La recensione di Inglorious Bastards (l'originale)
Abbiamo visto Quel maledetto treno blindato, la pellicola italiana che Quentin Tarantino ha preso come modello per il suo ultimo film e che, purtroppo, è il solito exploitation movie assurto a fama esagerata...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Risulta però veramente strampalata l'ammirazione di Quentin Tarantino per questi prodotti, soprattutto nel caso di Quel maledetto treno blindato. La cosa buffa è che, mentre il film di Castellari era chiaramente un tentativo di sfruttare la scia de Una sporca dozzina, la pellicola di Tarantino, da quello che si è letto in giro, ha veramente poco a che fare con quella italiana e le dichiarazioni di remake/ispirazione risultano assurde. A questo punto, verrebbe quasi da pensare che sia meglio parlare di rifacimento di una pellicola italiana che del film di Aldrich (magari costa meno?).
Detto questo, è impossibile non notare i limiti del film e soprattutto la mancanza di una vera storia convincente ed originale. Fin dai titoli di testa (da cartone animato sfigato), si capisce cosa si ha di fronte. Spesso gli attori non risultano convincenti e faticano a rimanere seri, mentre è il caso di stendere un velo pietoso sui tedeschi, talmente scemi da farsi fregare in continuazione e ritrovarsi a volare di fronte alle bombe come in una puntata dell'A-Team (idea che potrebbe funzionare una o due volte, ma alla decima stanca). Così come non funziona assolutamente uno scontro con i nazisti altamente improbabile e girato malissimo (al di là delle limitazioni del budget), in cui i nostri eroi riescono a sfuggire perché gli altri sono... dei perfetti idioti. Ci si sorprende anche di notare come la violenza, che in queste pellicole la dovrebbe fare da padrone, in realtà risulta spesso fuori campo e senza molti particolari raccapriccianti. Per carità, in generale si può sopravvivere senza, ma in prodotti del genere non sarebbe male.
L'unico momento di pura follia e di leggera originalità è la fusione di nudo (volete che una pellicola del genere non mostri un po' di femminilità senza vestiti?) e di sparatorie, in una divertente scena. Purtroppo, in una pellicola fatta di personaggi veramente improbabili (e in un contesto, peraltro, decisamente serio), in cui ferite mortali sembrano non fare nessun effetto e in cui si abusa di ralenti enfatici ed eccessivi, non basta certo per urlare al miracolo. Non parliamo poi della scopiazzatura della corsa in moto (copiata pari pari dallo Steve McQueen della Grande fuga) o da un finale romantico allucinante. Insomma, c'è da sperare che il 'remake' sia solo una montatura e che Tarantino non prenda troppo esempio da Castellari...