La ricetta per un buon cinepanettone
Sono iniziati i de produndis per uno dei prodotti più importanti del nostro cinema. Ma il cinepanettone è veramente in crisi? Ed eventualmente quali sono le ricette per risollevare la formula? Vediamo di fare chiarezza...
Fonte: Badtaste
Non si può dire che il cinepanettone lasci indifferenti. Per qualcuno, è il simbolo del male, capace di rovinare con la sua sola presenza il buon cinema. Per chi scrive, semplicemente, è un genere che ha permesso di creare tante pellicole di successo, cosa che (è il caso di ricordarlo in questo periodo di tagli) permette notevoli entrate per il fisco, sia sugli incassi che per quanto riguarda gli stipendi dei tanti professionisti coinvolti. Vediamo allora la situazione, fermo restando che la parola d'ordine al momento è...Don't panic
Natale a Beverly Hills ha chiuso poco sopra i 20 milioni, mentre Natale in Sudafrica con i dati di ieri è arrivato a 17,9 milioni, quindi chiuderà intorno ai 18,5 milioni, forse anche vicino ai 19. Nulla per cui fare salti di gioia, certo, ma neanche il disastro epocale di cui si parla. Intanto, un po' di sana memoria storica. Body Guards (2000) fece meno di dieci milioni di euro, Merry Christmas nel 2001 15,1 milioni. Da lì in poi, ottimi risultati, spesso sopra i 20 milioni, ma è il caso di ricordare che nel 2004 Christmas in Love ha ottenuto 17,4 milioni. Insomma, un film come Natale sul Nilo (più di 28 milioni) rappresenta un'eccezione e non si può pretendere sempre questi dati, tanto che Natale in Sudafrica, anche facendo i conti con l'inflazione e magari le sale non coperte dal Cinetel anni fa, si trova nella media dei risultati dei cinepanettoni.
Il problema è che i giornalisti italiani sono fissati coi confronti e con i testa a testa, come se il successo di una pellicola dipendesse dalla posizione in classifica. Solo due anni fa, Natale a Rio faceva ben 24,6 milioni, ma c'era qualcuno che parlava di crisi perché Madagascar 2 aveva ottenuto 25 milioni. Vi sembra che qualcuno dica che Aldo, Giovanni e Giacomo sono in crisi, perché ai tempi di Chiedimi se sono felice ottenevano 28 milioni?
In effetti, sembra che il vero problema sia il tifo di certi commentatori nostrani. Visto che si è deciso che l'unica battaglia da combattere è quella contro la volgarità (in cui è stato arruolato - neanche fosse una commedia della Ealing - anche Che bella giornata con Checco Zalone, dato che era un successone assicurato e nonostante il comico sia a tratti sanamente volgare), è ovvio che si prende posizione anche con toni eccessivi. Fatta questa necessaria premessa, i problemi del cinepanettone ci sono e rischiano di provocare problemi anche in futuro, quindi analizziamo alcuni aspetti.La formula
Si dice che sia la formula ad aver stancato, magari perché il pubblico italiano si è stufato della volgarità (tutti studiosi di Marcel Proust all'improvviso? Mah...). A me viene da pensare il contrario. Considerando quanto poco fossero efficaci gli ultimi titoli (e Natale in Sudafrica in particolare) la formula funziona fin troppo bene. Prodotti del genere, senza la protezione del marchio 'cinepanettone', avrebbero ottenuto a stento la metà degli incassi. Basta vedere il caso di Boldi, che adesso diversi commentatori spacciano per vincente grazie al dato di A natale mi sposo, che però ha ottenuto 8,2 milioni. La realtà? La realtà è che la volgarità piace al nostro pubblico, ma ultimamente i film della serie sembrano molto più misurati e meno fantasiosi che in passato. Prendiamo, per esempio, la scena di Natale in Sudafrica in cui Ghini e Panariello si ritrovano per sbaglio a letto insieme. Un tempo (ricordate la celeberrima doccia tra De Sica e Boldi?) succedevano i fuochi d'artificio, ora uno strilletto e via, stacco di montaggio che strozza la risata in gola. E anche De Sica sembra molto meno coinvolto di prima, come se ormai si fosse stancato del suo impegno. C'è chi parla di riportare Boldi in pista, ma fermo restando le difficoltà logistiche (il comico lombardo ormai lavora con Medusa) prima bisogna preoccuparsi di quello che dovrebbe fare. Se si tratta di portare avanti storie blande e in cui succede poco di esaltante, non è che Boldi possa risollevare la situazione da solo. Anche sui nomi non c'è la consueta rozzezza, che magari rimaneva impressa nella memoria. "Angela Ladesse", tutto qui? Insomma, vogliamo frasi, nomi e battute memorabili e se sono fantasiosamente volgari, perché no? Forse si vuole ottenere il plauso dei mass media? E parlando del 'diavolo'...
