'accordo che fa 'fico' ed è sorprendente il suo ritorno in scena al momento giusto, ma poteva benissimo esserci al suo posto qualsiasi altro poliziotto.

E veniamo al Joker per come è stato scritto. Una figura quasi horror, non solo per l'immagine (e lì la cosa va benissimo), ma anche per la sua onnipotenza, una sorta di Freddie Kruger imbattile (da solo mette in scacco non solo le forze dell'ordine, ma anche la malavita) e con il dono dell'ubiquità, mentre nessuno ha la minima idea di dove si possa trovare, nonostante sia il ricercato numero uno e in teoria migliaia di persone dovrebbero essere sulle sue tracce.
Insomma, il Joker prima compie una rapina in banca complicata, uccidendo i suoi complici (come se questa fosse una buona idea per prendere il potere a Gotham). Poi sfida apertamente la mala e invece di finire ammazzato come i due guaglioni di Gomorra, ha la meglio. Organizza una serie di omicidi e si reca in un luogo pubblico (dove rimane per molto tempo) senza che la polizia lo catturi. Mette in atto un piano geniale (o meglio presunto geniale, come quello di Ocean's 11, in cui tutto dipende dall'idiozia dei propri avversari). Poi si reca a far scoppiare un ospedale, senza che nessuno riesca a fermarlo, mentre intanto Harvey Dent non è sorvegliato da una ventina di uomini come ci si aspetterebbe. Subito fuori (di arrestarlo non se ne parla), al volo sequestra due barconi e gestisce degli ostaggi.

Insomma, tutto questo richiederebbe piani studiati da anni e centinaia di complici attivi, non certo un'organizzazione di poche persone, che peraltro il Joker ogni tanto uccide per capriccio. In tutto questo, il momento dell'evasione è francamente quello peggiore del film, in cui invece di essere incatenato ai ceppi, viene lasciato con un solo poliziotto e poi frega gli altri (che evidentemente pensano che sia una buona idea dargli un telefono). E non mi si dica che tutti andavano a salvare Dent: se proprio decidi di lasciare il Joker con quattro gatti, almeno lo blocchi in una camicia di forza e non ti fai fregare in questo modo.

A proposito di poliziotti, un punto decisamente poco convincente (ma che nella concitazione dei fatti dell'ultima mezz'ora rischia di passare inosservato) sono i complici che aiutano Joker. Intanto, come è possibile che le persone che dovevano proteggere Harvey Dent e Rachel Dawes (che hanno perlatro una scorta inspiegabilmente ridotta al minimo) circolino liberamente senza essere stati arrestati e torchiati a dovere dai poliziotti onesti (a meno di non volerci dire che Gordon è anche lui corrotto, il che sarebbe francamente eccessivo)? Ma soprattutto, il tono da "non sapevo quello che facevo" è inaccettabile. Non sto parlando tanto delle conseguenze ai due rapiti (quella può essere una scusa di fronte ad una pistola), quanto proprio ai poliziotti stessi, che evidentemente in un mondo normale prenderebbero l'ergastolo per complicità in un omicidio. Ne vale la pena per pagare i conti all'ospedale della propria madre? Non credo, bastava vendersi un po' di droga sequestrata e il risultato sarebbe stato anche migliore e più sicuro.

E arriviamo al finale. Personalmente, ho delle perplessità sul fatto di concludere con Dent e non con Joker. Se quest'ultimo è il personaggio che ci è stato presentato all'inizio come il villain definitivo (ipotesi confermata anche dallo spazio e dall'interpretazione di Heath Ledger) allora non chiudere con lui rischia di diventare controproducente. Magari, un finale congiunto sarebbe stato preferibile, anche se non è facile da congegnare. Quello che invece mi lascia molto perplesso è la scelta di addossare gli omicidi di Harvey Dent a Batman. Per carità, ha un effetto malinconico e dirompente che chiude benissimo la pellicola. Ma, a livello di logica, era veramente una strada obbligata? Perché Batman si deve sacrificare, quando c'è il Joker che è perfetto come capro espiatorio? E non mi si dica che questo non è possibile per i testimoni (che praticamente non ci sono e comunque se accettano la falsità di Batman-assassino, perché non l'altra?). Joker smentirebbe questa versione dei fatti? Ma in realtà, se qualcuno potesse ascoltarlo (e credesse alle sue parole, cosa molto difficile), smentirebbe anche quella di Batman-assassino, che intralcia il suo progetto. Insomma, perché la strada di Batman-assassino viene presentata come inevitabile per salvare la situazione, quando ce n'è una molto più semplice a disposizione?

L'impressione è che ci siano sicuramente delle scene tagliate, che magari avrebbero reso più scorrevoli e funzionali questi sviluppi. Ma così com'è, la pellicola presenta diverse zone d'ombra e punti poco efficaci. Che, come detto all'inizio, per chi scrive le impediscono di assurgere al rango di capolavoro.

Fine prima parte - L'analisi della regia di Nolan uscirà nei prossimi giorni. 

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