I mass media
La cosa bella è che gli stessi quotidiani che adesso stanno massacrando i cinepanettoni, in sede di recensioni erano tutt'altro che ipercritici. Il film è piaciuto a Rondi sul Tempo, non è dispiaciuto al Giornale (voto 6), mentre i pareri più entusiasti erano quelli di Ferzetti sul Messaggero e Giusti sul Manifesto, che addirittura parlava di svolte, in un articolo-panegirico che sembrava dedicato alla buonanima di Blake Edwards. Ecco, molto semplicemente, è chiaro che tanti quotidianisti non capiscono (anche perché magari non vedono il film col pubblico, cosa che invece farebbe sempre bene) cosa differenzia un cinepanettone di successo da uno moscio. In generale, forse va ripensata anche la strategia di promozione. Fino ad ora, puntare sui grandi mass media (magari invitandoli nei luoghi esotici dove si gira il film) ha funzionato benissimo, ma siamo entrati in un'era nuova, in cui soprattutto i quotidiani faticano a portare la gente al cinema. Invece, abbracciare Internet, magari puntando sulla diffusione capillare dei video con le battute migliori anche con largo anticipo (meglio stare su 500 account Facebook che su un quotidiano medio, io non ho dubbi a riguardo), sarebbe la strada giusta per continuare a parlare a quel pubblico di giovanissimi che tanti soldi porta al cinepanettone. E a questo proposito...
I giovani sullo schermo
Collegato a Internet, c'è da fare il discorso giovani. In ogni cinepanettone che si rispetti, c'era una sottotrama giovanile, quasi sempre con i figli dei personaggi di De Sica e Boldi. Buona idea di fondo (raccontare vicende di coetanei del pubblico di riferimento), ma risultati che ultimamente lasciano a desiderare. In Natale in Sudafrica ci siamo dovuti sorbire Laura "Il mondo di Patty" Esquivel (idea interessante di marketing, ma sullo schermo non ha funzionato), in Natale a Beverly Hills Michela Quattrociocche. A questo punto, o si trovano dei giovani più divertenti/interessanti o tanto vale dedicarsi solo agli adulti. Strano che avendo in squadra uno come Brizzi (che non è il mio regista preferito, ma che i ragazzi/giovani riesce a raccontarli in maniera ruffianamente efficace), non si riesca a tirar fuori qualcosa di meglio. E a proposito di nuove leve...
Il nuovo De Sica
Ormai, si parla da tempo del dopo De Sica, quando il popolare attore deciderà di mollare il genere che lo ha reso celebre e ricco. Ovvio che si tratta di un'eredità pesante e un compito non semplice da portare avanti. Di certo, l'ultimo cinepanettone ci ha fatto capire che né Massimo Ghini né Giorgio Panariello possono prendere il suo posto. Boris Sollazzo (Liberazione, Rolling Stone) ritiene che Alessandro Siani (coprotagonista di Benvenuti al sud) potrebbe essere l'uomo giusto (peraltro, ha già fatto due cinepanettoni), io sono sempre stato convinto che Enzo Salvi, se ben supportato e indirizzato, potrebbe fare ottime cose. Altrimenti, un po' come per i nuovi Bond, potrebbe essere il caso di puntare su un attore non famosissimo. Di sicuro, qualcuno che non sia semplicemente un personaggio televisivo. Per quanto si sia spesso criticato i cinepanettoni per tanti motivi, non c'è dubbio che Christian De Sica e Massimo Boldi avessero notevoli doti interpretative. Insomma, chiunque verrà scelto, farebbe meglio ad essere ben preparato, senza pensare che sia sufficiente fare un po' di televisione per sfondare anche al cinema...